NEW YORK, mercoledì, 17 novembre 2010 (ZENIT.org).- L'attacco alla Cattedrale siro-cattolica di Baghdad è stato il “peggior incubo possibile” e “non è ancora terminato”.

Lo ha affermato l'Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'ONU, l'Arcivescovo Francis Chullikatt, la sera di giovedì 11 novembre nella chiesa della Sacra Famiglia a New York, a una strada dalla sede delle Nazioni Unite, durante una veglia di preghiera per le vittime dell'attacco del 31 ottobre.

La Missione della Santa Sede, in collaborazione con la Diocesi siro-cattolica di Nostra Signora della Liberazione e l'Arcidiocesi di New York, ha organizzato questo incontro per le 58 vittime mortali dell'attacco e gli oltre 100 feriti.

Ha assistito anche il Vescovo siro-cattolico per gli Stati Uniti e il Canada, monsignor Yousif Habash.

L'Arcivescovo Chullikatt è stato Nunzio Apostolico in Iraq e Giordania negli ultimi 4 anni, fino a quando, due mesi fa, è arrivato a New York per svolgere il suo nuovo incarico presso l'ONU.

La sua residenza a Baghdad si trova a poca distanza dalla Cattedrale, e il presule conosceva i sacerdoti che sono stati assassinati - padre Thaer Abdal e padre Wassim Al-Qas Boutrus-, così come altre vittime dell'attentato.

Nel suo discorso di apertura, ha lamentato che alcune delle famiglie che hanno perso i propri cari quel giorno abbiano subito nuovi attacchi alle loro abitazioni. Per il presule, “la situazione è intollerabile”.

“Intristisce tutti noi sentir parlare di luoghi di culto che vengono attaccati – ha affermato –. Questi atti atroci ci indignano in modo particolare quando vengono perpetrati per sradicare una religione da un luogo concreto della creazione di Dio, quando i nostri fratelli e le nostre sorelle sono assassinati proprio per la loro fede. Questo non sarà mai il modo di diffondere la fede in Dio”.

Il presule ha concluso con un'accorata richiesta di pace e riconciliazione: “Amate i vostri nemici. Pregate per quanti vi perseguitano”.

L'Arcivescovo ha sottolineato che hanno bisogno di preghiere non solo le vittime e le loro famiglie, ma anche chi era riunito a New York per la veglia, “perché nei nostri cuori non cresca l'amarezza e per poter apportare il nostro granello di sabbia alla costruzione di un mondo che valorizzi e promuova la riconciliazione, l'armonia, l'amore e la pace tra i popoli, le Nazioni e le religioni”.

Sul programma della veglia di preghiera sono stati pubblicati i nomi di tutte le vittime:

Padre Thaer Abdal
Padre Wassim Al-Qas Boutrus

George Ayoub Toubaias
Nabil Elias
Sahem Adnana

Thaer Kamel con sua moglie Nada e suo figlio Omar
Nada Hamis Stefan
Omar Ousi

Aziz Almyzi
Younan Georgis Alsaour con suo figlio, sua nuora e sua nipote

John Younan
Rita Matti Georgis Zora
Sandro John Younan

Maha Naseef Bino e i suoi due figli Wisam e Salam
Salam Adeeb
Wisam Adeeb

Fayez Waedallah Qzazi
Audai Zhair Marzeina Arab
Adam Audai Zhair Arab

Behnam Mansour Paulus Mamika
Ayoub Adnan Ayoub Berjo
Sabah Matti Hamai

Saed Edward Alsaati
Fares Najeeb Philip Anawi
Vivine Naser Maro

Nazir Abdulahad Anai
Fadi Behouda
Mazen Fadil Salim Elias Mahrouk

Abdalla Haddad
Wamek Haddad
RaghdaWafi Bishara

Nizar Jamil Matloub
Noel Nizar Jamil Matloub
Bassam Jamil Al-Khouri

Adnan Jamil Al-Khouri
Bahnam Mikhaeil
Salah Georgis AbdelAhad Qaqo

Christine Nabil Toubaia Katnawi
Raed Saadallah Abdal
Fadi Samir Habib Amso

Athil Nageeb Aboudi
Nizar Hazem Al Sayegh
Souheila Johnny