ROMA, giovedì, 25 novembre 2010 (ZENIT.org).- “Un atto di gravità inaudita, contro ogni senso civico”, così la Federazione universitaria cattolica italiana (FUCI) ha definito l’assalto degli studenti al Senato verificatosi questo mercoledì e che ha causato 18 feriti e due arresti.
La FUCI, la più antica associazione universitaria italiana, fondata nel 1896 e presente oggi in circa 60 atenei, ha fatto appello in una nota a smorzare il clima di tensione crescente nel Paese dove stanno dilangando sit-in e cortei contro il ddl di riforma dell’Università, voluto dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, che già approvato dal Senato è ora all’esame della Camera che dovrebbe votarlo il 30 novembre prossimo.
Intanto, dopo gli scontri di mercoledì, oggi gli studenti romani sono tornati in piazza per protestare davanti a Montecitorio. A Pisa una ventina di ragazzi ha occupato la Torre pendente. Mentre a Torino circa mille di studenti hanno protestato davanti alla sede del palazzo della Regione a piazza Castello e infine sono saliti sulla Mole Antonelliana.
“Siamo convinti – si legge nella nota della FUCI – che una siffatta esplicitazione della protesta finisca per scadere in vandalismo ed inciviltà, assolutamente inconcludente e, anzi contro il principio che dovrebbe muovere chi esprime una critica, chiedendo ascolto, possibilità di esprimere la propria opinione e rispetto”.
“Da giovani universitari – continuano – che amano il loro Paese non rimaniamo passivi spettatori della condizione in cui versa l’Università italiana ma allo stesso tempo non siamo inclini a seguire gli slogan del momento o a demolire proposte e Istituzioni”.
“La passione che nutriamo per l’Università ci chiede un’attenzione e una cura maggiori volte ad animare una critica costruttiva fatta di studio e di confronto”.
“A noi preme ricordare e rendere protagonisti, in questo grave momento per l’Università nel nostro Paese, tutti gli studenti – davvero molti anche quelli aderenti alla nostra Federazione – che dal nord al sud d’Italia sono ancora in attesa dell’inizio delle loro lezioni”.
Quella attuale, spiega la nota della FUCI, è una “situazione di assoluta gravità che compromette l’effettività del diritto allo studio”.
“Esprimiamo il nostro disappunto – si legge di seguito – per il fatto che si parli di riforma mettendo mano ad un ingente taglio di risorse e si consideri l’Università come una voce di spesa e non come un investimento per il nostro Paese e chiediamo, rinnovando la nostra disponibilità alla partecipazione, di riaprire un dialogo tra istituzioni e componenti del mondo accademico, compresi gli studenti”.
“In queste ore in Aula, di emendamento in emendamento, il testo sta conoscendo ampie modifiche. Si tratta di un segno evidente di una spaccatura forte in tema di università. Noi auspichiamo invece si possa trovare un clima sereno e pacato di lavoro che porti ad una piena e unanime concordanza sulle modifiche al testo del ddl”.
“Purtroppo – conclude la nota – la situazione è molto confusa e l’incertezza della contingenza politica rischia di pregiudicare l’esito dei lavori parlamentari, su un tema di assoluta rilevanza per il presente e il futuro del nostro Paese”.