Benedetto XVI visiterà il paese natale di Leone XIII

Nel bicentenario del Papa della “Rerum Novarum”

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CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 28 luglio 2010 (ZENIT.org).- Papa Benedetto XVI visiterà il 5 settembre prossimo Carpineto Romano in occasione del bicentenario della nascita del suo abitante più illustre, Vincenzo Gioacchino Raffaele Luigi Pecci, che è stato Papa con il nome di Leone XIII.

Secondo quanto ha reso noto “L’Osservatore Romano”, è previsto che Benedetto XVI arrivi in elicottero da Castel Gandolfo alle 8.45. Sarà accolto da monsignor Lorenzo Loppa, Vescovo di Anagni-Alatri, dal sindaco e da altre autorità dopo essere atterrato nello stadio locale Galeotti.

In seguito il Papa celebrerà la Messa in piazza Monti Lepini, nel centro di Carpineto Romano. Al termine della celebrazione, dopo aver salutato una trentina di persone in rappresentanza dei cittadini, è previsto che torni a Castel Gandolfo per il pranzo.

Sarà la terza visita di un Papa contemporaneo a questa piccola località di meno di 5.000 abitanti. La prima è stata quella di Paolo VI, l’11 settembre 1966, al termine del 75° anniversario dell’Enciclica Rerum Novarum.

Il 1° settembre 1991 ha visitato Carpineto anche Giovanni Paolo II, per commemorare il centenario della pubblicazione della famosa Enciclica. Celebrò anche la Messa nello stesso luogo in cui la celebrerà Benedetto XVI.

Leone XIII

Giovanni Pecci nacque a Carpineto Romano (allora nello Stato Pontificio) dalla famiglia dei conti Pecci. Nel 1843 venne consacrato Arcivescovo ad personam e inviato come Nunzio in Belgio. In seguito venne nominato Vescovo di Perugia e Cardinale. Fu eletto Papa dopo Pio IX, nel 1878.

A lui si deve non solo la prima grande Enciclica sociale cristiana, la Rerum Novarum, che ha segnato tanto profondamente il magistero dei Papi successivi, ma anche un’importante apertura al mondo scientifico e una difficile opera di mediazione diplomatica nei conflitti tra Paesi.

Leone XIII fondò centri di studi teologici e scritturistici e aprì gli archivi vaticani a ricercatori cattolici e non cattolici. Fu il primo Papa ad essere registrato su una pellicola, e il primo promotore del dialogo ecumenico.

Come ricordò Papa Paolo VI durante la sua visita, “due cose hanno caratterizzato i venticinque anni di pontificato di Leone XIII: la prima è la vigorosa affermazione della pietà personale, completamento del culto liturgico. L’altra è l’enunciazione della dottrina sociale cristiana”.

“Il culto del Sacro Cuore, la recita del santo rosario, la devozione a San Giuseppe sono direttamente legati all’opera e all’insegnamento di Leone XIII, che ne fu convinto ed esemplare propugnatore”, aggiungeva Papa Montini.

Ciò che sottolineava particolarmente di Leone XIII era l’impulso che diede a una Chiesa “destituita dei suoi appoggi temporali, diminuita nel suo prestigio”.

“Isolato dal mondo in un clima di rottura e di distacco, di polemiche accese, di anticlericalismo”, Leone XIII offrì al mondo “le grandi Encicliche sui perenni valori della libertà, della democrazia e soprattutto quella sul problema sociale. La difesa degli umili e dei poveri non aveva mai trovato prima d’allora una voce così autorevole”.

25 anni dopo, Giovanni Paolo II disse che “in un periodo storico caratterizzato da profonde trasformazioni culturali e da acute tensioni sociali provocate dal nuovo rapporto venutosi a creare tra capitale e lavoro, Leone XIII volle dare in un campo così importante una chiara formulazione al pensiero della Chiesa”.

“Lo fece con coraggio, quasi sfidando non solo il mondo laico, ma la stessa coscienza del mondo cattolico – rimanrcava –. E con il suo intervento profetico favorì il consolidarsi della dottrina sociale cristiana”.

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ZENIT Staff

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