di Giuseppe Brienza
ROMA, venerdì, 3 dicembre 2010 (ZENIT.org).- Accanto alla Basilica di Sant’Anastasia, nel centro di Roma e a due passi dal Vaticano, è stato costituito il 13 novembre scorso il terzo Centro di Aiuto alla Vita (CAV) della Capitale che il 4 dicembre, alle ore 16.30, inaugurerà la sua sede di piazza S. Anastasia 1.
Alla cerimonia di “avvio lavori” del CAV, che si concluderà alle 18.00 con una S. Messa in Basilica presieduta da mons. Diego Bona, Vescovo emerito di Saluzzo, interverranno, fra gli altri, l’ing. Roberto Bennati, Presidente di Federvita Lazio e Vicepresidente del Movimento per la Vita italiano, don Alberto Pacini, Rettore della Basilica di Sant’Anastasia e, naturalmente, il presidente del neo-nato CAV, la sig.ra Anna Spurio Consoli, alla quale ZENIT ha rivolto alcune domande per conoscere le premesse e gli obiettivi di questa nuova iniziativa sociale di difesa della vita nascente.
Come mai un nuovo Centro di Aiuto alla Vita a Roma?
Anna Spurio Consoli: Col trascorrere degli anni dall’introduzione dell’aborto legale in Italia, avvenuta con la legge 194/1978, si è verificato nel Paese e, al suo interno, soprattutto nelle grandi città fra cui Roma, un dannoso e sempre più grave processo di assuefazione a questo male, tale da indurre buona parte della gente a ritenere inevitabile la possibilità di scelta della donna, a prescindere dal giudizio morale sull’aborto volontario. Lo hanno ricordato anche i Vescovi italiani nel messaggio del 7 ottobre scorso, per la prossima, XXXIII, Giornata per la vita: “Cogliamo… il segno di un’estenuazione della cultura della vita, l’unica capace di educare al rispetto e alla cura di essa in ogni stagione e particolarmente nelle sue espressioni più fragili. Il fattore più inquietante è l’assuefazione: tutto pare ormai normale e lascia intravedere un’umanità sorda al grido di chi non può difendersi”. Secondo una recente statistica, ad esempio, nel Lazio ogni giorno 37 donne abortiscono e, fra queste, una ha tra i 15 e i 17 anni. Credo che quest’ultimo agghiacciante dato risponda pienamente alla sua domanda.
Quando e perché nascono i CAV?
Anna Spurio Consoli: Negli anni ’70 in Italia i radicali e le sinistre lanciarono una forte offensiva contro la famiglia e la vita, raggiungendo molti dei loro obiettivi, nella cultura e nella legislazione nazionale. D’allora, però, persone di ogni ceto e di ogni provenienza si sono organizzate per contrastare questa crescente cultura della morte. Fra questi, i tanti che hanno dato vita ai CAV, che sono associazioni di volontariato (oggi ne lavorano in Italia circa 300 in Italia, ed hanno salvato almeno 120.000 tra bambini e bambine dall’aborto) nate per sostenere donne o coppie in difficoltà di fronte alla nascita di un bambino. Hanno dato vita a grandi opere sociali, di aiuto alle famiglie, alle donne incinte, alla vita, fra cui soprattutto il Progetto Gemma ed il Telefono SOS Vita.
Che tipo di aiuto intendete offrire?
Anna Spurio Consoli: Aiuto morale (colloqui, condivisione) e materiale (vestiti per la mamma ed il bambino, pannolini, latte in polvere, passeggini, ecc…), finalizzato ad evitare in tutti i modi la tragica “scelta” dell’aborto.
Quale legame avete con il Movimento per la Vita?
Anna Spurio Consoli: Come la stragrande maggioranza dei CAV, anche noi siamo legati idealmente al Movimento per la Vita, al quale abbiamo già richiesto la federazione. Opereremo comunque in autonomia dato che il nostro è un lavoro sociale “sul campo”, ed il nostro è un obiettivo molto pratico: la prevenzione dell’aborto volontario e l’aiuto delle mamme in difficoltà.
Quali sono i principi ispiratori del “CAV Palatino”?
Anna Spurio Consoli: Il nostro CAV, pur essendo un’associazione aconfessionale, cioè non dipendente dalla Chiesa cattolica o da altra organizzazione religiosa, si ispira ai principi dell’etica naturale e cristiana ed ai valori di solidarietà ed umanità nel pieno rispetto della vita umana, fin dal suo concepimento. E’ poi, logicamente, anche un’associazione apartitica e che non persegue fini di lucro: tutte le prestazioni degli aderenti e le cariche sociali sono gratuite. Al CAV, come è scritto nello Statuto, è vietato distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione comunque denominati, nonché fondi, riserve o capitale durante la vita dell’associazione stessa, a meno che la destinazione o la distribuzione siano imposte per legge o siano effettuate a favore di altre organizzazioni che perseguano le stesse finalità.
I progetti concreti del CAV?
Anna Spurio Consoli: Ci proponiamo principalmente di: operare concretamente per favorire l’accoglienza dei bambini concepiti; promuovere, coordinare, e gestire ogni servizio idoneo ad assistere materialmente le maternità difficili per qualsiasi ragione (psicologica, sociale, familiare, economica, sanitaria) al fine di salvare senza condizioni né eccezioni ogni vita umana concepita; promuovere la conoscenza delle sostanze cripto abortive, presentate come semplici contraccettivi; collaborare con i Consultori pubblici e privati, istituzioni e associazioni analoghe per gli scopi di comune interesse.
Come può aiutarvi il “popolo della vita” romano?
Anna Spurio Consoli: Innanzitutto condividendo le nostre idee ed attività e facendoci conoscere. Poi, siccome abbiamo entusiasmo, buona volontà e idee nuove, ma siamo economicamente deboli, potrebbe essere utile anche un interessamento, diretto o indiretto, in questo senso. Il patrimonio del CAV “Santa Anastasia” è, infatti, costituito quasi esclusivamente dal contributo degli associati, anche se lo stesso potrebbe da Statuto ricevere oblazioni e contributi versati da Enti o privati. Dal “popolo della vita” ci aspettiamo comunque innanzitutto che intervenga alla nostra festa di inaugurazione il 4 dicembre ed, in ogni caso, ci contatti (telefonando al 347/55.33.452 o scrivendoci all’indirizzo di posta elettronica: cavsanastasia@libero.it).