Il Cardinal O'Brien chiede di evitare la violenza in Sudan

Si temono disordini a seguito del referendum di gennaio

Share this Entry

ROMA, venerdì, 24 dicembre 2010 (ZENIT.org).- In una lettera scritta al Ministro degli Esteri britannico, il Cardinale Keith O’Brien ha avvertito del “potenziale di violenza diffusa” nel Sud Sudan a seguito del referendum sull’indipendenza dal Nord, previsto per il 9 gennaio 2011.

In una lettera aperta a William Hague, il porporato, Arcivescovo di St Andrews ed Edimburgo, ha chiesto al Governo britannico di agire nel contesto delle crescenti preoccupazioni suscitate dall’ormai prossima consultazione elettorale.

Riflettendo una dichiarazione congiunta emessa il mese scorso dai Vescovi del Sudan, la lettera del Cardinale chiede iniziative internazionali guidate dalle Nazioni Unite per assicurare che il referendum sia condotto in maniera adeguata e i suoi risultati siano implementati in modo giusto e senza ritardi.

“Scrivo per condividere le mie preoccupazioni sul potenziale di violenza diffusa nel Sud Sudan nel caso in cui il referendum non venga condotto in conformità agli standard riconosciuti a livello internazionale”, ha scritto il porporato esortando il Regno Unito a fare della soluzione del conflitto nel Sud Sudan una priorità.

Pur sottolineando “l’estrema mancanza di progressi nella preparazione del referendum”, il Cardinale riconosce che sono stati compiuti dei passi avanti, come la registrazione degli elettori.

Preoccupazione dei Vescovi

La sua lettera richiama i preoccupanti sviluppi spiegati nella dichiarazione del 14 novembre della Conferenza dei Vescovi Cattolici del Sudan, che sottolineava la concentrazione di truppe nelle zone di confine, la “manipolazione” politica del referendum e i gravi ritardi.

La dichiarazione episcopale avvertiva anche delle minacce nei confronti dei sudanesi del Sud che vivono nel Nord del Paese, una preoccupazione rimarcata il mese scorso dal Vescovo sudanese Edward Hiiboro Kussala durante il suo viaggio nel Regno Unito.

Lo stesso presule, Vescovo di Tombura-Yambo, nel Sud Sudan, ha espresso all’agenzia Fides preoccupazione per i possibili attacchi dei ribelli dell’Esercito di Resistenza del Signore (Lord’s Resistence Army, LRA).

L’LRA è un gruppo di guerriglia di origine ugandese che agisce in un’area molto vasta che spazia dal Sud Sudan al sud-est della Repubblica Centrafricana, passando per il nord-est della Repubblica Democratica del Congo.

“Temiamo attacchi sia durante il periodo natalizio sia ai primi di gennaio, quando si terrà il referendum”, ha confessato il Vescovo. “Sono state create delle milizie di autodifesa (i cosiddetti ‘Arrow Boys’), che sono però armate solo con archi e frecce”.

Nel Natale 2008, in una serie di attacchi contro alcuni villaggi nella provincia dell’Equatoria, i guerriglieri dell’LRA hanno ucciso circa 900 persone, rapendone altre 700.

Il referendum di gennaio è un elemento centrale dell’Accordo Comprensivo di Pace (Comprehensive Peace Agreement, CPA) del 2005, firmato dal Governo con base a Khartoum del Presidente Omar al-Bashir e dai ribelli del Sud, il Sudanese People’s Liberation Army/Movement (SPLA/M).

Il CPA ha istituito un patto di condivisione di potere di 6 anni tra il Governo di Bashir e il SPLA/M, al quale è stata conferita un’autorità semiautonoma nel Sud.

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione