Zimbabwe: quando la preghiera è l'ultima speranza

I rosari donati da ACS ricordano alla gente che non è sola

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ROMA, mercoledì, 28 luglio 2010 (ZENIT.org).- In uno Zimbabwe che sprofonda sempre più nella povertà, la preghiera è spesso l’unica speranza. In questo contesto, il rosario diventa uno strumento fondamentale per dare ai fedeli il coraggio per andare avanti.

Suor Clara, una religiosa inglese delle Francescane Missionarie della Divina Maternità, ha ringraziato di cuore l’associazione caritativa cattolica Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), che ha fornito centinaia di rosari da inviare in uno degli angoli più remoti del Paese, il Matabeleland, nella zona nord-occidentale dello Zimbabwe.

Suor Clara ha spiegato che i rosari sono stati distribuiti attraverso la sua “Missione Fatima” come parte di un programma pastorale che invita i parrocchiani a consacrare la propria casa al Sacro Cuore di Gesù.

“Da quando abbiamo iniziato a distribuirli, siamo rimasti molto colpiti dalla risposta della gente”, ha scritto la suora in un messaggio ad ACS.

“Le persone erano davvero piene di gioia per quello che accadeva, e danzavano e cantavano con sentita gratitudine a Dio perché li visitava in quel modo”.

I piani di invio dei rosari nello Zimbabwe sono stati coordinati dalla sorella di suor Clara, suor Crucis, francescana dello stesso Ordine.

“Si sente che gli africani hanno un grande senso di Dio e una grande sete di conoscerlo attraverso le Scritture”, ha detto suor Crucis.

“Ciò a cui rispondono davvero sono le opportunità di pregare insieme come comunità, e l’iniziativa del rosario è un modo splendido di farlo”, ha sottolineato.

In base ai resoconti, le popolazioni del Matabeleland e dello Zimbabwe occidentale hanno sofferto per gli investimenti e lo sviluppo che hanno favorito altre zone del Paese, presumibilmente per il loro maggior legame con il regime.

Nel 2009, ACS ha donato 300.000 euro per sostenere progetti nello Zimbabwe. 25.000 euro sono stati destinati a evitare la chiusura del Mater Dei Hospital a Bulawayo, che ha 170 posti letto.

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ZENIT Staff

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