Il Papa riceve il premier libanese Hariri

La pace in Medio Oriente non può fare a meno del contributo delle religioni

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ROMA, domenica, 21 febbraio 2010 (ZENIT.org).- La pace in Medio Oriente passa per il dialogo interculturale e interreligioso. E’ quando ha detto Benedetto XVI nel ricevere in udienza questo sabato mattina il quarantenne presidente del Consiglio dei ministri libanese, Saad Hariri.

Secondo quanto riferito da un comunicato della Sala Stampa vaticana, durante i colloqui è stata presa in esame la “situazione in Libano e si è auspicato che esso, tramite l’esemplare convivenza delle diverse comunità religiose che lo compongono rimanga un ‘messaggio’ per la Regione mediorientale e per tutto il mondo”.

In Libano, dopo il “patto nazionale” del 1943 che ha sancito una suddivisione delle cariche pubbliche in base all’appartenenza religiosa, il presidente della Repubblica deve essere cristiano maronita, resta in carica sei anni e condivide il potere esecutivo con il Consiglio dei ministri, presieduto da un musulmano di confessione sunnita.

Durante l’incontro, prosegue la nota, è stata sottolineata “la necessità di trovare una soluzione giusta e globale ai conflitti che travagliano detta Regione”, oltre a richiamare “l’importanza del dialogo interculturale e di quello interreligioso per promuovere la pace e la giustizia”.

“In tale prospettiva – si legge ancora – non è mancato un accenno alla prossima Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente” che si terrà dal 10 al 24 ottobre 2010, sul tema “La Chiesa cattolica in Medio Oriente: comunione e testimonianza: ‘La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola’” (At 4,32).

Durante l’udienza, infine, è stata ricordata pure “l’importanza della presenza e dell’opera dei cristiani nel Paese” e “si è espresso vivo apprezzamento – conclude la nota – per il contributo che la Chiesa Cattolica offre a beneficio di tutta la società, in particolare attraverso le sue istituzioni educative, sanitarie e assistenziali”.

Terminata l’udienza con il Pontefice, il premier libanese Hariri si è intrattenuto a colloquio con il Cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e con l’Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Alla vigilia del suo incontro con Benedetto XVI il primo ministro libanese, in una intervista al “Corriere della Sera”, aveva accennato alle crescenti minacce ai danni delle comunità cristiane in Medio Oriente alla base del forte esodo di fedeli, evidenziando poi il problema della sicurezza in Iraq e dei profughi iracheni nei paesi confinanti.

Hariri aveva inoltre sottolineato il suo impegno nel favorire la coesistenza tra musulmani e cristiani. A questo proposito, aveva ricordato la sua proposta, approvata dal Consiglio dei ministri libanese, di decretare il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione, festa nazionale comune cristiano-musulmana.

La Vergine Maria riveste, infatti, un ruolo molto importante nelle devozioni e nei testi sacri delle due religioni. Inoltre, da diversi anni cristiani e musulmani pregano insieme durante il “Giorno dell’Annunciazione” nel santuario della Vergine di Harisa, che si trova a circa venti chilometri da Beirut.

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ZENIT Staff

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