Il Papa: la memoria della presenza di Dio è fonte di gioia

Nella Messa per Manuela Camagni, la Memor Domini della Famiglia Pontificia

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ROMA, giovedì, 2 dicembre 2010 (ZENIT.org).- “Manuela era una persona interiormente penetrata dalla gioia, proprio di quella gioia che proviene dalla memoria di Dio”. Lo ha detto questo giovedì Benedetto XVI nel celebrare nella Cappella Paolina in Vaticano una Messa in suffragio di Manuela Camagni, scomparsa tragicamente il 23 novembre scorso, a 56 anni, a causa di un incidente stradale.

Manuela era una delle quattro “Memores Domini” – donne consacrate nel mondo appartenenti al movimento Comunione e Liberazione – che si occupano dell’appartamento pontificio.

Nell’omelia, il Papa ha ricordato con profonda gratitudine la testimonianza di fede e carità della laica consacrata soffermandosi sul significato della “memoria di Dio”.

“Nella profondità del nostro essere – ha detto il Papa – è iscritta la memoria del Creatore”. Una memoria, ha osservato, che “non è solo memoria di un passato, perché l’origine è presente, è memoria della presenza del Signore”.

E’ quindi, “anche memoria del futuro, perché è certezza che veniamo dalla bontà di Dio e siamo chiamati ad arrivare alla bontà di Dio”.

“Perciò – ha spiegato – in questa memoria è presente l’elemento della gioia, la nostra origine nella gioia che è Dio e la nostra chiamata ad arrivare alla grande gioia”.

Tuttavia, ha osservato il Santo Padre, oggi si assiste a una “ricerca disperata della gioia che si allontana sempre più dalla sua vera fonte, dalla vera gioia. Oblio di Dio, oblio della nostra vera memoria: Manuela non era di quelli che avevano dimenticato la memoria, ha vissuto proprio nella viva memoria del Creatore”.

“Nella gioia della Sua creazione, vedendo la trasparenza di Dio in tutto il Creato, anche negli avvenimenti quotidiani della nostra vita, ha compreso che da questa memoria viene la gioia”, anzi “chi sta nella memoria di Dio è vivo”.

Noi “sentiamo soprattutto il dolore della perdita, sentiamo l’assenza, il passato”, ha detto il Papa, ma la “liturgia sa che noi siamo nello stesso Corpo di Cristo”.

“In questo incrocio della Sua memoria e della nostra memoria siamo uniti – ha concluso –, siamo vivi e preghiamo il Signore che sempre più possiamo sentire questa comunione di memoria, che la nostra memoria di Dio in Cristo diventi sempre più viva e così possiamo sentire che la nostra vera vita è in Lui e qui siamo tutti insieme”.

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ZENIT Staff

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