di Inma Álvarez
CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 13 luglio 2010 (ZENIT.org).- Senza libertà religiosa non ci sarà vera pace: è il messaggio che Papa Benedetto XVI lancerà al mondo il 1° gennaio prossimo, Giornata Mondiale per la Pace, secondo quanto ha reso noto questo martedì la Santa Sede.
“Libertà religiosa, via per la pace” è il tema scelto dal Pontefice per la prossima Giornata, che si celebra dal 1968 il primo giorno dell’anno e in cui il Papa riflette sulla situazione mondiale e sul superamento dei conflitti.
Benedetto XVI ha scelto questo tema proprio “mentre nel mondo si registrano diverse forme di limitazione o negazione della libertà religiosa, di discriminazione e marginalizzazione basate sulla religione, fino alla persecuzione e alla violenza contro le minoranze”, informa la Santa Sede.
Nel suo Messaggio, il Papa sottolineerà l’importanza del “discernimento del fenomeno religioso e delle sue manifestazioni”, escludendo “la ‘religiosità’ del fondamentalismo, della manipolazione e della strumentalizzazione della verità e della verità dell’uomo”.
“Tutto ciò che si oppone alla dignità dell’uomo si oppone alla ricerca della verità, e non può essere considerato come libertà religiosa”, sottolinea il comunicato vaticano.
La libertà religiosa, “essendo radicata nella stessa dignità dell’uomo, ed orientata alla ricerca della ‘immutabile verità’, si presenta come la ‘libertà delle libertà'”, ed è “autenticamente tale quando è coerente alla ricerca della verità e alla verità dell’uomo”.
Il comunicato raccoglie sia la dottrina del Concilio Vaticano II al riguardo, nella dichiarazione Dignitatis humanae, che il già abbondante magistero di Benedetto XVI sulla libertà religiosa, sia nell’Enciclica Caritas in Veritate che in altri interventi.
In particolare, si raccoglie il contenuto del suo discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 18 aprile 2008, durante il suo viaggio apostolico negli Stati Uniti.
In questo discorso, il Papa insisteva sull’inclusione del diritto alla libertà religiosa tra i diritti umani, “come espressione di una dimensione che è al tempo stesso individuale e comunitaria, una visione che manifesta l’unità della persona, pur distinguendo chiaramente fra la dimensione di cittadino e quella di credente”.
Nel suo intervento, Benedetto XVI chiariva il concetto di laicità positiva, affermando che è “inconcepibile che dei credenti debbano sopprimere una parte di se stessi – la loro fede – per essere cittadini attivi; non dovrebbe mai essere necessario rinnegare Dio per poter godere dei propri diritti”.
“I diritti collegati con la religione sono quanto mai bisognosi di essere protetti se vengono considerati in conflitto con l’ideologia secolare prevalente o con posizioni di una maggioranza religiosa di natura esclusiva”.
E’ prevedibile che il Messaggio papale del 1° gennaio prossimo affronti non solo la situazione dei Paesi in cui le minoranze sono oppresse, ma anche, secondo la nota vaticana, quella dei luoghi in cui “le comunità di credenti non sono una minoranza, eppure subiscono forme più sofisticate di discriminazione e di marginalizzazione, sul piano culturale e della partecipazione alla vita pubblica civile e politica”.
“L’uomo non può essere frammentato, diviso da ciò che crede, perché quello in cui crede ha un impatto sulla sua vita e sulla sua persona”, riferisce la nota vaticana, ricordando l’importanza data dal Papa al concetto integrale di persona.
“Il rifiuto di riconoscere il contributo alla società che è radicato nella dimensione religiosa e nella ricerca dell’Assoluto – per sua stessa natura, espressione della comunione fra persone – privilegerebbe indubbiamente un approccio individualistico e frammenterebbe l’unità della persona”, aggiungeva il Papa all’ONU.
Il Messaggio, quindi, si inserirà nell’ampia riflessione del Pontefice sulla pace e la persona. Dal 2006 a oggi, i temi sono stati estremamente rilevanti: la verità (Nella verità, la pace, 2006), la dignità della persona umana (La persona umana, cuore della pace, 2007), l’unità della famiglia umana (Famiglia umana, comunità di pace, 2008), la lotta alla povertà (Combattere la povertà, costruire la pace, 2009), la custodia del creato (Se vuoi costruire la pace, custodisci il creato, 2010).
“Un percorso che affonda le radici nella vocazione alla verità dell’uomo (capax Dei), e che, avendo come stella polare la dignità umana, giunge alla libertà di ricercare la verità stessa”, conclude la nota.