di Genevieve Pollock
LONDRA, sabato, 31 luglio 2010 (ZENIT.org).- Mentre il Regno Unito si prepara ad accogliere solennemente Benedetto XVI, cresce l’attesa della visita e cresce anche, nei cattolici, la consapevolezza del ruolo della Chiesa nella società.
ZENIT ha parlato con mons. Andrew Summersgill, coordinatore della visita del Papa nel Regno Unito, in programma dal 16 al 19 settembre, sui preparativi e sul clima che si respira.
In questa intervista, mons. Summersgill spiega il significato dell’invito di Sua Maestà la regina Elisabetta II al Papa e descrive alcuni aspetti della preparazione dei cattolici alla visita del Santo Padre.
Quali sono le ultime novità nei preparativi e nei dettagli della visita di Benedetto XVI?
Mons. Summersgill: Sicuramente avrà visto che il 2 luglio la Santa Sede, il Governo britannico e la Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles hanno confermato i principali momenti della visita di settembre del Santo Padre. Il programma dettagliato sarà pubblicato circa un mese prima dell’arrivo di Papa Benedetto.
Attualmente siamo impegnati ad organizzare la partecipazione delle diocesi agli incontri più grandi con il Santo Padre: la Messa a Glasgow, la Messa di beatificazione [del cardinale John Henry Newman, ndr] a Birmingham e la veglia di preghiera a Londra.
Abbiamo anche avuto, nelle ultime settimane, una serie di incontri di programmazione e di visite con i funzionari della Santa Sede.
Ora siamo impegnati nei preparativi concreti con il Governo britannico, le autorità locali, la Comunione anglicana, la polizia e i servizi di sicurezza.
È emozionante visitare i diversi luoghi di incontro e vedere tutto il lavoro di preparazione che viene svolto. In ogni luogo in cui mi sono recato era in atto qualche lavoro di decorazione!
Alcuni organi di stampa hanno evidenziato soprattutto gli atteggiamenti negativi degli atei e dei laicisti rispetto alla visita di Benedetto XVI. Come descriverebbe il clima che si respira nelle parrocchie e nella gente, rispetto al prossimo arrivo del Papa?
Mons. Summersgill: Effettivamente alcuni sollevano questioni sulla visita del Santo Padre, mentre altri non usano mezzi termini per criticare lo status di visita di Stato: il più alto livello di accoglienza che il Regno Unito può offrire.
Vi sono anche quelli che criticano gli elementi fondamentali del Magistero cattolico e che colgono questa occasione per manifestare il loro pensiero.
Inoltre, essendo questo un periodo difficile nel Regno Unito, con riduzioni della spesa pubblica, alcune delle questioni riguardano i costi che questa visita comporta sull’erario.
Devo tuttavia dire che queste critiche contrastano con il generale senso di accoglienza e di attesa che si percepisce trasversalmente nella società e certamente nella Chiesa cattolica e in altre comunità cristiane.
Qualche settimana fa, in una parrocchia che ho visitato, la gente si stava organizzando per formare gruppi di persone desiderose di partecipare alla Messa di beatificazione e alla veglia di preghiera.
Ho anche parlato con un’insegnante che si stava organizzando per portare i propri alunni alla celebrazione dell’educazione cattolica, che si svolgerà il secondo giorno della visita, e ho parlato con alcuni giovani che andranno in rappresentanza delle loro parrocchie.
Recentemente, la Conferenza episcopale ha pubblicato un opuscolo dal titolo “Heart Speaks Unto Heart”, con cui cerca di dare risposta alle domande di base concernenti la visita. Anche il Sito Internet della visita papale è molto gettonato.
Il Papa ha chiaramente detto di voler dialogare anche con gli atei e con tutte le persone nel Regno Unito. Quali potranno essere, secondo lei, i risvolti più significativi di questa visita per l’opinione pubblica?
Mons. Summersgill: Il dialogo tra il Papa e l’opinione pubblica avverrà attraverso i mezzi di comunicazione.
Per questo, sarà fondamentale il tipo di copertura informativa della visita e dei suoi eventi.
Il Santo Padre parlerà in luoghi che saranno immediatamente riconoscibili in tutto il Paese e in tutto il mondo.
Mi auguro che questo possa favorire l’ascolto delle parole del Papa da parte della gente e la lettura del suo messaggio alla società nel suo insieme.
