di Carmen Elena Villa
TORINO, domenica, 23 maggio 2010 (ZENIT.org).- In questi 44 giorni di ostensione della Sindone, Torino ha cambiato volto, accogliendo la folla di pellegrini e turisti giunta per vedere il sudario che ha avvolto duemila anni fa il corpo di un uomo crocifisso che, secondo ricerche e teorie, era Gesù Cristo.
Dalle 6.30 hanno iniziato a formarsi ogni giorno file chilometriche per arrivare alla Cattedrale di San Giovanni Battista, dove si trova la Sacra Sindone.
Vendita di DVD con un documentario completo sulla Sindone e di libri sul tema; uomini e donne che distribuiscono opuscoli con attività culturali a Torino, preghiere e santini; volontari che consegnano gratuitamente “La Voce del Popolo”, in un’edizione speciale realizzata dall’Arcidiocesi di Torino dedicata all’Ostensione. E’ questo l’ambiente che si è percepito in quasi un mese e mezzo in cui la Sacra Sindone ha visto di nuovo la luce ed è stata osservata e contemplata da moltissimi occhi nuovi, provenienti da vari Paesi del mondo.
Tra curiosi e fedeli
Molti pellegrini sono arrivati in pullman, in gruppi di varie Diocesi italiane, parrocchie, congregazioni e movimenti ecclesiali. Altri sono andati individualmente in treno, aereo o automobile. Ci sono anche scettici e semplici curiosi che non hanno voluto perdere l’Ostensione. Le motivazioni che hanno spinto tante persone a recarsi a Torino sono diverse, ma tutte unite da un unico nome: Gesù di Nazaret.
Nella lunga fila si ascoltavano commenti in varie lingue sulla curiosità e l’enigma di questa reliquia e sulle particolarità che si sono scoperte negli ultimi anni (tridimensionalità, dettagli dell’immagine, presenza di polline di 2000 anni fa che si trovava solo a Gerusalemme, la prova del Carbonio 14…).
“Lasciamo agli scienziati e agli storici seri, non ai prevenuti in partenza, il compito di valutare e risolvere la questione relativa all’autenticità della Sindone”, ha detto l’Arcivescovo di Torino, il Cardinale Severino Poletto, in alcune dichiarazioni a “La Voce del Popolo”.
“A noi basta sapere che quanti l’hanno studiata a lungo e con criteri scientifici oggettivi finora non sono riusciti a spiegare come si sia formata quell’immagine, concludendo che non è certamente un manufatto, e quindi permangono fondate molte probabilità in favore della sua autenticità”, ha aggiunto.
Il sostegno dei volontari
Circa 4.000 volontari – il più giovane ha 16 anni e il più anziano 86 – hanno lavorato in turni giornalieri di 3 ore e mezza per la logistica dell’Ostensione. Con una maglietta viola come segno distintivo, hanno offerto il proprio tempo per informare i turisti e controllare i flussi di ingresso delle persone. 800 di loro si sono incaricati dei portatori di handicap, perché i loro problemi fisici non fossero un ostacolo per vedere la Sindone. 90 hanno guidato la recita di una preghiera speciale ogni volta che arrivava un gruppo di pellegrini.
Chi guidava questa preghiera ha anche lasciato uno spazio per il silenzio per il raccoglimento dei fedeli. Dopo cinque minuti, i pellegrini abbandonavano il luogo privilegiato per vedere la Sacra Sindone per lasciare spazio al gruppo successivo. I fedeli che volevano hanno potuto rimanere a pregare nella Cattedrale, e vedere la Sindone da alcuni metri di distanza.
I volontari hanno risposto “alle domande più semplici, come possono essere quelle sui tempi e le modalità della visita”, ha detto Carlo Stroppiana, loro coordinatore per questo evento. “Dispensano anche qualche raccomandazione sul comportamento da tenere, rammentando, ad esempio che non si può usare la macchina fotografica in chiesa”.
Per mantenere lo spirito di preghiera, all’uscita della Cattedrale sono state allestite varie tende per amministrare il sacramento della confessione (200 sacerdoti se ne sono incaricati in varie lingue e con un confessionale speciale per i portatori di handicap) e una tenda di adorazione al Santissimo che in genere era sempre piena di fedeli.
Per molti di loro, vedere la Sacra Sindone è stato un momento fondamentale per la fede e la spiritualità. “Guardando la Sindone, ho pensato a quanto fosse reale e umano Gesù. La Sindone è stata per me il testamento della realtà della sofferenza di Gesù e della sua unità con noi nell’umanità”, ha detto a ZENIT Regina Glassi, una giovane studentessa universitaria giunta da Milwaukee (Wisconsin, Stati Uniti) per un semestre di studio a Roma.
Altre attività
Anche la cultura, l’arte e la conoscenza hanno accompagnato questa Ostensione. L’evento più importante è stato quello intitolato “Gesù. Il corpo involto nell’arte”, un’esposizione su Gesù e l’arte con opere di varie fasi della storia di Cristo dipinte in epoche e con tecniche diverse.
Sono presenti 150 opere tra dipinti, sculture, arazzi, affreschi e miniature. Gli autori spaziano da Michelangelo a Rubens, da Donatello al Correggio. La mostra rimarrà aperta fino all’inizio di agosto.
Circa la logistica per l’Ostensione, il sindaco di Torino, Sergo Chiamparino, ha sottolineato “l’impegno di tutta una comunità, religiosa e laica, per accogliere nel modo migliore le tante persone che ci hanno raggiunto per riuscire a conciliare la fede con il senso di una città”.
L’Ostensione 2010 è stata un evento che ha strabiliato centinaia di migliaia di fedeli, che trovandosi di fronte a questo telo misterioso e affascinante hanno potuto concludere, come il beato Sebastiano Valfré: “La Sindone è un segno di Gesù paragonabile alla croce, ma con questa particolarità: la croce ha accolto Gesù vivo e lo ha restituito morto. La Sindone, invece, lo ha accolto morto e ce l’ha restituito vivo”.