Cristiani e musulmani insieme contro le violenze interreligiose

Messaggio della Santa Sede per la fine del Ramadan

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ROMA, venerdì, 27 agosto 2010 (ZENIT.org).- Un invito alla collaborazione tra cristiani e musulmani “per vincere la violenza tra fedeli di religioni diverse”: è questo il contenuto del messaggio inviato ai musulmani dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso in occasione della festa di Eid al-Fitr che chiude il mese di Ramadan.

La Commissione per le Relazioni con i musulmani ha inviato per la prima volta una lettera ai musulmani di tutto il mondo, in occasione di questa festa nel 1967. Da allora è divenuta pratica consueta esprimere in tal modo le proprie felicitazioni in un momento gioioso e significativo nel ciclo della vita islamica.

Il Ramadan, infatti, mese durante il quale non è consentito mangiare e bere dall’alba al tramonto e sono prescritte la preghiera e la lettura del Corano, rappresenta il momento in cui si ritiene che il loro testo sacro sia stato inviato dal cielo come guida e mezzo di salvezza per gli uomini.

Il tema scelto quest’anno dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, “Cristiani e Musulmani: insieme per vincere la violenza tra fedeli di religioni diverse”, invita a riflettere sulle cause che portano in varie parti del mondo alla strumentalizzazione della religione.

Alcune di queste cause, si legge nel messaggio, sono “la manipolazione della religione a fini politici o di altro tipo, la discriminazione sulla base dell’etnia o dell’identità religiosa, le divisioni e le tensioni sociali”. Ma anche l’ignoranza, la povertà, il sottosviluppo, l’ingiustizia “sono fonti dirette o indirette di violenza non solo tra comunità religiose, ma anche al loro interno”.

“Possano le autorità civili e religiose – si auspica – offrire il proprio contributo per porre rimedio a simili situazioni in vista del bene comune di tutta la società”.

Per rimuovere queste cause e arginare la violenza tra fedeli di religioni diverse si devono “aprire i cuori al perdono reciproco e alla riconciliazione per una convivenza pacifica e fruttuosa”.

Si deve anche riconoscere e rispettare “la dignità e i diritti di ogni essere umano, senza nessuna distinzione basata sull’appartenenza etnica o religiosa”.

Massima importanza deve essere data “alla formazione al rispetto, al dialogo e alla fratellanza nei vari spazi educativi: a casa, a scuola, nelle chiese e nelle moschee”.

“L’insegnamento dei capi religiosi – si legge ancora –, ma anche i testi scolastici che siano attenti a presentare le religioni in maniera oggettiva, rivestono, come l’insegnamento nel suo insieme, un’importanza decisiva nell’educazione e nella formazione dei giovani”.

“In tal modo – conclude il messaggio – saremo in grado di contrastare la violenza tra fedeli di religioni diverse e promuovere la pace e l’armonia tra le varie comunità religiose”.

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ZENIT Staff

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