BRUXELLES, giovedì, 1° luglio 2010 (ZENIT.org).- Il presidente e i membri della Commissione belga per Affrontare le Denunce di Abusi Sessuali in una Relazione Pastorale hanno annunciato le proprie dimissioni come conseguenza della polemica perquisizione dell'episcopato il 24 giugno scorso da parte della Giustizia del Paese.
Nell'operazione, che ha suscitato la protesta della Santa Sede e lasolidarietà di Benedetto XVI all'Arcivescovo di Bruxelles, André Joseph Léonard, sono stati sottratti 450 dossier relativi a vari casi e che erano nelle mani della Commissione. In questo modo, è stata violata la confidenzialità richiesta dalle vittime che presentavano le denunce.
La Commissione era stata creata nel 2000 dai Vescovi belgi con membri indipendenti di riconosciute capacità professionali per rispondere alle denunce di abusi sessuali nella Chiesa.
Secondo quanto spiega un comunicato emesso dalla Commissione, il primo motivo delle dimissioni è il fatto che ora "la Commissione non può più lavorare materialmente", avendo perso tutti i dossier.
La seconda motivazione è tuttavia più importante, sottolineano i membri: "Non c'è più la base per l'operatività, cioè l'indispensabile fiducia tra la Giustizia e la Commissione, necessaria per salvaguardare la fiducia tra le vittime e la Commissione".
I membri di quest'ultima "sottolineano di aver cercato sempre di tutelare tutti i diritti delle vittime, in particolare attraverso la convenzione con la Giustizia, pubblicata sulla sua pagina web".
Senza questo accordo, sostengono, "475 cittadini non avrebbero mai avuto la fiducia necessaria per fornire i propri dati".
Il comunicato precisa che il docente di Psichiatria Peter Adriaensses, il presidente, e i membri della Commissione "presenteranno la loro rinuncia questo giovedì 1° luglio a monsignor Guy Harpigny, Vescovo di Tournai", e spiega che "ora spetta ai Vescovi assistere le vittime e dar seguito alle denunce".
"I membri della Commissione ringraziano tutti coloro che l'hanno contattata nelle ultime otto settimane" e chiedono alla Giustizia belga di "garantire una grande discrezione", alla quale si era impegnata la Commissione.
Quest'ultima spera infine che "si intraprendano misure costruttive e si dia priorità alle richieste delle vittime: riconoscimento e discrezione nei loro confronti, e sanzioni appropriate verso gli autori dei fatti".