Benedetto XVI auspica la nascita di “una nuova classe di intellettuali”

Durante i Vespri con gli universitari romani in preparazione al Natale

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ROMA, venerdì, 17 dicembre 2010 (ZENIT.org).- L’Italia ha bisogno di “una nuova classe di intellettuali”. Lo ha detto Benedetto XVI nell’omelia per i Vespri celebrati giovedì sera nella Basilica Vaticana, alla presenza di cinquemila tra studenti e docenti delle università di Roma, accompagnati dal Cardinale Vicario Agostino Vallini.

In questo tradizionale appuntamento prenatalizio, iniziato con Giovanni Paolo II nel 1979, il Papa ha sottolineato la necessità di una profonda azione educativa e di un continuo discernimento, che “devono coinvolgere tutta la comunità accademica, favorendo quella sintesi tra formazione intellettuale, disciplina morale e impegno religioso”.

“Nei nostri tempi – ha sottolineato infatti – si avverte il bisogno di una nuova classe di intellettuali capaci di interpretare le dinamiche sociali e culturali offrendo soluzioni non astratte, ma concrete e realistiche. L’Università è chiamata a svolgere questo ruolo insostituibile e la Chiesa se ne fa convinta e fattiva sostenitrice”.

All’inizio della celebrazione, Renato Lauro, Rettore dell’università di Roma Tor Vergata, aveva rivolto un breve saluto al Papa, sottolineando come “il credere non si oppone al pensare e all’impegno intellettuale, ma li esige e li impegna a nuovo titolo con alte motivazioni, come la storia di duemila anni dell’Occidente ha dimostrato attraverso filosofi, teologi, artisti e uomini di scienza profondamente credenti”.

Nella sua omelia Benedetto XVI ha invitato i presenti a fissare lo sguardo sulla Grotta di Betlemme e a intraprendere quel cammino verso il Signore nascente che libera “il cuore da ogni fermento di insofferenza e di falsa attesa”, che può sempre annidarsi se si dimentica “che Dio è già venuto, è già operante nella nostra storia” e “chiede di essere accolto”.

“Tornare lì, in quel luogo umile e angusto, non è un semplice itinerario ideale – ha avvertito –: è il cammino che siamo chiamati a percorrere sperimentando nell’oggi la vicinanza di Dio e la sua azione che rinnova e sostiene la nostra esistenza”.

“Andiamo anche noi verso Betlemme – li ha quindi incoraggiati – con lo sguardo rivolto al Dio paziente e fedele, che sa aspettare, che sa fermarsi, che sa rispettare i tempi della nostra esistenza. Quel Bambino che incontreremo è la manifestazione piena del mistero dell’amore di Dio che ama donando la vita, che ama in modo disinteressato, che ci insegna ad amare e che chiede solo di essere amato”.

Al termine della preghiera una delegazione universitaria africana ha consegnato l’icona Maria Sedes Sapientiae a un gruppo di studenti spagnoli, dando così inizio simbolicamente al pellegrinaggio dell’effigie mariana in tutte le Università di Spagna, in vista della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) che si svolgerà nell’agosto del 2011 a Madrid.

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ZENIT Staff

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