L’AVANA, giovedì, 23 dicembre 2010 (ZENIT.org).- Il Cardinale Jaime Ortega Alamino, Arcivescovo dell’Avana (Cuba), ha presentato nel suo messaggio di Natale la risposta alla grande crisi che sta attraversando non solo l’isola, ma tutta l’umanità: riscoprire Cristo.
Secondo il porporato, “davanti ai nostri occhi appaiono due grandi crisi nel nostro mondo: una configurata dalla situazione economica, dalla miseria, dai cambiamenti climatici, che possono coinvolgere la vita animale, vegetale e quella dell’uomo. E’ la crisi che potremmo definire materiale”.
“Simultaneamente, c’è una crisi di altro ordine: quella dell’egoismo di uomini o popoli incapaci di prendere le decisioni che possono salvare l’umanità, quella del freno delle spese e del lusso, senza curarsi della miseria di molti”.
“E’ una crisi dell’etica per la perdita di valori, per aver dimenticato o sfidato l’ordine naturale”; indica il pastore della capitale cubana. “E’ una crisi della coscienza, è stata cancellata la linea divisoria tra il bene e il male. E’ la crisi spirituale dell’umanità, che è di maggiore trascendenza rispetto alla crisi materiale, perché quest’ultima si produce per il crollo spirituale dell’uomo”.
“Il tempo in cui si gestisce e cresce questa crisi spirituale coincide con la tappa della storia recente in cui si è cercato di eliminare Dio dall’orizzonte spirituale dell’uomo. E’ il momento dell’ateismo di Stato o dell’ateismo laicista, è il tempo in cui il mondo cristiano ha invertito la priorità nell’ordinamento sociale, dimenticando il saggio legato evangelico di Gesù – ‘Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta’ – e ci si è dedicati al compito di cercare prima tutto il resto: abbondanza di beni materiali, potere economico e politico, denaro, successo, e si è relegato Dio al punto da cercare di escluderlo dalla vita di uomini e popoli”.
Secondo il Cardinale Ortega, “questa dimenticanza di Dio è alla base di questa grande crisi spirituale dell’uomo di oggi. Una parte sostanziale dell’umanità si è abituata a non credere, a non essere credente, e la mancanza di fede si estende a tutto il contesto umano: non si crede nella famiglia, non si crede nel bene comune, non si crede in un futuro migliore. Uomini e popoli diventano scettici, sono come prostrati di fronte al futuro e non hanno speranza”.
“Di fronte alle cose che non vanno bene nel nostro mondo e tra noi”, confessa il Cardinale, “ho solo una proposta da farvi perché non siate trascinati dalla crisi spirituale che può invadervi”: “vi invito a fare come i pastori che hanno ascoltato la notte di Natale l’annuncio degli angeli: ‘Non temete, in una stalla di Betlemme è nato per voi il Salvatore, il Messia, il Signore’. E si sono messi in cammino dicendo: ‘Andiamo a vedere che cosa ha fatto il Signore per noi’. Mettetevi in cammino, andate da Gesù, guardatelo con fede nella sua povera culla di paglia”.
“E’ il Salvatore, colui che viene a salvarvi dal vuoto, dalla mancanza di interesse, dalla paura del futuro, dalla disperazione”, conclude il porporato.
Il suo messaggio di Natale può essere letto su http://www.palabranueva.net.