Muore l'autore spirituale padre André Louf

La Comunità di Bose lo ricorda con commozione

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ROMA, mercoledì, 14 luglio 2010 (ZENIT.org).- E’ morto questo lunedì nel monastero di Mont-des-Cats (Francia) padre André Louf, monaco trappista e autore spirituale tra i più noti anche in Italia.

Nato a Lovanio (Belgio) nel 1929, era entrato in monastero nel 1947, poco dopo la II Guerra Mondiale.

Nel 1963 era stato eletto abate di Mont-des-Cats, ministero che ha svolto per 34 anni, guidando la sua comunità con sapienza e discernimento negli anni del Concilio Vaticano II e del successivo “aggiornamento” in vista di una rinnovata fedeltà del monachesimo alle istanze evangeliche.

Nel 1997, lasciata la carica abbaziale, si era ritirato a vivere da eremita presso le suore benedettine di Santa Lioba, in Provenza (Francia), e da lì – ricorda la Comunità di Bose in un comunicato – “non mancava di far udire la sua voce discreta e sapiente con la parola e gli scritti”.

Nel 2004, su invito di Papa Giovanni Paolo II, aveva composto le meditazioni per la Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo.

In Italia varie sue opere sono state pubblicate dalla Edizioni Qiqajon della Comunità di Bose, dove si recava quasi ogni anno per dar voce alla spiritualità del monachesimo occidentale in occasione dei convegni internazionali di spiritualità ortodossa.

“Uomo senza confini e tenace ricercatore della Bellezza e dei suoi riverberi nella realtà, ci hanno sempre colpito in lui una straordinaria capacità di ascolto – nella cui qualità terapeutica credeva fermamente -, la potente forza di intercessione e la fedeltà alla preghiera di ogni giorno, il suo incessante ministero di consolazione, il discernimento penetrante sempre pronto a stendere il mantello del perdono sul male, il primato assoluto della misericordia e della condiscendenza nei rapporti fraterni e verso i fatti della vita”, ricorda la Comunità.

“Rispetto a questi ultimi, ha sempre messo in guardia dallo sconfinare nell’amarezza, ammetteva la possibilità di momenti di tristezza che vanno ospitati con magnanimità e sorriso, e tuttavia, progressivamente di più, si affermava in lui la ricerca sempre più acuta della Luce, che egli trovava nei piccoli fatti quotidiani e nelle persone che incontrava, quali tracce della Luce increata, della Luce divina di cui ora è finalmente avvolto”.

“L’ora della sua morte – conclude la nota della Comunità – è anche il momento dello svelamento e della verità”.

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ZENIT Staff

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