di Carmen Elena Villa

CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 2 aprile 2010 (ZENIT.org).- Dal 2005, quando Giovanni Paolo II è morto, le Grotte Vaticane, dove si trova la sua tomba, sono uno dei luoghi più visitati dai turisti e dai pellegrini che si recano a Roma.

Fonti della Basilica di San Pietro hanno riferito a ZENIT che una media di 12.000 persone visita quotidianamente questo luogo, che resta aperto dalle 9.00 alle 17.00 (in estate fino alle 18.00) e ospita le tombe della maggior parte dei Pontefici, tra cui San Pietro, secondo la tradizione.

“Questo è un luogo sacro, chiediamo quindi silenzio e raccoglimento”, è l'annuncio che si ascolta in varie lingue quando si visitano le Grotte Vaticane.

L'ingresso è dal lato superiore destro della Basilica di San Pietro, da dove i pellegrini scendono nelle Grotte e possono ammirare anche alcuni resti delle colonne della prima basilica, costruita per ordine di Costantino tra il 326 e il 333.

I visitatori incontrano per prima la tomba di Callisto III. Seguendo il percorso, possono poi vedere quelle di Bonifacio VIII, Niccolò III, Innocenzo VII, Niccolò V, Paolo II, Paolo VI, Marcello II, Giovanni Paolo I, Innocenzo IX.

Alcune tombe mostrano l'immagine del Papa corrispondente. E' la stessa immagine che si può vedere nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, dove compaiono i 266 Papi della Chiesa cattolica.

ZENIT vi si è recato una mattina e ha visto che la maggior parte dei visitatori si raccoglie davanti alla tomba di Giovanni Paolo II.

Altri pellegrini, soprattutto quelli più anziani, si soffermano davanti alla tomba di Paolo VI e Giovanni Paolo I. Altri chiedono dove riposa il corpo di Giovanni XXIII, che dal 2002 è situato nella Basilica di San Pietro, in un'urna di cristallo davanti alla quale pregano ogni giorno centinaia di pellegrini. Giovannni Paolo II giace dove si trovava prima il corpo del “Papa Buono”.

Luogo di pellegrinaggio

Davanti alla tomba di Giovanni Paolo II c'è sempre una guardia, che chiede a quanti si mettono a pregare di rimanere dietro una corda per lascia passare i fedeli che li seguono. Molti depongono fiori, rosari, medaglie e altri oggetti sacri, altri guardano semplicemente la lapide con curiosità e stupore.

“Da quando è morto Giovanni Paolo II abbiamo dovuto sistemare tutto in modo diverso per la quantità di pellegrini che vengono quotidianamente da tutto il mondo. Non c'è giorno in cui non ci sia un'immensa folla”, ha detto uno dei custodi a ZENIT.

Prima l'accesso alle Grotte Vaticane avveniva dall'interno della Basilica. Non c'erano indicazioni chiare ed erano poche le persone che vi scendevano negli orari abituali di visita.

Oggi i pellegrini, arrivando a Piazza San Pietro, chiedono dove giacciono i resti del Pontefice. La sua tomba è praticamente una tappa obbligata per chi visita la Città Eterna.

“E' stato molto bello perché è la prima volta che vengo qui”, ha detto a ZENIT Antonia, proveniente dalla Galizia (Spagna), poco dopo aver visitato la tomba. “Ho sempre ascoltato e letto di lui, e mi è piaciuto molto e mi ha colpito vedere dov'è sepolto. L'ambiente e l'atteggiamento della gente mi hanno affascinato”.

Per Valentín, anche lui della Spagna, visitare la tomba di Giovanni Paolo II era uno degli obiettivi principali del viaggio a Roma. “Ammiro la sua semplicità e la vicinanza alla gente. E' stato molto brutto quando è morto perché è stato molto importante, ha lasciato un segno nella storia del cristianesimo e anche in quella universale”.

“Vedendo la tomba di Giovanni Paolo II mi sono emozionata”, ha detto María José, una pellegrina dell'Argentina. “Mi sono ricordata della sua vita. Era una persona molto semplice, umana, vicina. E' stata una grande tristezza quando è morto, anche se il Papa che abbiamo ora è una persona meravigliosa”.

Con il sottofondo della musica sacra che pervade sempre questo luogo e favorisce il raccoglimento, i pellegrini ricordano e ringraziano quel Pontefice morto in un giorno come questo, accompagnato dalle preghiere di decine di migliaia di fedeli in Piazza San Pietro, ai quali ha detto: “Io sono felice, siatelo anche voi”.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]