Così i cristiani hanno conquistato il mondo

Due libri di Rodney Stark spiegano le ragioni dell’espansione del cristianesimo

Share this Entry

di Antonio Gaspari

ROMA, giovedì, 9 dicembre 2010 (ZENIT.org).- Come è stato possibile che 12 apostoli di un Messia che era stato crocifisso diventassero in poco più di 300 anni la religione più diffusa dell’impero romano? Non avevano grandi mezzi economici, non erano protetti dai potenti, e al contrario predicavano tra poveri e deboli. Come hanno fatto? Quali sono stati gli argomenti che hanno utilizzato per convertire così tante persone?

A queste e altre decine di domande circa la storia e l’espansione del cristianesimo nei primi secoli, ha cercato di rispondere il sociologo delle religioni e docente di Scienze Sociali presso la Baylor University del Texas, Rodney Stark, con due volumi ora pubblicati anche in italiano dall’editrice Lindau.

I due libri sono “Ascesa e affermazione del Cristianesimo. Come un movimento oscuro e marginale è diventato il pochi secoli la religione dominante dell’Occidente” e “La città di Dio. Come il cristianesimo ha conquistato l’impero romano”.

In entrambi i volumi l’autore raccoglie le diverse testimonianze storiche per cercare di svelare il mistero del successo cristiano attraverso la rigorosa applicazione di metodi scientifici e strumenti sociologici. Analizzando e mettendo insieme le testimonianze scritte di autori del tempo, relative alle diverse città dove erano presenti comunità cristiane, Stark disegna una curva che mostra l’aumento del numero dei cristiani dall’anno 40 al 300.

Secondo le testimonianze ed i numeri calcolati con metodo scientifico, i cristiani erano 1000 nell’anno 40, circa 40.000 nel 150, quasi sei milioni nell’anno 300, e poco meno di 32 milioni nel 350 d.C.

Secondo Stark, non fu Costantino a permettere la crescita della Chiesa cristiana, al contrario fu l’enorme crescita dei cristiani a convincere l’Imperatore che il cristianesimo avrebbe sostenuto e rafforzato il cosmopolita popolo romano e quindi l’impero.

L’aspetto più affascinante dell’indagine condotta dall’autore riguarda la descrizione dell’ambiente sociale in cui vivevano i primi convertiti, la cristianizzazione degli ebrei, la condizione delle donne nelle comunità cristiane, l’impressione che le opere di carità e di amore fraterno dei cristiani faceva sui pagani, l’accettazione eroica del martirio, l’amore verso gli altri e l’organizzazione dei cristiani.

Nel cercare di capire come fece il cristianesimo a diventare più attraente del paganesimo e di altre religioni presenti in quegli anni, Stark individua alcuni tratti che risultano decisivi nella religione fondata da Gesù Cristo.

Uno degli aspetti che più impressionava i pagani era l’attenzione e la cura per il prossimo da parte dei cristiani.

Nella realtà urbane dei primi secoli erano frequenti epidemie, incendi e altri disastri naturali. In questi frangenti i pagani fuggivano cercando riparo, mentre i cristiani rimanevano per accudire parenti, figli, mogli, nonni, amici. Il loro amore per gli altri era tale che rischiavano la vita pur di prestare carità, cura e attenzione per gli altri.

L’assistenza verso i deboli e l’assistenza medica elementare, che i cristiani praticavano verso tutti, ridusse notevolmente la mortalità e li fece apparire di fronte ai pagani come degli eroi innamorati dell’umanità.

La carità dei cristiani era tale che giungeva fino alla testimonianza eroica dei martiri. Tutti rimanevano impressionati dai cristiani che sopportavano torture e martirio senza ribellarsi e senza mai tradire il loro fondatore.

Stupefacente era anche la mancanza di azioni di vendetta e di violenza dei cristiani, i quali addirittura pregavano Dio affinché perdonasse i persecutori.

L’attenzione, la stima, il rispetto e la protezione che i cristiani praticavano nei confronti delle donne fu un altro elemento decisivo nel processo di conversione.

Nella cultura cristiana le donne godevano di uno status più alto rispetto alle donne del mondo greco-romano. I cristiani combattevano la poligamia, la schiavizzazione e lo sfruttamento sessuale delle donne, proibivano la pratica dell’infanticidio e dell’aborto, che spesso veniva esercitato proprio nei confronti della nascita delle bambine. Questi elementi insieme al culto di Maria, fecero sì che nelle comunità cristiane fin dall’inizio ci fu una prevalenza numerica delle donne.

La crescita di comunità sane con la presenza di molte donne virtuose fu decisiva per la crescita demografica dei cristiani, ma anche per la conversione dei pagani.

Accadde infatti che i pagani trovavano donne virtuose per contrarre matrimoni nelle comunità cristiane. La percentuale di matrimoni misti tra donne cristiane e uomini pagani fu relativamente alta, e generò molte conversioni dei coniugi maschi al cristianesimo. La conseguenza ultima di questi fenomeni fu un aumento del tasso di natalità all’interno dei circoli cristiani.

Stark spiega la rapida crescita dei cristiani nei primi secoli con quella che chiama “evangelizzazione degli ebrei”. L’autore riferisce di tanti ritrovamenti archeologici da cui risulta che le comunità cristiane ed ebraiche rimasero strettamente collegate per molto tempo, senza testimoniare alcun genere di insanabile rottura.

Come ha commentato Andrew M. Greeley dell’ Università di Chicago, “il racconto del professor Stark sull’ascesa del cristianesimo è provocatorio”, perchè sostiene che l’affermazione dei cristiani fu dovuta all’offerta di “una vita più attraente, sicura e felice”.

Il professor Roger S. Bagnall della Columbia University ha aggiunto che “i libri di Stark sono entusiasmanti, pieni di stimoli e di nuove idee e provocheranno certamente una rivoluzione nel pensiero sull’ascesa del cristianesimo nel mondo romano”.

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione