Il percorso dei pellegrini della Sindone

di Chiara Santomiero

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ROMA, giovedì, 15 aprile 2010 (ZENIT.org).- “L’importante è arrivare puntuali, con un anticipo massimo di 30 minuti”: è la raccomandazione diffusa dal Comitato organizzativo per l’Ostensione 2010 della Sindone dopo che, nei primi giorni di visita, si sono verificati alcuni momenti di ingorgo nei Giardini reali bassi, prima dell’accesso al Cammino del pellegrino.

Il Comitato ricorda che l’intero sistema di accesso dei pellegrini – soprattutto quelli dei viaggi collettivi in pullman – si basa sul rispetto delle procedure e dei tempi stabiliti che vengono comunicate ai gruppi prima dell’arrivo a Torino. “E’ inutile – si sottolinea – arrivare con molto anticipo ai Giardini reali perché si rischia soltanto di prolungare la propria attesa e di rendere più difficoltosa l’accoglienza per tutti i pellegrini”.

Ma come è organizzato il percorso dei visitatori della Sindone?

Victor Tua, del Comitato per l’Ostensione 2010, si occupa della “gestione” dei pellegrini dal momento in cui arrivano nel territorio cittadino fino al momento in cui lo lasciano.

“La maggior parte dei visitatori – spiega – arriva in pullman: ce ne sono almeno 11-12 mila in arrivo ma si prevede che arriveranno fino a 20 mila”.

Tutti i pullman devono confluire in una delle due postazioni chiamate “stop 1”: “alla Beverina o a Caio Mario, davanti a Mirafiori. Qui si registra l’arrivo – proprio perché non sia troppo presto o troppo tardi rispetto all’ora assegnata per la visita – e si dimostra il pagamento del ticket richiesto dal Comune di Torino per finalità ecologiche”.

I pullman dei pellegrini vengono quindi instradati verso il centro “fino a corso Regina Margherita, attraversano Piazza della Repubblica e arrivano nel controviale di corso Regina Margherita all’angolo con via XX Settembre”.

Qui trovano la postazione denominata “stop 2”, nella quale ai pullman viene assegnato un numero progressivo che servirà per recuperare i pellegrini più tardi. “Arrivano finalmente – spiega Tua a ZENIT – al posto di scarico che è in corso S. Maurizio; nel controviale ci sono 12 stalli per far scendere i pellegrini i quali attraversano a piedi i Giardini reali bassi e arrivano al padiglione dell’accoglienza”.

Si tratta di una grande tensostruttura bianca, dove si trovano i servizi igienici, un piccolo bar e delle panchine. Alcuni volontari controllano i biglietti d’ingresso perché se si arriva con troppo anticipo sull’ora della visita i gruppi vengono invitati a tornare.

“Sul biglietto – afferma Tua – è segnata l’ora esatta dell’ingresso. E’ stato previsto un gruppo ogni 15 minuti: al momento, al sabato e alla domenica, i giorni di maggiore affluenza, si calcolano gruppi di 1030 persone, ma si arriverà fino a 1200”.

Una buona notizia nel caso qualche imprevisto faccia “perdere” l’ora dell’ingresso: il gruppo in ritardo passa in coda e la visita viene consentita ugualmente.

Arrivati a questo punto, i pellegrini che fanno parte del gruppo convocato alla stessa ora si mettono in coda, 300 alla volta. I cancelli vengono aperti dalle 7 del mattino e quest’anno, a causa della brevità dell’ostensione – solo 44 giorni – e della grande richiesta, la chiusura è stata prolungata fino alle 22.30.

I pellegrini, passando per dei tornelli, percorrono un cammino pedanato coperto che con il sottofondo di musica sacra li porta alla c.d. “pre-lettura”. Si tratta di due grandi vani dove c’è uno schermo sul quale osservare l’immagine della Sindone mentre vengono fornite alcune spiegazioni che preparano alla visita.

Ogni vano accoglie, con l’aiuto dei volontari, 240 pellegrini che dopo la proiezione proseguono il percorso verso il duomo – a cui accedono mediante la porta del campanile – attraverso gli infernotti della Manica nuova di Palazzo reale e l’area del Teatro romano.

