A Natale nascerà la prima radio cristiana in Terra Santa

“Un cristiano che non è ponte non è cristiano”, afferma il promotore

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ROMA, mercoledì, 14 luglio 2010 (ZENIT.org).- E’ attesa per Natale la nascita della prima radio cristiana in Terra Santa, grazie anche alla collaborazione con la “Radio Vaticana”.

L’emittente, riferisce Terrasanta.net, è stata concepita fin dal 2008 da padre Raed Abusahlia (45 anni), già cancelliere del Patriarcato latino di Gerusalemme e da alcuni anni parroco dell’insediamento palestinese di Taybeh, in Cisgiordania.

Il sacerdote vuole offrire una nuova voce ai cristiani della regione e spera di poter inaugurare le trasmissioni della nuova radio la vigilia di Natale.

Padre Raed ha spiegato l’8 luglio ai microfoni della “Radio Vaticana” che in Terra Santa si sente il bisogno di una voce cristiana via etere che riesca a coprire il territorio di tutta la Diocesi, che include Giordania, Israele, i Territori Palestinesi e Cipro.

“Benché ci siano varie emittenti televisive e radiofoniche, non abbiamo alcuna radio espressamente cristiana”, ha confessato.

Per il sacerdote, Taybeh, situato a circa trenta chilometri a nord-est di Gerusalemme, è il luogo più opportuno per la nuova emittente cristiana, visto che è l’ultimo insediamento rimasto interamente cristiano in tutta la Terra Santa e sorge su una montagna, il che potrebbe facilitare il diffondersi delle onde radio nella regione.

Per organizzare la stazione radio, il parroco ha dovuto chiedere autorizzazioni e documenti all’Autorità Palestinese, visto che l’insediamento si trova nei Territori Occupati.

“La nostra sarà una voce cristiana, ma anche una voce diversa: una voce di pace, di speranza, di dialogo e riconciliazione”, ha sottolineato. “Saremo aperti a tutti e in primo luogo alle altre Chiese della Terra Santa. Daremo spazio e tempo a tutte le loro celebrazioni e notizie”.

“Abbiamo già avviato contatti per inserire nel palinsesto dell’emittente anche programmi direttamente gestiti da loro – ha aggiunto -. Vogliamo anche essere aperti ai seguaci di altre religioni, ebrei e musulmani. Cercheremo di far da ponte, perché un cristiano che non è ponte non è cristiano”.

Padre Raed ha avviato iniziative di successo che fanno ben sperare anche per la radio. Nel 2003, ad esempio, ha creato la Fondazione “Ramo d’ulivo”, con un frantoio e una cooperativa di coltivatori che hanno permesso di esportare olio d’oliva, sapone e ceri di Taybeh verso il mercato europeo (solo in Francia 2.500 supermercati vendono i prodotti del villaggio palestinese).

Nel 2004 è stata la volta dell’iniziativa “Lampade di pace”, con la proposta alle parrocchie e Diocesi di tutto il mondo di acquistare una lampada a forma di colomba prodotta a Taybeh e porla sull’altare maggiore in segno di solidarietà con la Terra Santa. Nel 2005 ha promosso la realizzazione di una casa di riposo per anziani.

Lo sprone maggiore, ricorda padre Raed, è la preghiera, a suo avviso il mezzo più efficace per ottenere la pace. Solo quando ci sarà pace a Gerusalemme, ha osservato, ci sarà pace in tutto il mondo.

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ZENIT Staff

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