di Chiara Santomiero
ROMA, venerdì, 15 ottobre 2010 (ZENIT.org).- Un pacchetto di incentivi finanziari e fiscali per la creazione di nuove famiglie e l’educazione dei figli insieme a misure per favorire l’accesso al mondo del lavoro: è questa la ricetta per uscire dalla crisi economica suggerita da Ettore Gotti Tedeschi, presidente dell’Istituto per le opere di religione (Ior) nel suo intervento su “La crisi globale: origini, rischi e opportunità” durante la Settimana sociale dei cattolici in corso a Reggio Calabria.
“Per non tradire il Vangelo – ha sostenuto l’economista – occorre una visione corretta anche in economia la quale negli ultimi 30 anni ha assunto un’autonomia morale”. “La crisi – ha proseguito Gotti Tedeschi – è un’occasione per studiare cosa è successo e quello che è successo spiega come è cambiato il mondo”.
L’origine della crisi, secondo Gotti Tedeschi, “risiede nel crollo della natalità del mondo occidentale iniziata già nel 1975”. “Se la popolazione resta costante nel tempo – ha spiegato l’economista – diminuiscono i soggetti che accedono al ciclo produttivo e aumentano le persone che ne escono”.
Ciò significa “costi fissi maggiori per la società e diventa necessario aumentare i consumi per riequilibrare il prodotto interno lordo di un paese”. In questo modo si favorisce la creazione del debito: “Negli Stati Uniti – ha affermato Gotti Tedeschi – nel 1998 il debito delle famiglie americane sul Pil era pari al 68%; in 10 anni è cresciuto del 28%”. Sempre nel 1998 “il debito del sistema – composto da governo, finanza, sistema industriale, famiglie – sia in Italia che negli Usa era pari al 200%; in 10 anni è arrivato al 300%. Occorre un impegno a “sgonfiare il debito, altrimenti il sistema non funziona e non si può andare avanti”.
Come si sgonfia il debito? “La soluzione di cui nessuno vuole parlare – ha affermato l’economista – è quella di ‘tirare la cinghia’ e riconoscere che negli ultimi 20 anni il valore dei beni che abbiamo acquistato non è reale”.
“Occorre chiedersi – ha affermato Gotti Tedeschi che si definisce ‘direttore marketing’ della Caritas in veritate perchè invita sempre a porre questa enciclica come punto di riferimento non solo in economia – quali sono i valori di riferimento”. La risposta è “assicurare uno sviluppo integrale della persona e garantire a tutti l’accesso alle risorse”.
Se ciò non è stato fatto è perchè “l’economia ha assunto un valore morale mentre oggi bisogna tornare a distinguere tra fini e mezzi”. E’ proprio “della razionalità cattolica non dare la colpa di quanto succede agli strumenti ma al cattivo uso che ne hanno fatto persone che hanno perso il senso della verità”. “Senza un’inversione di tendenza nell’equilibrio tra fini e mezzi – ha concluso l’economista – le cose e la tecnologia finiranno per possedere l’uomo”.