“Il movimento a tutto il flusso – spiega Tua – viene dato dalla permanenza di ogni gruppo di 240 persone davanti alla Sindone. Qui un lettore indicherà i punti del telo da osservare e dopo la lettura di una breve preghiera inviterà i pellegrini ad uscire. A seconda dell’affluenza il tempo di sosta varierà da 3,5 a 5 minuti”.

Un meccanismo così cadenzato è guidato da un gestore di area che “ha un pulsante con tre posizioni – minima, media e massima, a seconda dell’affluenza di quel giorno -; quando la luce diventa rossa, schiaccia e si accende una lucetta analoga sul leggio del lettore davanti alla Sindone. Altre lucette sono posizionate lungo il percorso a terra: quando passano dal verde al rosso, i volontari invitano i pellegrini ad uscire”.

Di fronte alla Sindone il percorso si sviluppa su tre livelli per consentire al maggior numero di persone possibile di poter contemplare il telo.

Occorrerà almeno un’ora ai pellegrini per arrivare dall’ingresso dai Giardini reali bassi all’uscita dal duomo. Un percorso ridotto è previsto al mercoledì pomeriggio nell’appuntamento settimanale riservato alle persone disabili e ai malati. Si accederà nel cortile di Palazzo reale da dove si passerà direttamente al padiglione della “pre-lettura” e, quindi in duomo. Le persone ipovedenti o cieche potranno usufruire di un pannello a loro dedicato con l’immagine della Sindone in rilievo.

Alla fine del percorso, chi vuole può rientrare dalla porta centrale del duomo e fermarsi a contemplare la Sindone più da lontano. A destra del duomo, nei locali di Palazzo Chiablese, è stata allestita la cappella della Penitenzieria dove è possibile fermarsi per l’adorazione eucaristica e per accostarsi al sacramento della penitenza.

Presso il Palazzo della regione (all’angolo con via Palazzo di città) è presente un bookshop e un punto di accoglienza per turisti e pellegrini dove vengono accettate anche richieste dell’ultimo momento per chi arriva a Torino senza aver potuto prenotare la visita in anticipo.

Di fatto: “non c’è una scadenza temporale per le prenotazioni – afferma Willy Cuoco, responsabile del sistema di prenotazioni per la Sindone-, ma solo un limite di capienza. Lo sforzo è indirizzato a non sforare troppo dai numeri previsti per permettere ai pellegrini almeno una sosta di qualche minuto”.

“Durante i giorni di massima affluenza, come sabato e domenica – prosegue Cuoco – i pellegrini arriveranno a 52 mila, mentre nei giorni della settimana meno richiesti scenderanno a 13 mila, per una media di 37 mila presenze per ogni giorno di ostensione”.

“Ci sono gruppi di pellegrini – afferma Cuoco – che vengono al mattino presto per la visita prenotata e ripartono subito dopo: dalla Basilicata un gruppo si è organizzato così, viaggiando di notte in pullman sia all’andata che al ritorno per abbattere i costi. C’è anche chi viene dagli Stati Uniti per un giorno solo. Un gruppo di pellegrini siciliani – metà dei quali disabili – fa tappa qui dopo un viaggio a Lourdes e poi riparte in treno”.

“La maggior parte dei prenotati – spiega Cuoco – appartiene a pellegrinaggi parrocchiali o diocesani. Non si tratta di viaggi turistici, ma di veri pellegrinaggi, con il desiderio di un’esperienza da vivere nell’intimo. Per tutti, credenti e laici, magari curiosi circa gli aspetti scientifici, è una esperienza che pone interrogativi”.

Come si conclude il percorso dei pellegrini dei pullman organizzati?

“Quando tutti gli aspetti della visita sono stati esauriti – riprende Tua – i pellegrini si dirigono verso la Prefettura e riprendono Viale dei partigiani dove è ubicato il Padiglione delle partenze. Qui sono predisposti dei monitor sui quali appare il numero assegnato al pullman al momento dell’arrivo e il numero dello stallo dove i pellegrini devono aspettarlo per salire e… speriamo vada tutto per il meglio! Il Comitato per l’ostensione, i volontari, le istituzioni, siamo tutti impegnati al massimo per mostrare ai
pellegrini il volto più accogliente della chiesa e del territorio torinese”.

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ZENIT Staff

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