ROMA, giovedì, 2 dicembre 2010 (ZENIT.org).- L’Europa non sarebbe più se stessa se il matrimonio sparisse o subisse dei mutamenti. Lo ha detto questo giovedì Benedetto XVI nel ricevere in udienza il nuovo ambasciatore di Ungheria presso la Santa Sede, il sig. Gábor Győriványi, che ha presentato le sue Lettere credenziali in Vaticano.
Nel suo discorso il Papa ha ricordato che “il matrimonio e la famiglia costituiscono un fondamento decisivo per un sano sviluppo della società civile, dei Paesi e dei popoli”, e che “il matrimonio come forma di ordinamento basilare del rapporto tra uomo e donna e, allo stesso tempo, come cellula fondante della comunità statale è venuta plasmandosi anche a partire dalla fede biblica”.
“In questo modo – ha continuato –, il matrimonio ha dato all’Europa il suo particolare aspetto e il suo umanesimo, anche e proprio perché si è dovuta apprendere e conseguire continuamente la caratteristica di fedeltà e di rinuncia tracciata da esso”.
Per questo, ha sottolineato, “l’Europa non sarebbe più Europa se tale cellula basilare della costruzione sociale sparisse o venisse sostanzialmente trasformata”.
A questo proposito il Pontefice ha ricordato come il matrimonio e la famiglia siano oggi minacciati da un lato dall’ “erosione dei loro valori più intimi di stabilità e indissolubilità, a causa di una crescente liberalizzazione del diritto di divorzio e dell’abitudine, sempre più diffusa, alla convivenza di uomo e donna senza la forma giuridica e la protezione del matrimonio” e dall’altro lato da “diversi generi di unione che non hanno alcun fondamento nella storia della cultura e del diritto in Europa”.
“La Chiesa – ha ricordato – non può approvare iniziative legislative che implichino una valorizzazione di modelli alternativi della vita di coppia e della famiglia”, che “contribuiscono all’indebolimento dei principi del diritto naturale e così alla relativizzazione della legislazione tutta, nonché della consapevolezza dei valori nella società”.
Nel suo indirizzo di saluto il neo ambasciatore ha ricordato che l’Ungheria assumerà la presidenza dell’Unione europea all’inizio del prossimo anno e a questo proposito ha assicurato che nel suo mandato verrà data “grande importanza alla cura dei valori culturali europei, in particolare delle radici cristiane”.
Parlando della crisi economica il sig. Gábor Győriványi ha affermato che per promuovere la ripresa, “il nuovo Governo è impegnato a introdurre un cambiamento fondamentale di mentalità: una politica economica e fiscale orientata alla famiglia, e invece che alla speculazione, a un benessere basato sul lavoro”.