di Genevieve Pollock
ATLANTA, giovedì, 23 dicembre 2010 (ZENIT.org).- Il Pontificio Consiglio della cultura sta cercando una collaborazione con organizzazioni degli Stati Uniti, per intraprendere iniziative dirette a promuovere il dialogo tra fede e cultura.
ZENIT ha intervistato Max Bonilla, portavoce del programma “From Sea to Shining Sea: Faith and Culture in North America” e presidente dell’Istituto Camartis, che ha avviato il progetto insieme al dicastero vaticano, sugli obiettivi di questo programma.
Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del dicastero vaticano della cultura, ha osservato in un’intervista audiovisiva che “gli Stati Uniti sono un luogo molto diversificato, con molte differenze culturali e sociali che creano una prospettiva interessante, con cui vorremmo si creasse una relazione, da parte del Pontificio Consiglio della cultura, da parte della Santa Sede e, certamente, da parte della Cristianità di tutto il mondo”.
Monsignor Melchor Sánchez de Toca y Alameda, sottosegretario del dicastero ha affermato: “L’influenza delle tendenze culturali statunitensi ha un effetto di ripercussione su tutto il mondo. Per questo è importante che la Chiesa inizi un nuovo dialogo con la cultura negli Stati Uniti”.
Il Pontificio Consiglio e il Camartis Institute hanno lanciato un bando per una serie di eventi e progetti diretti a promuovere questo dialogo.
In questa intervista rilasciata a ZENIT, Bonilla illustra questa serie di iniziative e il primo degli eventi che avrà luogo a Hollywood nel marzo prossimo.
Perché il Vaticano si sta concentrando in particolare sugli Stati Uniti per queste iniziative?
Bonilla: Principalmente per due motivi. La Santa Sede sa bene che l’influenza culturale degli Stati Uniti, che si diffonde nel resto del mondo, è molto significativa.
Entrare in dialogo con i leader che influiscono sulla cultura, per comprenderli meglio, per porre importanti domande e in definitiva per contribuire a quella influenza culturale, significa migliorare la società. Questi sono gli obiettivi che la Santa Sede reputa importanti.
A prescindere dalla fede o mancanza di fede tra coloro che fanno cultura, la Santa Sede auspica che tutti coloro che sono coinvolti nella cultura abbiano il desiderio di impegnarsi per un mondo migliore. L’influenza degli Stati Uniti nella cultura globale rende questa iniziativa molto importante.
Il secondo motivo di questo interesse è che la Santa Sede ha anche una reale preoccupazione per il benessere delle persone che vivono negli Stati Uniti e vorrebbe confrontarsi con gli assunti culturali attualmente dominanti per contribuire ad una società migliore.
Questo non significa che la Santa Sede pensi che sia tutto male. Al contrario, vede molte iniziative culturali che promuovono il bene della persona e il rispetto del mondo.
Ma vede anche aree che vorrebbe comprendere meglio e su cui potrebbe avere domande che potrebbero essere apprezzate da parte di chi plasma la cultura. I dialoghi che vorremmo organizzare costituiranno un forum per questo tipo di argomenti.
Che tipo di iniziative ha in mente per questo dialogo tra fede e cultura?
Bonilla: Le iniziative potranno essere di diverso tipi. Vi saranno conferenze, cineforum, mostre museali, laboratori, gruppi di lavoro, esposizioni artistiche, fiere del libro, gruppi scientifici, think tank, blog, sperimentazioni teatrali, o qualsiasi altra iniziativa che costituisca un forum idoneo ad intavolare quel tipo di domande che vorremmo prendere in considerazione.
Dipende tutto da cosa può essere creativamente concepito come un buon canale per affrontare l’argomento.
Il nostro auspicio è che i rappresentanti della cultura e della fede possano entrare in un dialogo rispettoso e realmente onesto su ciò che è più importante per loro.
In quali aree vede il maggiore potenziale per questo tipo di dialogo?
Bonilla: Siamo interessati alle aree che più influiscono sulla società.
Da questo punto di vista, l’arte che plasma la cultura pop è probabilmente una delle più importanti. Ma certamente anche altre aree sono molto importanti come le altre forme artistiche, la politica, il diritto, la scienza, la nostra idea di democrazia, i nostri mezzi di comunicazione sociale, ecc.
Non escludiamo nulla in questo momento, ma invitiamo le istituzioni di ogni tipo, che vogliano impegnarsi in queste iniziative, a visitare il nostro sito Internet per presentare la loro proposta. Potranno farlo sul sito www.intelligentdialogue.org.
La scadenza per presentare delle proposte è metà gennaio.
Ci può spiegare meglio il primo evento di questo programma, che si svolgerà a Hollywood nel marzo prossimo?
Bonilla: Poiché il cinema è uno degli ambiti più incisivi della cultura americana, un’influenza che può facilmente essere percepita in tutto il mondo, abbiamo iniziato le conversazioni con un gruppo di produttori a Hollywood nell’ambito di un evento che si terrà lì il prossimo marzo.
Le conversazioni sono attualmente in corso. Non ne abbiamo ancora definito i dettagli, ma la speranza è che possa produrre un interessante forum di discussione non solo per coloro che producono film a sfondo religioso, ma piuttosto per coloro che sono impegnati in una cinematografia capace di rafforzare la società e rendere questo mondo un posto migliore.
Molte pellicole vanno oltre lo scopo immediato di incassare le vendite dei biglietti e cercano di lasciare un’impronta nella società per aiutare a plasmarla in modo positivo. Molti di questi film non sono a sfondo religioso in senso tradizionale, ma tendono ad essere più filosofici che religiosi. Alcuni eccepiscono rispetto a determinati aspetti del Cristianesimo o delle religioni tradizionali.
Ciò che tuttavia sembrano avere in comune è la volontà dei loro registi e produttori di contribuire al bene della persona umana e del mondo in cui viviamo.
Noi accogliamo con favore e incoraggiamo un dialogo rispettoso e onesto con loro. Del resto siamo convinti che chi sinceramente cerca di migliorare la società desidera anche una sincera comunicazione tra le persone. E l’evento di Hollywood è una dimostrazione di tale convinzione.
Che risultati sperate di ottenere da queste iniziative?
Bonilla: “From Sea to Shining Sea: Faith and Culture in North America” vorrebbe essere un forum di interscambio che vada oltre quanto c’è già stato in passato. E che vada oltre gli stereotipi che riguardano entrambe le parti nel dialogo tra fede e cultura.
Con queste iniziative intendiamo coinvolgere coloro che seriamente vogliono parlare della questione, in un ambiente che sia rispettoso costruttivo e realmente onesto. Se alla fine di questi eventi si sarà sviluppata una maggiore comprensione tra le persone, potremo concludere che l’iniziativa sarà stata un chiaro successo.
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