Benedetto XVI incoraggia a combattere l'insicurezza alimentare

Discorso al nuovo ambasciatore del Mali presso la Santa Sede

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CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 17 dicembre 2010 (ZENIT.org).- Nel discorso che ha consegnato questo giovedì mattina al nuovo ambasciatore del Mali presso la Santa Sede, Benedetto XVI ha chiesto l’impegno del Governo maliano nella lotta all’insicurezza alimentare.

“Plaudendo agli sforzi compiuti per accrescere la produzione del cotone e del riso, incoraggio il suo Governo ad affrontare il problema dell’insicurezza alimentare”, ha detto infatti al diplomatico, Boubakar Sidiki Touré, che presentava la sue lettere credenziali.

Riprendendo quando affermato nella sua Enciclica Caritas in Veritate, ha sottolineato che la soluzione a questo problema può essere raggiunta “eliminando le cause strutturali che lo provocano e promuovendo lo sviluppo agricolo”, “mediante investimenti” “capaci di utilizzare al meglio le risorse umane, naturali e socio-economiche maggiormente accessibili a livello locale”.

“Tutto ciò va realizzato coinvolgendo le comunità locali nelle scelte e nelle decisioni relative all’uso della terra coltivabile”, aggiungeva nell’Enciclica.

Istruzione

“Guardando al futuro”, ha proseguito il Pontefice, “il Governo maliano ha inserito fra le sue priorità la formazione di dirigenti capaci di assicurare lo sviluppo del Paese”.

“In un mondo caratterizzato dall’interdipendenza dei popoli e dalla rapida diffusione di un mimetismo dei comportamenti umani accompagnato da un crescente individualismo, l’educazione costituisce una necessità vitale ed esistenziale”, ha segnalato.

Essa “non può però ridursi a un’accumulazione di conoscenze intellettuali o di competenze tecniche”, ma “il saper-fare dovrebbe andare di pari passo con il saper-vivere e il saper-essere che, fondati sulla saggezza umana e sulle risorse spirituali, riflettono maggiormente la verità essenziale dell’esistenza umana”.

“Le famiglie maliane non si accontentano dei risultati scolastici da conseguire, ignorando le virtù umane, culturali e religiose. Che esse offrano ai loro figli quei punti di riferimento che li condurranno alla verità sulla vita, sul dovere di solidarietà e di dialogo che sono connaturati alla natura umana!”, ha auspicato.

“Spetta altresì allo Stato sostenere le famiglie nel loro compito educativo e vegliare sulla qualità intellettuale e umana del personale docente. Che i giovani maliani non si lascino sedurre dal guadagno facile che potrebbe indurli a venire a patti con reti che spingono alla criminalità e al traffico della droga!”.

Nel settore dell’istruzione, in Mali la Chiesa gioca un ruolo importante. Molti dirigenti maliani si sono infatti formati in scuole cattoliche, e Benedetto XVI ha ricordato che “l’impegno della Chiesa nella formazione e nell’educazione, come pure nei campi caritativo, sanitario e sociale, dimostra la sua volontà di collaborare con lo Stato, pur conservando la natura particolare delle sue strutture”.

Riconoscenza al Papa

L’ambasciatore maliano, come ricorda “L’Osservatore Romano”, ha sottolineato nel suo saluto che il Papa “si è sempre impegnato personalmente e costantemente nella promozione e nella difesa della dignità e dei diritti fondamentali della persona umana”.

“Ha lanciato senza sosta appelli ai credenti di tutte le confessioni ad accrescere la cultura dell’amore, della fratellanza e della solidarietà e a mettere in atto progetti di cooperazione e di pace”, ha indicato.

“Il suo recente appello – in occasione dello scorso Vertice del G20 a Seul, in Corea – a una profonda riforma dell’economia e a un rinnovamento dell’agricoltura per uno sviluppo sostenuto, invitando allo stesso tempo i Paesi ricchi a non unirsi contro i Paesi poveri, testimonia il sostegno costante della Santa Sede ai Paesi più vulnerabili nella loro lotta per una maggiore equità nel mondo. Le più alte autorità del Mali le sono grate per questo”.

Il diplomatico ha anche sottolineato il prezioso contributo offerto dalla Chiesa cattolica nel Paese africano.

“Oltre a operare nel campo dell’educazione, della sanità e dell’azione sociale, contribuisce ad aprire le coscienze a valori quali l’amore, il rispetto, la libertà, la giustizia e la solidarietà”, ha riconosciuto.

“La Chiesa cattolica – ha concluso – rappresenta un anello indispensabile per la comunità nazionale maliana”.

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ZENIT Staff

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