BOMBAY, venerdì, 23 luglio 2010 (ZENIT.org).- La Chiesa in India apprezza la volontà espressa dal Governo di non voler usare metodi coercitivi per bloccare la crescita della popolazione, ma avverte che questi metodi esistono, anche se in modo nascosto.
Il Ministro federale della Salute, Ghulam Nabi Azad, ha annunciato di recente che Delhi “non userà la forza per fermare la crescita della popolazione”.
Dal canto suo, il presidente della commissione episcopale per la famiglia, monsignor Angelo Gracias, ha dichiarato all’agenzia AsiaNews che “la dichiarazione va bene, ma i fatti la smentiscono”.
“Ad esempio – ha denunciato –, in molti posti i lavori pubblici non vengono assegnati a chi ha più di due figli”.
Di fronte a questa realtà, il presule ha ricordato che la Chiesa “è da sempre accanto a quei genitori che decidono di tenere i figli che arrivano”.
Crescita notevole
Si calcola che la popolazione cresca attualmente in India a un ritmo dell’1,5% annuo, e che nel 2050 arriverà a superare quella della Cina.
Il tasso attuale di crescita indiano è simile a quello della Cina degli anni Settanta, quando il Governo maoista ha deciso di adottare la legge del figlio unico, che impone alle coppie cinesi che vivono nelle città di avere un solo figlio e a quelle che delle zone rurali di averne due.
30 anni dopo il lancio di questa politica, gli effetti sociali sono devastanti: gli uomini, tradizionalmente preferiti dalle famiglie alle donne, sono almeno 100 milioni in più e non hanno possibilità di sposarsi.
Probabilmente di fronte a questo esempio, il Governo indiano mantiene un fronte pro-vita e adotta una serie di misure per evitare gli aborti selettivi.
“Lo Stato può fissare delle linee-guida, ma non fissare come accade in Cina il numero giusto di figli per famiglia”, ha spiegato monsignor Gracias.
Per il presule, la questione della popolazione “è molto complessa. Non è un gioco di numeri, che può ridursi alla scelta di intraprendere o meno misure coercitive”.
Monsignor Gracias ha sottolineato l’errore della teoria apocalittica di Malthus, che nel 1798 presagì che in un mondo sempre più popolato le riserve alimentari si sarebbero esaurite.
“Contrariamente alle sue previsioni, il pianeta ha dimostrato di avere le risorse per sfamarci tutti”, ha commentato.
Ha anche sottolineato la difficoltà di definire quando un Paese è sovrappopolato, ricordando che ci sono Nazioni con una densità più alta dell’India che sono sviluppate.
A suo avviso, esiste una correlazione tra crescita economica e aumento della popolazione.
“Gli Stati più sviluppati hanno tassi di natalità molto più bassi degli altri – ha riconosciuto –. Ma per evitare questo fatto bisogna rilanciare lo sviluppo, non tagliare la popolazione”.
Allo stesso modo, ha ricordato la paura di molte Nazioni di non avere abbastanza abitanti. “Il cosiddetto ‘inverno demografico’ ha colpito buona parte del mondo, e potrebbe continuare a progredire. Si deve sperare che l’India non segua questa strada, che porta alla distruzione”, ha concluso.