La società ha bisogno di un mantello e di chi lo sappia condividere

Mons. Filoni ricorda San Martino all’Università Cattolica di Roma

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ROMA, giovedì, 11 novembre 2010 (ZENIT.org).- Inaugurando questo giovedì mattina l’Anno Accademico 2010-2011 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, l’Arcivescovo  Fernando Filoni, Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, ha affermato che la società odierna ha bisogno di un mantello che l’avvolga e di chi lo sappia condividere.

Il presule ha tratto spunto dalla figura di San Martino, Vescovo di Tours, la cui memoria ricorreva proprio questo giovedì, ricordando che “in un’epoca in cui la testimonianza evangelica aveva superato la fase della persecuzione e del martirio, questo Santo impersona il modello del confessore della fede, che esercita l’ascesi monastica in mezzo al popolo”.

“Il gesto compiuto da Martino sulla via verso Amiens, quello cioè di condividere il proprio mantello con un mendicante, accompagnato dalla successiva visione di Cristo che gli appare avvolto proprio in quel pezzo di mantello da lui donato al povero, diviene una incisiva e sintetica catechesi per imparare a scoprire il volto di Cristo in ogni fratello, specialmente nel più piccolo e bisognoso”.

San Martino, “asceta, uomo di preghiera e di carità”, “è un modello attuale a cui ispirarsi” anche per chi opera “in una istituzione scientifica di indagine, di studio e di servizio”, ha indicato.

Come il santo ha condiviso il suo mantello con il povero incontrato lungo la strada, infatti, “anche l’uomo della nostra società sviluppata ha bisogno di chi lo avvolga con il proprio mantello, di chi sappia condividerlo con lui”.

“L’opera culturale, scientifica – come pure di assistenza qualificata e competente al malato, che, in uno spirito di autentico servizio, l’Università Cattolica del Sacro Cuore è chiamata a realizzare – diventa la concreta condivisione del ‘mantello’ di un autentico umanesimo, aperto alla trascendenza e animato dai valori della solidarietà, della fraternità e dell’amore”.

La missione specifica di un’università, ha rilevato l’Arcivescovo, “è apportare sapere e conoscenza, è essenzialmente ‘missione di carità’, è condividere il proprio mantello a favore dell’uomo e della sua qualità di vita”.

Monsignor Filoni ha quindi spiegato che “l’acquisire una profonda competenza, anzi la più profonda possibile”, soprattutto per chi attraverso la scienza medica è “a contatto diretto con problematiche riguardanti la vita delle persone in momenti di difficoltà e di sofferenza”, “è non solo un impegno, ma un dovere”.

L’Università Cattolica del Sacro Cuore partecipa a questa missione “con le specifiche caratteristiche e finalità date dal suo essere ‘cattolica’”, ispirandosi “ai principi del Vangelo e alla tradizione della Chiesa”, “con una speciale sensibilità verso le dimensioni etiche e religiose”.

“All’occorrenza essa è chiamata anche a dire verità scomode, che non lusingano l’opinione pubblica, ma che pure sono necessarie per salvaguardare il bene autentico della vita, dal concepimento fino alla morte naturale, e così il bene autentico della società”.

L’Università Cattolica, ha aggiunto, “è luogo privilegiato per un fruttuoso dialogo tra Vangelo e cultura, tra Vangelo e scienza”, e “sarà tanto più fedele all’ideale del suo fondatore, Padre Agostino Gemelli, quanto più saprà coniugare serietà e rigore scientifico e identità cattolica, vivendo la propria attività come un chiaro servizio alla Chiesa e all’uomo”.

Il Policlinico, ha concluso, “è una preziosa scuola di umanità”, in cui si può ricevere molto e donare la propria competenza e la propria dedizione “avendo presente l’immagine di Cristo stesso, il vero Maestro che, nell’Ultima Cena, si china a lavare i piedi agli Apostoli per indicare che l’atteggiamento verso l’uomo è e deve essere sempre quello del servizio”.

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ZENIT Staff

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