ROMA, domenica, 21 febbraio 2010 (ZENIT.org).- Negli affollati crocevia degli aeroporti, quello che deve essere salvaguardato, prima di tutto, è il rispetto della persona. Lo ha ricordato questo sabato Benedetto XVI nel ricevere in udienza, nell’aula Paolo VI, i dirigenti e il personale dell’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile Italiana) e dell’ENAV (Ente Nazionale per l’Assistenza al Volo).
Rivolgendosi ai membri dell’Aviazione civile italiana, accompagnati dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, Benedetto XVI ha espresso apprezzamento per il lavoro da loro svolto quotidianamente nel garantire la sicurezza, specialmente di fronte alla “minaccia del terrorismo internazionale”, e controllare la qualità dei servizi, di cui ogni anno si avvalgono 135 milioni di passeggeri, con oltre ottomila voli al giorno.
Nel suo discorso il Papa ha quindi ricordato l’importanza assunta da questo “snodo della vita contemporanea e della comunicazione tra persone e popoli”, divenuto “luogo dove migranti e profughi vivono vicende di attesa, di speranza e di timori per il loro futuro”.
Proprio per questo, ha evidenziato, ciò che occorre ricordare è che “il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è la persona, nella sua integrità. Essa, infatti, deve rappresentare il fine e non il mezzo a cui tendere incessantemente”.
“Occorre non perdere mai di vista – ha poi concluso – che il rispetto del primato della persona e l’attenzione alle sue necessità, non solo non rendono meno efficace il servizio e non penalizzano la gestione economica, ma, al contrario, rappresentano importanti garanzie di vera efficienza e di autentica qualità”.