Presentata a Roma l'Agenzia per il reinserimento degli ex detenuti

Partenza in 5 regioni pilota per tre anni

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ROMA, martedì, 6 luglio 2010 (ZENIT.org).- Questo martedì è stata presentata a Roma, presso il Ministero della Giustizia, l’Agenzia Nazionale Reinserimento e Lavoro detenuti ed ex detenuti (ANReL), una vera e propria agenzia di collocamento che opererà su tutto il territorio con la finalità di creare percorsi di formazione professionale e reinserimento lavorativo attraverso un tutoraggio personalizzato, operando come un vero e proprio incubatore di impresa.

Presenti per l’occasione il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, il Sottosegretario al Ministero dell’Interno, Alfredo Mantovano, il Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), Franco Ionta, il Presidente della Fondazione Istituto di Promozione Umana “Mons. Francesco Di Vincenzo” e del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS), Salvatore Martinez.

Il Progetto – secondo quanto si legge in una nota del RnS – nasce da una Convenzione quadro siglata tra il Ministero della Giustizia e la Fondazione “Mons. Francesco Di Vincenzo” e si avvale della collaborazione del Comitato Nazionale per il Microcredito, dell’Agenzia per i beni confiscati alla criminalità organizzata, della Caritas Italiana, delle Acli Nazionali, della Coldiretti Italiana, della Prison Fellowship International, del Movimento del Rinnovamento nello Spirito Santo.

ANReL è una vera e propria “agenzia di collocamento” – cui si lega l’importante obiettivo di ridurre la recidività dopo l’uscita dal carcere – ed opererà attraverso percorsi personalizzati di orientamento, di formazione, di avviamento al lavoro, d’inserimento professionale, borse lavoro, attraverso partnerariati con le principali organizzazioni sociali e datoriali, con un significativo cofinanziamento del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e dei Partner operativi e attuatori.

Si tratta del primo e più grande incubatore di buone prassi sociali per la redenzione e la rigenerazione del mondo carcerario mai realizzato in Europa, un intervento concreto per un percorso di recupero sociale, umano e spirituale dei detenuti, ex detenuti e delle loro famiglie, da sottrarre all’influenza e al controllo della criminalità organizzata che, attraverso la vicinanza alle famiglie dei detenuti, punta a intrappolare sempre più una persona nella ragnatela della criminalità e della devianza sociale.

Destinatari, in via sperimentale e per un percorso triennale, sono i detenuti e gli ex detenuti delle Regioni Sicilia, Campania, Lazio, Lombardia e Veneto – che ospitano oltre la metà della popolazione carceraria in Italia – con il coinvolgimento attivo dei nuclei familiari dei soggetti coinvolti. Sono oltre 68.000 oggi i detenuti nelle carceri italiane; di questi 7.500 lavorano in parte alle dipendenze dell’Amministrazione penitenziaria, in parte per datori di lavoro esterni o in proprio (dati DAP).

Nella prima fase il progetto porterà ad un ampliamento dell’anagrafe della popolazione carceraria (banca dati) fino a 6.000 soggetti, ad un aumento del numero di detenuti avviati al lavoro pari a 1.800 soggetti e all’ampliamento del numero di imprese costituite da detenuti che, nel primo triennio dovrebbero essere già più di 100. Nel corso degli anni, si potrà inoltre procedere in modo graduale al coinvolgimento di altre regioni italiane.

L’operatività si concretizza in una serie di fasi e di piani di azione: dalla costruzione di una banca dati dei profili professionali dei detenuti ed ex-detenuti coinvolti, all’avvio di percorsi di formazione personalizzati; attività di informazione e sensibilizzazione di soggetti pubblici e privati per ampliare il target di potenziale impiego delle figure professionali disponibili; sostegno alle iniziative e ai progetti di imprese sociali; tutoraggio e accompagnamento continuo dei soggetti presi in carico dall’Agenzia e aderenti al Progetto.

Saranno immediatamente avviati contatti per la proposta, il coinvolgimento e l’accesso dei detenuti al progetto mediante apposita informativa; a 6 mesi dall’avvio del progetto è prevista la partenza dei percorsi di formazione. Il lavoro con i detenuti inizierà già durante il loro soggiorno in carcere; nelle 5 regioni coinvolte saranno creati centri di coordinamento sul territorio e centri di consulenza.

ANReL conta oggi sull’esperienza pilota realizzata in Sicilia, presso il Polo di Eccellenza della solidarietà e promozione umana “Mario e Luigi Sturzo”. Avviato nel 2003, alle porte di Caltagirone, su un Fondo agricolo di 52 ettari appartenuto agli Sturzo, dotato di un antico Casale e di un Baglio oggi rifunzionalizzati.

Ad oggi sono stati coinvolti nel progetto 12 detenuti ed ex-detenuti, impegnati in attività di formazione umana e professionale altamente specializzati focalizzate sulle attività peculiari della tradizione del territorio, quale la produzione delle famosissime ceramiche di Caltagirone, la coltivazione, la trasformazione e il confezionamento di prodotti agricoli.

“Non basta sfollare le carceri o costruirne di nuove per risolvere il problema della recidiva – ha dichiarato Salvatore Martinez –. Il lavoro all’esterno delle carceri, per il recupero spirituale e sociale dei detenuti, è il vero unico antidoto alla sfiducia e all’emarginazione che regnano intorno a questo mondo”.

“Le statistiche – ha aggiunto – dimostrano che le persone a cui viene data l’opportunità di ricostruirsi una vita scelgono di non tornare a delinquere. Il sistema reticolare con il quale intendiamo operare, già esperimentato con il Polo di Eccellenza Sturzo, è un modello di intervento innovativo, che recupera alle nostre comunità locali persone e famiglie finalmente capacitate ad intraprendere la strada della responsabilità condivisa, fuori così dalle pratiche assistenzialiste”.

“Per eliminare le disuguaglianze sociali e offrire modelli di giustizia rigenerativa è necessario valorizzare le tante ricchezze negate e inespresse del nostro Paese, puntando sul microcredito, sulle cooperative, sulla partecipazione attiva dei cittadini, delle Associazioni, dei Movimenti. Come intuì e attuò don Luigi Sturzo”, ha sottolineato il Presidente del Rns.

Il Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS) è un Movimento ecclesiale con oltre 200.000 aderenti. Conta circa 1900 Gruppi e Comunità presenti in tutta Italia, 9 missioni all’estero, 4 scuole nazionali residenziali di formazione.

Il RnS opera anche attraverso la Fondazione “Mons. Francesco di Vincenzo”, ente morale di diritto civile ed ecclesiastico, costituita ad Enna per ricordare uno degli iniziatori del Rinnovamento nello Spirito in Italia.

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ZENIT Staff

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