TAIZÉ, giovedì, 16 dicembre 2010 (ZENIT.org).- Le difficoltà e le gioie come parte della vita e concretamente degli eventi avvenuti nell'anno che si sta per concludere in America Latina sono presenti nella “Lettera del Cile”, appena pubblicata dal priore della comunità ecumenica di Taizé, fratel Alois.
“Nelle nostre esistenze, attraversiamo difficoltà e sofferenze, a volte per lunghi periodi, ma vorremmo cercare sempre di ritrovare la gioia di vivere”, si legge nel testo.
La lettera è stata pubblicata dopo il secondo incontro internazionale promosso dalla comunità in America Latina, celebrato a Santiago del Cile dall'8 al 12 dicembre.
La gioia, constata fratel Alois nel documento, “si risveglia per la meraviglia di un incontro, per la durata di un'amicizia, per la creazione artistica, o anche per la bellezza della natura...”.
“L'amore che ci viene mostrato fa nascere una felicità che colma a poco a poco il fondo dell'anima”, aggiunge.
Quanto alla fonte di questa gioia, spiega che “non dipende solo da circostanze momentanee, ma viene dalla fiducia in Dio”.
Per fratel Alois, “l'opzione per la gioia è inseparabile dall'opzione per l'uomo. Questa ci colma di una compassione senza limiti”.
Riconosce anche che “l'accumulo esagerato di beni materiali uccide la gioia” e che la felicità si trova in uno stile di vita sobrio, nel lavorare per dare un senso all'esistenza e nella condivisione con gli altri.
Sofferenza e solidarietà
Nell'introduzione della lettera, il priore di Taizé spiega che, convocando l'incontro a Santiago, “non immaginavamo che quest'anno 2010 sarebbe stato per i cileni un periodo in cui le difficoltà sarebbero state tante quante le gioie”.
Il priore si riferisce alla gioia per il salvataggio dei 33 minatori rimasti intrappolati per decine di giorni e al terremoto del febbraio scorso.
“Mentre i cileni festeggiavano, con altri Paesi latinoamericani, il bicentenario dell'avvento della Repubblica, la violenza della terra e del mare infliggeva loro profonde sofferenze”, scrive.
Prega anche davanti all'“enorme sofferenza” provocata dal terremoto avvenuto nel gennaio di quest'anno ad Haiti, Paese che i fratelli di Taizé hanno previsto di visitare alla fine di dicembre per esprimere la loro solidarietà e ammirazione per il suo popolo.
La lettera riconosce la “generosità con cui innumerevoli persone hanno aiutato le vittime delle drammatiche catastrofi naturali”, e sottolinea che i cristiani dell'America Latina ricordano che “la lotta alla povertà è una lotta per la giustizia, la giustizia nelle relazioni internazionali, non l'assistenzialismo”.
Fratel Alois indica come segni del nostro tempo l'immigrazione e la crescente povertà nei Paesi ricchi.
La lettera ricorda che “il Vangelo ci esorta ad andare anche più lontano: la giustizia deve prolungarsi nel perdono”.
Di fronte alle situazioni “in cui non riusciamo a perdonare”, continua, “dobbiamo ricordare che il perdono di Dio non manca mai”.
“Accogliere e trasmettere il perdono di Dio: è questa la via aperta da Cristo”, conclude. “Il perdono ricevuto o dato è datore di gioia” e fonte di pace.
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Dec 16, 2010 00:00