Gli anglicani riflettono sul loro futuro

Scelgono la festa della Cattedra di San Pietro come giorno per il “discernimento”

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LONDRA, martedì, 23 febbraio 2010 (ZENIT.org).- Il Vescovo anglicano di Ebbsfleet e il gruppo Forward in Faith hanno invitato gli anglicani a celebrare la festa della Cattedra di San Pietro, questo lunedì, preferibilmente insieme ai cattolici romani, per discernere la via da seguire dopo che Benedetto XVI ha aperto loro la via per la piena comunione con Roma.

“Non è un giorno per decidere”, ha scritto il Vescovo Andrew Burnham sul materiale per la preghiera fornito da Forward in Faith.

“La Costituzione Apostolica (Anglicanorum coetibus) non è un punto di crisi ma l’apertura, permanente, di una nuova via verso l’unità con la Sede di Pietro”, ha segnalato.

“Decisioni sul come e sul se questo debba succedere per ciascuno di noi verranno prese in modi e in momenti diversi”, ha sottolineato.

“Ora – ha aggiunto – è il momento di pregare e discernere”.

Anglicani di tutto il mondo stanno discernendo la propria risposta al documento del Papa di novembre, che offre agli anglicani la possibilità di istituire Ordinariati personali, esprimendo piena comunione con Roma pur mantenendo la tradizione anglicana.

La Costituzione Apostolica risponde ai desideri espressi da molti anglicani scontenti per il movimento della Comunione verso l’accettazione della condotta omosessuale e l’ordinazione ministeriale di donne.

La giornata di preghiera celebrata questo lunedì è stata definita dal Vescovo Burnham “un’opportunità per riflettere, pregare e discernere la via del futuro per ciascuno di noi, i nostri sacerdoti e le nostre parrocchie”.

Anglo-cattolici

Nel materiale fornito per la giornata di preghiera è stata inclusa la lettera pastorale di febbraio di questo Vescovo, dedicata all’unità.

Nel testo, il Vescovo Burnham riflette sul significato della parola “anglo-cattolico”, segnalando che all’inizio del XIX secolo l’uso della parola in inglese si è concentrato sulla “continuità della Chiesa di Inghilterra con la Chiesa dei tempi apostolici”.

Il presule considera anche il crescente impulso verso l’unità in Cristo, soprattutto tra anglo-cattolici, ortodossi e cattolici.

La “Anglicanorum Coetibus” è un altro passo in questo cammino, segnala.

“Anche se si rivolge agli anglicani in generale, è diretta in modo particolare, com’è ovvio, agli anglo-cattolici”.

“Noi siamo quelli che hanno sempre anelato alla riunificazione della Chiesa cattolica – afferma -. Siamo quelli che con veglie, preghiere, incenso, musica e paramenti sono stati vicini per quanto possibile alla pratica cattolica romana”.

“L’aspetto più importante è che noi siamo quelli che in questioni di fede e morale – quello che crediamo sul Vangelo, il credo, il ministero e i sacramenti – e per il modo in cui le viviamo abbiamo sempre affermato di essere ‘cattolici'”.

“Lo diciamo seriamente? E se è così, che cosa facciamo al riguardo? Individualmente e in gruppo. E’ di questo che parliamo”, ha concluso.

Anglicani australiani

Forward in Faith, che ha la sua sede principale in Australia, potrebbe rappresentare il primo caso di adesione collettiva alla piena comunione con la Chiesa cattolica.

Lo ha affermato il Vescovo anglicano David Robarts OAM in alcune dichiarazioni al quotidiano australiano The Daily Telegraph, in cui afferma: “Amo la mia eredità anglicana, ma non la perderei compiendo questo passo”.

Dopo l’opposizione a elementi come l’esercizio del ministero sacerdotale ed episcopale da parte delle donne e l’approvazione di alcuni sacerdoti, Vescovi e leader anglicani apertamente omosessuali, Forward in Faith ha “cercato per 25 anni di avere una qualche supervisione episcopale, ma non l’abbiamo ottenuta(…). Non siamo più davvero voluti, la nostra coscienza non è stata rispettata”.

Per questo, Robarts ha affermato che lui e i suoi fedeli proseguiranno sulla via dell’unione con Roma.

Con la “Anglicanorum Coetibus”, Papa Benedetto XVI ha introdotto una nuova struttura canonica che permette ai fedeli anglicani di entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica conservando elementi del patrimonio spirituale e liturgico anglicano.

Il Vescovo Robarts ha voluto sottolineare al The Daily Telegraph che il passo che Forward in Faith vuole compiere non è come l’atteggiamento di “chi cambia mobili”.

“Stiamo semplicemente dicendo che siamo stati fedeli a ciò in cui gli anglicani hanno sempre creduto e che non vogliamo cambiare niente di questo, ma siamo stati emarginati a causa di coloro che vogliono introdurre alcune ‘innovazioni'”.

“Abbiamo bisogno di avere Vescovi che credano in ciò in cui noi crediamo”, ha sottolineato.

[Con il contribuito di Carmen Elena Villa]

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ZENIT Staff

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