L’Arcivescovo di Westminster, mons. Vincent Nichols, ha espresso un auspicio generale per questa visita: che la nostra società sia in grado di apprezzare, dall’incontro con Papa Benedetto, il fatto che la fede è un dono da riscoprire e non un problema da risolvere.
In che modo ci si aspetta che questa visita sia diversa da quella di Giovanni Paolo II del 1982?
Mons. Summersgill: La visita del Papa Giovanni Paolo II è stata una visita pastorale ai cattolici di Inghilterra, Scozia e Galles.
L’intero itinerario del Santo Padre nel 1982 ruotava intorno alla celebrazione dei sacramenti. Inoltre, in quel periodo era in corso la guerra delle Falkland e vi era stato qualche dubbio sul proseguimento o meno della visita.
Questa volta il Papa viene a visitare l’intera società britannica, oltre – certamente – a celebrare l’Eucaristia e soprattutto la beatificazione del cardinale John Henry Newman.
Il Papa Giovanni Paolo II ha trascorso quasi nove giorni in Gran Bretagna, visitando molti più luoghi di quanti ne visiterà Papa Benedetto, la cui visita sarà molto più breve. Nel 1982, più che una visita di cortesia alla Regina, non vi erano stati altri momenti ufficiali come quelli previsti per la visita di Stato di Benedetto XVI.
Un’altra caratteristica della visita di Giovanni Paolo II è che era maggiormente incentrata a livello locale. Essendo più lunga, il Santo Padre ha visitato molti posti e quindi agli incontri prendeva parte soprattutto la gente locale.
La visita di Papa Benedetto è incentrata in quattro luoghi: Edimburgo, Glasgow, Londra e Birmingham. Inevitabilmente vi saranno maggiori spostamenti di persone che vorranno partecipare alle celebrazioni con il Santo Padre.
Questa visita è particolarmente significativa in quanto il Papa risponde ad un invito della Regina. Ci può dire di più al riguardo? Perché, secondo lei, Sua Maestà la regina Elisabetta II ha invitato il Papa in questo preciso momento?
Mons. Summersgill: La Regina è una cristiana praticante e chiaramente una donna di fede. Basta riascoltare il suo messaggio di Natale per rendersene conto.
L’invito ad una visita di Stato è unico per il Capo di Stato invitato: non si può ripetere.
Quindi sono sicuro che è con attenzione e con calore personale che Sua Maestà la regina Elisabetta II ha rivolto l’invito. Ovviamente in questi contesti la Regina agisce su consiglio del Governo.
Il Governo attuale, come quello precedente, è pronto ad accogliere il Santo Padre, riconoscendo il suo ruolo di leader spirituale di circa il 10% della popolazione britannica, per affrontare i diversi ambiti di cooperazione tra il Governo inglese e la Santa Sede, soprattutto nella lotta alla povertà nel mondo e nell’impegno condiviso nell’educazione.
L’imminente visita papale ha posto la Chiesa cattolica sotto i riflettori nel Regno Unito in un modo particolare. Ci può dire qualcosa di più sull’impatto di questa maggiore visibilità? Come vorrà usare, secondo lei, la Chiesa questa visibilità nei confronti dei non cattolici?
Mons. Summersgill: Mi auguro che i preparativi per la visita e la visita stessa potranno consentire ai cattolici di ritrovare fiducia in loro stessi e nel loro ruolo all’interno della società britannica.
Per molti motivi, che non ho bisogno qui di ricordare, sono stati anni non facili per i cattolici nei nostri Paesi e io vedo la visita del Santo Padre come un momento di riaffermazione.
È anche un’occasione per riconos
cere i grandi cambiamenti che sono avvenuti nella Chiesa nel Regno Unito: siamo una Chiesa molto più diversificata, soprattutto a causa dell’immigrazione, rispetto al passato.
È anche un momento di proclamazione del Vangelo nella pubblica arena.
Siamo pronti a rispondere all’accresciuto interesse per la Chiesa e abbiamo già inviato alle parrocchie materiale informativo in grado di aiutarle, sia a preparare la visita, sia a proseguire nel periodo successivo.
È una felice coincidenza che la domenica della visita di Papa Benedetto sia anche la nostra tradizionale Home Mission Sunday (giornata di preghiera per le missioni nazionali, ndt), sembra quindi che stia andando tutto per il meglio.
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Per maggiori informazioni: www.thepapalvisit.org.uk