di Jesús Colina
CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 24 dicembre 2010 (ZENIT.org).- Il 25 dicembre 2010 ricorre il 15° anniversario della presenza della Santa Sede nella rete Internet, con l’inserimento e la pubblicazione online del messaggio di Papa Giovanni Paolo II per il Natale 1995, sul neonato sito www.vatican.va.
La Santa Sede sta celebrando questo anniversario non solo con uno speciale annullo delle Poste Vaticane, ma anche con lo studio di nuovi progetti che garantiscano una nuova presenza del Papa e del Vaticano, come dice precisamente il titolo filatelico “Usque ad ultimum Terrae”, “fino agli estremi confini della terra”.
Il Servizio Internet Vaticano (già Ufficio Internet della Santa Sede), uno dei tre uffici della Direzione di telecomunicazioni dello Stato della Città del Vaticano, vive questo lavoro con la coscienza e la responsabilità di essere “le braccia, le gambe, le mani digitali del Santo Padre in questa evangelizzazione del nuovo ‘mondo digitale’, di questa ‘nuova cultura digitale’ indirizzata ai ‘migrati digitali ed ai nativi digitali’”, come segnala Benedetto XVI nei suoi ultimi messaggi per le Giornate mondiali delle Comunicazioni Sociali.
La pagina www.vatican.va, che è stabilmente tra le 10.000 più visitate al mondo, come ha spiegato monsignor Lucio Adrian Ruiz, sacerdote argentino incaricato dell’Ufficio, è la prova che in questi 15 anni in cui Internet ha cambiato la geografia sociale del pianeta “la Chiesa, nella sua testa, nel suo punto centrale, è stata presente in questo cambio culturale fin dall’inizio, non come chi prende o rincorre un treno che già è passato, ma come chi fa parte di quelli che lo mettono in moto”.
In questo Natale c’è spazio per la celebrazione non tanto dell’anniversario, ma piuttosto dello sviluppo dei servizi che il Vaticano vuole offrire in Internet, assumendo la sfida di capire come rendere più fruttuosa la presenza del Papa in questa nuova realtà culturale.
Proprio in questo Natale, i siti Internet della Radio Vaticana (www.radiovaticana.org) e del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali (www.pope2you.net), in stretta collaborazione con il Centro Televisivo Vaticano, hanno annunciato che trasmetteranno per la prima volta in alta definizione le celebrazioni natalizie di Benedetto XVI, in sinergia con il Servizio Internet Vaticano.
Non solo Vatican.va
In un’intervista pubblicata il 12 agosto da “L’Osservatore Romano”, monsignor Ruiz ha spiegato che quando ci si riferisce alla presenza della Santa Sede su Internet non bisogna pensare solo al sito www.vatican.va, ma a tutta la famiglia “.va”, che fa presente le diverse realtà della Sede Apostolica ufficialmente.
Tra questi siti, ad esempio, si trovano www.vaticanstate.va (la pagina web della Città del Vaticano) e www.resources.va (una pagina dedicata alla risposta della Chiesa alla crisi degli abusi sessuali).
“Da quest’anno cominceranno a vedere la luce tanti altri siti dei diversi Dicasteri romani che faranno parte della famiglia ‘.va’, cioè una rappresentazione e presenza virtuale di ciò che uno trova nella realtà reale quando si visita a Roma la Sede Apostolica”, ha annunciato il responsabile.
“Vatican.va noi lo consideriamo una sorta di finestra virtuale del Papa nella rete, come quella dell’Angelus, che permette al Pontefice di ‘affacciarsi in Internet’, di percorrere le autostrade digitali, di far sentire la propria voce e la propria presenza in tutto il mondo. Una finestra che consente, in certo qual modo, l’esercizio del ministero petrino, di Padre e Maestro universale, nella rete Internet”.
“Per questo, come negli Angelus di piazza San Pietro non ci sono spazi di dialogo con chi viene a incontrare e ad ascoltare il Papa, così anche nel nostro sito non è prevista interattività con gli utenti: non è una chat line, né un social network, né è attiva una casella di posta elettronica per scrivergli”, ha aggiunto.
“Ci sono ragioni pratiche e teologiche insieme. Per quanto riguarda le prime, basti pensare quanta gente vorrebbe interagire con il Papa, il che renderebbe impossibile la gestione di una mole di lavoro del genere; per quanto riguarda le seconde, va tenuto presente che al Pontefice spetta la missione universale, mentre per quella personale, per il contatto con ogni singolo individuo, ci sono i sacerdoti e i Vescovi, il cui ruolo va valorizzato per non rischiare di sopprimere la ricchezza della Chiesa, che ha tutta una gerarchia di ministeri e di carismi”.
“Tuttavia ciò non significa che non ci rendiamo conto della necessità di attualizzare il linguaggio, di renderlo comprensibile ai fruitori di Internet di oggi”, perché “è tanto cambiato da quando il sito ha visto la luce per la prima volta. Perciò stiamo studiando un rinnovamento non solo grafico ma anche strutturale che permetta di usufruire del contenuto, anzi della presenza virtuale del Papa, in una maniera migliore in Internet”.
“Vatican.va ha 500.000 pagine dentro, cioè mezzo milione”, ha sottolineato monsignor Ruiz. Tra i suoi nuovi progetti, ha annunciato, “stiamo per ampliare la sezione dei Pontefici, includendo tutti i successori di Pietro cercando di mettere per ciascuno i documenti principali in maniera di poter avere il fil rouge del magistero pontificio on line. E’ di prossima pubblicazione la raccolta degli interventi legati all’attività diplomatica della Santa Sede. Sono pronti nuovi documenti nella sezione cinese”.
“E stiamo lavorando all’archivio video del Papa: creeremo, cioè, una pagina con la raccolta di tutti i filmati attualmente presenti sul sito. Bisogna infatti ricordare che da agosto 2009 registriamo lo streaming trasmesso dal Centro Televisivo Vaticano per i singoli eventi legati all’attività del Pontefice e inseriamo i video negli indici di riferimento: per esempio Angelus, udienze, omelie, viaggi”.
“Si progetta una possibile apertura al russo e l’arabo, ma in questioni di lingue il problema ci si pone con le possibilità del personale a disposizione”, ha riconosciuto.
La pagina web www.vatican.va riceve in media un milione di hits al giorno quando non ci sono eventi straordinari. I dieci Paesi da cui vengono più visite sono, nell’ordine, gli Stati Uniti d’America, l’Italia, la Spagna, la Germania e il Brasile, seguiti da Corea del Sud,Messico, Canada, Francia e Cina. L’orario di maggiore attività è tra le 15.00 e le 24.00 ora di Roma.
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