Chi è l’uomo della Sindone?

Conferenza della prof.ssa Emanuela Marinelli a Salerno

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di Fabio Piemonte

ROMA, mercoledì, 26 maggio 2010 (ZENIT.org).- In concomitanza dell’Ostensione straordinaria della Sindone che ha visto raggiungere il duomo di Torino da milioni di pellegrini, l’associazione culturale salernitana “Veritatis splendor” si è resa promotrice di un evento culturale sul tema “Chi è l’uomo della Sindone?”.

L’incontro si è svolto lunedì 24 maggio in un gremito salone di rappresentanza della Provincia di Salerno. La conferenza è stata tenuta dalla prof.ssa Emanuela Marinelli, sindonologa di fama internazionale e autrice di numerosi saggi sul misterioso lino che avvolse il corpo di Cristo.

L’illustre relatrice, presentata dal prof. Marco di Matteo, presidente dell’Associazione “Veritatis splendor”, coadiuvato dalla dottoressa Federica Garofano, che ha tenuto la relazione introduttiva, ha saputo catturare l’attenzione dei presenti anche grazie a delle slide puntuali e dettagliate, mediante le quali ha mostrato diversi particolari dell’Uomo della Sindone: dai segni dei flagelli sul dorso frutto dei 120 colpi a quello del patibolum; da quelli dei chiodi nei polsi alla visibilissima macchia più scura del costato e ai rivoli di sangue arterioso che sgorgano dal casco di spine che gli posero sul capo.

“Si tratta insomma – ripete la Marinelli – di un cadavere che ci ha lasciato un negativo fotografico”, per cui dagli studi compiuti sul sangue ci si è accorti chiaramente che il sangue è arrivato sul lino prima dell’immagine, senza esser tuttavia alterato da essa. Per quanto concerne invece l’immagine misteriosa, essa presenta un’inedita tridimensionalità in soli 5 millesimi di millimetro, effetto di una proiezione ortogonale frutto di una forma di radiazione che ha scurito il tessuto a seconda della distanza del corpo rispetto al lino, per cui né il sudore, né le polveri, né gli aromi usati per la sepoltura avrebbero potuto produrla.

A tal proposito l’equipe del dott. Paolo Di Lazzaro dell’ENEA di Frascati ha recentemente confermato quest’ipotesi, bombardando con dei laser ad eccimeri un tessuto e ottenendo così incredibilmente una cromaticità analoga a quella dell’immagine sindonica. Ma sarebbero necessari circa quattordicimila laser per tentare di ricostruirne l’immagine.

Al di là degli studi contemporanei, la Marinelli non ha tralasciato gli altri indizi significativi, quali le 77 specie di pollini tipici dell’area di Gerusalemme ritrovati sul tessuto; il gruppo sanguigno AB (lo stesso del miracolo di Lanciano e del sudario di Oviedo); le tracce di monete sulla palpebra destra e sul sopracciglio sinistro; come l’impressionante coincidenza con i racconti evangelici e l’iconografia del Cristo, che ne confermerebbe l’autenticità.

La relatrice ha poi chiarito l’inadeguatezza del metodo e del campione utilizzato per la prova al carbonio 14, dal momento che l’angolo che fu prelevato presenta numerosi segni di usura, oltre a funghi e batteri, che ne hanno compromesso inevitabilmente la datazione.

Infine nel corso della serata è stato presentato l’ultimo libro della Marinelli dal titolo: “La Sindone. Testimone di una presenza” (edizioni San Paolo, 2009), nel quale l’autrice, coniugando la sua competenza scientifica con un apprezzabile stile divulgativo, illustra queste e molte altre prove dell’autenticità del Sacro Lino che, per dirla con Paul Claudel: “Più che un’immagine è una Presenza”.

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ZENIT Staff

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