Mons. Vegliò: il turismo, “un prezioso servizio alla pace”

Durante una messa nel Duomo di Milano a margine della Borsa Internazionale del Turismo

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ROMA, lunedì, 22 febbraio 2010 (ZENIT.org).- “Il turismo favorendo la mutua conoscenza, può diventare un prezioso servizio alla pace, aiutando a costruire una società più giusta, solidale e fraterna”. Lo ha detto l’Arcivescovo Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, durante l’omelia pronunciata sabato 20 febbraio, nel Duomo di Milano, in occasione del convegno della Chiesa nell’ambito della Borsa Internazionale del Turismo (Bit).

Come ormai tradizione da vent’anni la Chiesa ha organizzato un dibattito, all’interno di questa rassegna di proposte turistiche, in campo internazionale, che coinvolge più di cento Paesi, ispirato al tema della Giornata mondiale del settore “Il turismo, celebrazione della diversità”, con particolare riferimento alla fede vissuta in un contesto di minoranza.

Nell’omelia mons. Vegliò – secondo quanto riferito da “L’Osservatore Romano” – ha sottolineato la necessità di favorire atteggiamenti di rispetto e di fiducia reciproci in modo che “incontrando gli altri nella loro diversità, ci si possa aprire al dialogo e alla comprensione”.

La diversità – ha continuato – è un bene e non una minaccia, tanto meno un pericolo, e dunque è necessario che “le persone accettino non soltanto l’esistenza della cultura dell’altro, ma che desiderino anche di riceverne un arricchimento”.

Il presule ha poi fatto riferimento all’omicidio di un egiziano di 19 anni, avvenuto il 13 febbraio in via Padova a Milano e che ha scatenato la rivolta dei connazionali.

“Le migrazioni – ha ribadito – sono un fatto positivo, sempre che avvengano nel rispetto dei diritti della persona che è costretta a emigrare, che si realizzino con una giusta regolazione dei flussi migratori e che si effettuino nell’osservanza delle leggi e delle culture del Paese che accoglie, evitando posizioni estreme quanto l’indifferenza, come anche detto da questa arcidiocesi proprio alcuni giorni fa”.

“Tutti dobbiamo impegnarci quindi per trasformare la discriminazione, la xenofobia, la violenza e l’intolleranza in comprensione”, ha osservato ancora.

Per l’Arcivescovo bisogna imparare a considerare il turismo come un invito “a non chiudersi nella propria cultura, ma ad aprirsi e a confrontarsi con altri modi di pensare e di vivere, diventando così un’occasione di dialogo e di reciproca accoglienza”.

A questo proposito, nella cornice della Fiera milanese di Rho giovedì 18 febbraio è stata inaugurata “L’Oasi del silenzio” un luogo di preghiera e meditazione interreligiosa formato da una libreria, una cappella destinata ai fedeli cristiani che frequentano la zona, e infine un locale lasciato volutamente spoglio, senza caratterizzazioni religiose specifiche.

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ZENIT Staff

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