No dalla CEI a un uso ideologico dell’immigrazione per scopi elettorali

Giustizia sociale e integrazione devono tornare al centro delle politiche locali

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ROMA, giovedì, 18 febbraio 2010 (ZENIT.org).- Il tema dell’immigrazione, lontano da ogni strumentalizzazione di parte, deve tornare ad essere una priorità delle politiche locali. E’ quanto hanno auspicato la Commissione Episcopale per le Migrazioni (CEMI) e la Fondazione Migrantes al termine di una riunione tenutasi il 15 febbraio scorso e dedicata ad alcuni aspetti della situazione migratoria in Italia.

In un comunicato si legge che la CEMI e la Fondazione Migrantes si augurano “che le prossime elezioni amministrative siano un’occasione importante perché i temi della giustizia sociale, dell’integrazione ritornino al centro dei programmi e delle politiche locali, evitando che la tematica dell’immigrazione sia usata pregiudizialmente e ideologicamente per scopi elettorali”.

In merito ai fatti di Rosarno, accaduti il 7 gennaio scorsa, quando alcuni immigrati che hanno reagito con violenza ad un’aggressione da parte di alcuni abitanti del posto, “sottolineano come la mancanza delle istituzioni sul territorio, la carenza di progettualità politica e sociale, come anche la dimenticanza della giustizia diventino causa di sfruttamento soprattutto degli immigrati, regolari e irregolari, di conflittualità sociale”.

“Dal Sud al Nord, per arrivare ai fatti di Milano – continua il comunicato –, si segnala che l’esclusione sociale, la ghettizzazione degli immigrati, la mancanza di un piano integrazione provocano scontri tra etnie, oltre che una crescente conflittualità”.

Preoccupazione è stata espressa anche per il “succedersi di sgomberi di campi rom che stanno avvenendo in molte città e paesi d’Italia. La situazione già difficile di una minoranza del nostro Paese che attende ancora di essere riconosciuta, metà costituita da minori, vede non tutelati alcuni diritti fondamentali: alla salute, alla scuola, alla partecipazione sociale”.

“Gli sgomberi – continua il comunicato –, senza un progetto preciso che tuteli le famiglie rom e i minori, costituiscono un attacco ai diritti delle persone e delle famiglie, oltre che un motivo ulteriore per esasperare le relazioni tra le persone coinvolte”.

Per quanto riguarda il tema del rapporto tra immigrazione e criminalità, la CEMI e la Fondazione Migrantes hanno ribadito quanto già affermato dal Segretario della CEI, mons. Mariano Crociata, ha affermato, nel presentare il 29 gennaio scorso il comunicato finale dell’ultimo Consiglio episcopale permanente, e cioè che “non esiste alcuna coincidenza tra immigrazione e criminalità, e pertanto è impropria e falsa ogni criminalizzazione pregiudiziale degli immigrati”.

Il comunicato cita poi una ricerca presentata il 6 ottobre 2009 a Roma su “La criminalità degli immigrati: dati, interpretazioni e pregiudizi”, e realizzata dall’équipe del Dossier statistico immigrazione Caritas-Migrantes e dall’Agenzia Redattore Sociale.

Nel dossier Caritas/Migrantes 2009, si legge, “estrapolando le denunce presentate contro autori noti ed equiparando le classi di età tra italiani e il numero effettivo degli immigrati si arriva a stabilire un uguale tasso di criminalità tra italiani e stranieri residenti”.

Inoltre, continua il comunicato, “sulla base dei dati del Ministero dell’Interno, Dipartimento Pubblica Sicurezza, pubblicati nell’Osservatorio Romano sulle Migrazioni, promosso congiuntamente alla Camera di Commercio e alla Provincia di Roma, si riscontra che nel 2008 la criminalità degli stranieri è diminuita del 7,6% nel Lazio e del 15,3% in Provincia di Roma, nonostante in entrambi i contesti sia intervenuto un aumento della popolazione straniera residente di circa il 15%”.

Infine la CEMI e la Fondazione Migrantes auspicano “un impegno educativo e sociale del mondo del laicato cattolico, perché anche il tema dell’immigrazione sia al centro dell’interesse comune e della vita delle nostre città”.

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ZENIT Staff

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