Stop alla legge sull'immigrazione in Arizona, gioia dei Vescovi

Alcune disposizioni sono state bloccate dal giudice Susan Bolte

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PHOENIX, venerdì, 30 luglio 2010 (ZENIT.org).- I Vescovi cattolici dell’Arizona (Stati Uniti) hanno lodato la sentenza del tribunale federale di Phoenix, che alla vigilia della sua entrata in vigore ha bloccato alcune delle misure più polemiche della legge contro l’immigrazione illegale nello Stato nordamericano.

Alcune disposizioni della nuova legge, approvata dal Governatore Jan Brewer ad aprile, sono state bloccate questo mercoledì dal giudice Susan Bolten e resteranno in sospeso finché i tribunali federali non si saranno pronunciati sul loro contenuto.

I Vescovi cattolici dell’Arizona hanno applaudito (è il termine letterale che hanno utilizzato) la sentenza del giudice e sperano che “la reazione alla sua decisione si esprima solo in forme pacifiche e legali”.

“Come Vescovi delle nostre rispettive Diocesi, sappiamo che praticamente in tutte le parrocchie ci sono famiglie che vivevano con paura e ansia a causa della SB 1070 e che questa legge avrebbe separato le famiglie”, spiegano i presuli in una nota.

“La situazione di queste famiglie può essere quella per cui un genitore è cittadino e l’altro non si trova nel nostro Paese legalmente – aggiungono –, o che alcuni figli siano cittadini e un fratello o una sorella non abbia i documenti necessari”.

I Vescovi sono “uniti a queste famiglie. Sappiamo che sono brave persone, che lavorano duramente e contribuiscono all’economia e alla qualità di vita delle loro comunità”.

Annunciano che continueranno a esprimersi contro le clausole della SB 1070 e che vigileranno sull’“implementazione delle clausole permesse in base alla decisione”, assicurando anche che non smetteranno di promuovere “una riforma comprensiva delle leggi sull’immigrazione del nostro Paese”.

La posizione dei presuli si basa su quattro principi.

In primo luogo, segnalano, “l’immigrazione illegale non è positiva per il nostro Paese. Non è un bene non sapere chi sta entrando nel Paese”.

In secondo luogo, spiegano, “le nostre frontiere internazionali devono essere assicurate e dobbiamo essere difesi dal narcotraffico, dal traffico di armi e di persone e dalla violenza”.

I Vescovi chiedono poi “un processo per raggiungere uno status legale – ma non un’amnistia – per le persone che sono entrate nel nostro Paese in modo illegale. Questo processo dovrà avere conseguenze proporzionali al fatto di essere entrati senza documenti, il che include multe, imparare l’inglese e mettersi in fila per diventare cittadini”.

In quarto luogo, considerano, “la nostra Nazione ha bisogno di un programma che permetterà ai lavoratori di entrare legalmente nel Paese. Questo programma dovrà includere la difesa dei diritti dei lavoratori”.

Per i presuli, “la conseguenza fatale del fallimento di leadership dei politici della nostra Nazione nell’implementare una riforma del nostro sistema di immigrazione ha portato alla morte di migliaia di persone”.

“I migranti – uomini, donne, bambini in situazioni disperate – sono morti cercando di entrare nel nostro Paese. Cittadini nordamericani sono morti per i crimini commessi dal narcotraffico, dalle persone che trafficano in esseri umani e in armi”.

I Vescovi concludono assicurando le proprie preghiere ai senatori e ai rappresentanti affinché “mettano da parte le divisioni di partito e lavorino per comporre il sistema dell’immigrazione”.

Anche altri Vescovi degli Stati Uniti e dell’America Latina hanno espresso approvazione pubblica di fronte alla decisione giudiziaria.

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ZENIT Staff

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