La tratta: quando l'uomo viene ridotto a merce di scambio

di Mirko Testa

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ROMA, mercoledì, 28 luglio 2010 (ZENIT.org).- Là dove la società è ridotta a mercato, e il mondo si risolve nel mondo del denaro, pur nell’ostentata celebrazione dell’individo e delle sue libertà, ciò a cui si assiste spesso è un declino della dignità umana alla base di fenomeni come la tratta.

A questo tema in particolare è stato dedicato di recente un libro dal titolo “Mercanti di uomini” (Edizione Laurus Robuffo, 2010), con prefazione del Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, scritto da Italo Ormanni e Aureliano Pacciolla.

Il volume si pone come manuale rivolto agli operatori del settore ed ha come primo obiettivo la formazione di magistrati, psicologi e forze dell’ordine che, da un punto di vista operativo, sono interessati a conoscere le strategie dei trafficanti di esseri umani e le problematiche – anche di natura psicologica – delle vittime.

In una intervista a ZENIT, il Cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, Arcivescovo di Tegucigalpa e Presidente di Caritas internationalis, che si è fatto promotore del libro, ha detto che quello del traffico di esseri umani “è un problema molto esteso nel mondo odierno. Noi in America Latina ne soffriamo molto: questo  ridurre l’essere umano a un pezzo di scambio, a pura merce, è una vergogna”.

“Gli esseri umani sono il culmine della Creazione – ha sottolineato – e per questo occorre tornare a quelle basi importantissime così da recuperare la dignità umana. Abbiamo testimonianze di molto dolore: per esempio il traffico di bambini di strada, usati per il commercio di organi”.

“Tutto questo lo abbiamo denunciato pubblicamente, e in molte nazioni è stato bloccato, ma ci sono ancora tante nazioni dove non esiste il rispetto per i diritti umani e questo è un crimine orrendo”, ha aggiunto.

“C’è poi anche il traffico di persone per ‘il lavoro sporco’, cioè per lo ‘sfruttamento’ nelle industrie – ha poi evidenziato –. Questo avviene soprattutto nelle nazioni povere, dove per mancanza di lavoro la gente è costretta ad emigrare, spesso appoggiandosi a bande criminali, che hanno come scopo quello di sfruttare gli esseri umani, creando una nuova schiavitù”.

“Poi c’è il traffico per lo sfruttamento sessuale – ha continuato il Cardinale Rodríguez Maradiaga –: quante brave e povere ragazze vengono ingannate, con la promessa di un lavoro in un altro Paese, ma poi sono obbligate a prostituirsi, vedendo calpestata la propria dignità”.

“Per questo io raccomando molto questo libro – ha aggiunto – e il mio augurio è che si possa diffondere in Italia e in Europa e prossimamente venga tradotto anche in spagnolo per essere diffuso nei nostri Paesi latinoamericani”.

Nella prima parte di “Mercanti di uomini” vengono illustrati i principali documenti che l’Unione Europea ha prodotto in questi ultimi dieci anni per studiare ed arginare il fenomeno della tratta di esseri umani.

Nella seconda parte, invece, gli autori si sono avvalsi di stralci processuali, operazioni di polizia e storie di vittime per evidenziare meglio le strategie dei trafficanti e le problematiche, in questo caso soprattutto delle vittime, che spesso sono riluttanti a denunciare i loro carnefici non solo per le minacce a se stessi e ai loro familiari in patria ma anche perché obbligate a commettere dei reati.

Sull’argomento è intervenuto anche mons. Vincenzo Paglia, Vescovo di Terni-Narni-Amelia e Presidente della Conferenza Episcopale Umbra, che a ZENIT ha detto: “Questo libro affronta il tema primario della tratta degli umani e lo fa in maniera intelligente, riunendo le esperienze raccolte sul campo di quelle persone che affrontano questa problematica non con una risposta emergenziale ma con una risposta costruttiva”.

“Il libro – ha aggiunto – ci dice che l’emigrazione è un fenomeno epocale che si ripete ciclicamente e che va affrontato con intelligenza, con politiche mirate capaci di coinvolgere tutti gli Stati in grado di sgominare quell’alleanza di mafie tra il paese di arrivo e il paese di partenza, che rendono la vita molto difficile”.

“Un altro grave aspetto da sottolineare – ha aggiunto – riguarda per esempio il traffico dei minori: ci sono nel mondo più di 50 milioni di bambini non registrati quindi inesistenti, carne da macello”.

“Però non si può risolvere tutto solo sul piano della polizia – ha avvertito mons. Paglia –, occorrono quindi un intervento politico, un intervento culturale, un intervento delle organizzazioni umanitarie e un intervento religioso”.

Tra le cause all’origine della tratta il presule ha indicato una certa mentalità che conduce alla mercificazione degli essere umani e che “sacrifica sull’altare del denaro tutte le prospettive della vita per cui anche le persone diventano strumento per il proprio guadagno”.

“Questo aspetto – ha detto – tocca un nodo profondo della cultura che ci invita a ricomprendere la nostra vita come indissolubile da quella degli altri, e a riconoscere che la nostra felicità è impossibile senza quella degli altri se tutto diventa commercio, se tutto diventa ingranaggio di un meccanismo materialista ed egocentrico”.

“Si tratta di un problema di cultura, di un problema di senso – ha concluso mons. Paglia –. E quindi: quale società vogliamo costruire? Quali relazioni umane vogliamo intessere tra di noi? Se lasciamo tutto al mercato e alla soddisfazione degli interessi personali a qualsiasi costo, passiamo dalla tratta degli schiavi all’inquinamento del Golfo del Messico”.

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ZENIT Staff

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