ROMA, lunedì, 12 luglio 2010 (ZENIT.org).- L’azione pastorale dei sacerdoti non può prescindere dalla riflessione e dalla preghiera. E’ quanto ha ricordato il 10 luglio scorso il Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Presidente della CEI, nel presidere la Santa Messa per la Solennità di san Paterniano, patrono della città e diocesi di Fano.
Durante la celebrazione dell’Eucaristia presso la Basilica di S. Paterniano, dove sono custodite le spoglie del patrono, il porporato ha ricordato come – secondo la tradizione – da eremita divenne Vescovo su richiesta del popolo di Fano e guidò questa Chiesa per circa quarant’anni.
“La sua riluttanza ad accettare e a lasciare il suo ritiro di solitudine e preghiera non fu piccola, ma nella insistenza popolare vide la volontà del Signore e si arrese – ha proseguito l’Arcivescovo di Genova -. Divenne così Pastore secondo il cuore di Dio, rivelando una capacità di guida pastorale che incise profondamente nella comunità cristiana”.
“Viene alla memoria – ha poi aggiunto – quanto affermava San Bernardo, che ha segnato la storia non solo del monastero ma del suo tempo: ricordava che governare significa innanzitutto ‘pregare e pensare’. E così fu per lui: gli anni di silenzio, riflessione e preghiera, lo resero capace del governo pastorale delle anime e della comunità cristiana”.
“Il vero Pastore – ha continuato – è Cristo e noi, ministri ordinati, siamo segni sacramentali di Lui; il pascolo fecondo e alto è Cristo, e noi dobbiamo essere solo voce non parola, mezzo non schermo, piccolo tappeto sull’uscio che conduce al pascolo delle anime”.
“Le anime – ha affermato il Presidente della CEI – sono state guadagnate dal sangue di Cristo non dal nostro e per questo dobbiamo essere sentinelle vigilanti perché venga annunciato il Vangelo nella sua integrità, secondo il Magistero autentico della Chiesa”.
“L’uomo vuole essere felice – Dio lo ha creato per questo – ma la gioia ha una sua verità, non vuole essere falsificata, si concede a chi con cuore umile ascolta la verità che è Gesù e che risuona nella voce della Chiesa”, ha quindi concluso.