DUBLINO, mercoledì, 1° dicembre 2010 (ZENIT.org).- “La Chiesa in Irlanda è in cammino di rinnovamento”, ma “il rinnovamento della Chiesa non consiste in strategie mediatiche o riforme strutturali”, “la Chiesa non si riformerà mai dall’esterno”.
Lo ha affermato l’Arcivescovo di Dublino, monsignor Diarmuid Martin, il 20 novembre scorso nella pro-Cattedrale dublinese di Santa Maria, nell’omelia che ha pronunciato durante la Messa per il 30° anniversario della morte del fondatore della Legione di Maria, il Servo di Dio Frank Duff.
“Il rinnovamento è una dimensione essenziale della vita della Chiesa in ogni momento della storia – ha riconosciuto –. La necessità di un rinnovamento della Chiesa in Irlanda è tuttavia particolarmente urgente in questo momento”.
“Gli scandali su aspetti della vita della Chiesa che sono stati rivelati hanno aperto i nostri occhi non solo agli orrori particolari dell’abuso di minori e di un’inadeguata risposta a questi fatti”, ma anche “a una crisi molto più profonda nella Chiesa in Irlanda”.
L’Arcivescovo ha analizzato alcuni aspetti dei cambiamenti che hanno sperimentato la Chiesa e il Paese, come la notevole diminuzione della pratica religiosa, la crisi delle vocazioni al sacerdozio e il disincanto tra molti credenti, che vivono come se Dio non esistesse.
Quanto alla crisi della Chiesa, ha affermato che “non si tratta della funzione della Chiesa nella società, né di numeri”, ma della “comprensione del messaggio di Gesù Cristo”.
“Si tratta della fede nel Dio rivelato in Gesù Cristo e di una questione fondamentale: chi è Gesù? – ha spiegato –. Gesù è venuto a portarci un messaggio d’amore, ma non è un messaggio che si riduce ad essere gentili con gli altri”.
Il presule ha quindi esortato a chiedersi “che cosa dovrebbe caratterizzare la Chiesa di Gesù Cristo come popolo guidato dal messaggio di salvezza rivelato attraverso la morte e la resurrezione di Gesù”.
Per uscire dalla crisi
Monsignor Martin ha riconosciuto che “le recenti rivelazioni sugli abusi probabilmente non sarebbero mai venute alla luce senza un intervento dall’esterno”.
“Il rinnovamento e la riforma della Chiesa, tuttavia, verranno solo dall’interno della Chiesa – ha aggiunto –, cioè dall’interno di una comunità di uomini e donne che ascoltano la Parola di Dio, si riuniscono per pregare, celebrano l’Eucaristia e sono chiamati a condividere la vita di Cristo stesso”.
“Ciò che è fondamentale – e non può mai essere sostituito con altri meriti – è la volontà di conoscere Gesù e di entrare in una vera amicizia con Lui”.
“Ciò significa permettere che la sua Parola conquisti i nostri cuori, significa avere la stessa mentalità di Gesù. Si tratta di conoscere il Padre attraverso l’incontro con Gesù”.
L’Arcivescovo di Dublino ha quindi avvertito che “il rinnovamento della Chiesa in Irlanda sarà doloroso”.
“Ci sono molti indizi del fatto che la Chiesa in Irlanda ha perso la sua via”, ha riconosciuto. “Purtroppo, molte persone, di diverse età, non conoscono più Gesù Cristo”.
“Ciò non significa che non siano brave persone”, né che la Chiesa sia solo per un’élite: “la Chiesa è una Chiesa di peccatori”, ha ricordato. “Ciascuno di noi deve pentirsi giorno dopo giorno”.
La Chiesa, ha proseguito, “non è una vaga agenzia di moralizzazione della società”; “l’Eucaristia e i sacramenti sono celebrazioni di fede in Gesù Cristo nella comunità cristiana”.
“Permettere che la vita sacramentale della Chiesa si riduca a una specie di vaghe celebrazioni sociali è lasciare che la vera identità della Chiesa si distorca”, ha avvertito.
L’Arcivescovo ha sottolineato che “la Chiesa è stata tradita dai propri membri attivi”, e di fronte a questo errore a volte ha dato l’impressione di volere che tutto consista nel “perdonare e in modo semplicistico”.
“Nella società attuale, in cui il messaggio di Gesù è sempre meno accessibile, la Chiesa deve diventare un luogo in cui la formazione nella Parola di Dio risuoni come ha fatto nella Chiesa irlandese per generazioni”.
Frank Duff
Nella sua omelia, monsignor Martin ha poi commentato la figura di Frank Duff, morto trent’anni fa, al quale si è riferito come a un “uomo tranquillo, senza pretese personali”, che nel 1921 ha fondato la Legione di Maria, “un movimento di preghiera, sollecitudine cristiana e spiritualità mariana”.
“Ricordiamo in particolare la sua tenacia” “per portare senza vergogna il messaggio di Gesù alle persone nelle varie circostanze della loro vita, una tenacia spinta non dall’ambizione umana, ma dalla devozione a Maria”, ha detto.
Il presule ha anche ricordato che la fondazione della Legione di Maria ha avuto luogo in un “momento critico della storia dell’Irlanda”, per l’incertezza politica che sarebbe sfociata in una guerra civile e la povertà, anche morale.
“Frank Duff è stato un uomo che di fronte a una grande sfida sociale ha fatto qualcosa – ha sottolineato monsignor Martin –. Non ha scritto una lettera al direttore, ma ha riunito uomini e donne con idee affini a lui in un movimento di rinnovamento spirituale, preghiera e servizio cristiano”.
Il presule ha infine ringraziato la Legione di Maria nell’Arcidiocesi di Dublino per la sua generosa partecipazione al progetto diocesano di mettere alla portata delle famiglie il Vangelo di San Luca, e per la sua rinnovata riflessione sulla Parola di Dio, la sua applicazione alla vita quotidiana e il suo impegno nei confronti della preghiera e dell’Eucaristia.