CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 30 luglio 2010 (ZENIT.org).- Papa Benedetto XVI ha affermato questo giovedì pomeriggio che la Chiesa, “benché soffra tanto”, “non è una Chiesa invecchiata”, ma giovane e piena di gioia.

Lo ha dichiarato dopo la presentazione del film “Cinque anni di Papa Benedetto XVI. Impressioni a Roma e nei viaggi”, che descrive i suoi primi anni di pontificato, opera della Bayerischer Rundfunk, la radio bavarese.

Per il Papa, il film è pieno di momenti commoventi, come “quello nel quale il Signore impose sulle mie spalle il servizio petrino”.

Il papato è “un peso che nessuno potrebbe portare da sé con le sue sole forze, ma lo può portare soltanto perché il Signore ci porta e mi porta”, ha aggiunto.

Benedetto XVI ha sottolineato l'idea dei realizzatori della pellicola di inserire tutto nel contesto della Nona sinfonia di Beethoven, l'Inno alla gioia.

“Abbiamo visto che la Chiesa anche oggi benché soffra tanto, come sappiamo, tuttavia è una Chiesa gioiosa, non è una Chiesa invecchiata, ma abbiamo visto che la Chiesa è giovane e che la fede crea gioia”, ha detto il Vescovo di Roma.

Per questo, l'inno “esprime come dietro tutta la storia ci sia la gioia della nostra redenzione”.

“Ho trovato anche bello che il film finisca con la visita presso la Madre di Dio, che ci insegna l'umiltà, l'obbedienza e la gioia che Dio è con noi”, ha aggiunto.

Nella pellicola, ha affermato il Papa, sono presenti “la ricchezza della vita della Chiesa, la molteplicità delle culture, dei carismi, dei doni diversi che vivono nella Chiesa e come in questa molteplicità e grande diversità vive sempre la stessa, unica, Chiesa”.

“Il primato petrino ha questo mandato di rendere visibile e concreta l'unità, nella molteplicità storica, concreta, nell'unità di presente, passato, futuro e dell'eterno”, ha concluso.

Il film, ricorda “L'Osservatore Romano”, mostra “alcuni momenti significativi della vita quotidiana del Papa in Vaticano, a cominciare dall'Eucaristia che ogni mattina celebra nella cappella privata del Palazzo Apostolico, per finire con la recita del rosario mentre passeggia nei Giardini Vaticani in compagnia dei suoi segretari”.

La panoramica si allarga poi su alcuni viaggi del Pontefice in Italia e all'estero, cominciando da quello a Bari del 29 maggio 2005.

Alla proiezione erano presenti, tra gli altri, il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, gli Arcivescovi Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, e Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, e padre Federico Lombardi, portavoce della Sala Stampa della Santa Sede.

Prima della proiezione, l'autore e regista Michael Mandlik ha rivolto un breve saluto al Pontefice esprimendo i motivi ispiratori della pellicola, che racconta “i primi cinque anni di pontificato, attraverso scene e immagini che certamente sono rimaste impresse in modo duraturo, e che permettono la visione di un quadro d'insieme, di una composizione, che si è già rivelata molto più complessa, più ampia e al contempo anche più armonica di quanto consentirebbe la semplice visione limitata dei singoli eventi”.

Mandlik ha donato al Papa un frammento di roccia proveniente dallo Zugspitze, il monte più alto della Germania, dove quasi trent'anni fa il Cardinale Ratzinger consacrò la cappella Maria Heimsuchung.

Patriarca Twal: il “Gay Pride”, una provocazione contro la famiglia

GERUSALEMME, venerdì, 30 luglio 2010 (ZENIT.org).- Il “Gay Pride” svoltosi questo giovedì a Gerusalemme è “una provocazione nei confronti della famiglia e del matrimonio, istituzioni volute da Dio, che ha benedetto l’unione tra l’uomo e la donna”. E’ stato questo il commento di Sua Beatitudine Fouad Twal, Patriarca Latino di Gerusalemme.

Questa manifestazione, giunta ormai all’ottava edizione e che ha riunito nella Città Santa migliaia di partecipanti, ha continuato il Patriarca, “così come gli organizzatori e le autorità che la permettono, non dimostrano alcuna sensibilità né nei confronti delle famiglie e dei loro sentimenti, né verso la santità di questa città”.

“Gli omosessuali – ha continuato, secondo quanto si legge in una nota del Patriarcato Latino di Gerusalemme – tengano le loro parate dove vogliono, ma lascino Gerusalemme ai suoi pellegrini ed ai suoi fedeli. Questa città ha già sofferto tante ferite ed umiliazioni, ed è doloroso constatare che mentre a milioni di suoi abitanti arabi, compresi quelli dei Territori dell’Autorità Palestinese, viene impedito di visitare i Luoghi Santi di Gerusalemme per ragioni ‘di sicurezza’, sia invece d’altro canto permessa, senza costituire problema, una tale manifestazione”.

“Basandoci sulla nostra responsabilità di custodire e salvaguardare la santità di questa Città, cercando di cooperare con tutti gli uomini di buona volontà, siano essi Musulmani, Ebrei o Drusi, in questa città da cui ‘è uscita la legge e la parola del Signore’ (cf. Isaia 2,3), esprimiamo il nostro rammarico di fronte allo svolgersi di questa manifestazione”, ha continuato.

“Queste dimostrazioni – ha detto ancora il Patriarca Twal – prendono di mira le nostre città sante ed esprimono una diretta opposizione agli insegnamenti dei Libri Sacri riguardanti la santità del matrimonio, inteso come unione tra uomo e donna, benedetta da Dio con il dono dei figli”.  

“Esprimiamo – conclude poi – il nostro profondo rispetto nei confronti di ogni essere umano, ma allo stesso tempo annunciamo la verità dei Dieci Comandamenti, fondamento della felicità secondo quanto detto dal Signore: ‘Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti’” (Matteo 19,17).