CITTA' DEL VATICANO, lunedì, 15 febbraio 2010 (ZENIT.org).- Una “Dichiarazione Comune” sulla fede che condividono i cristiani delle varie confessioni potrebbe diventare la sintesi di 40 anni di ecumenismo, ha annunciato la Santa Sede.
Lo spiega un comunicato emesso questo sabato dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, che ha organizzato dall'8 al 10 febbraio un simposio a Roma con la partecipazione di teologi cattolici, luterani, riformati, anglicani e metodisti.
L'incontro è stato convocato dal Cardinale Walter Kasper, presidente del dicastero vaticano, che il 5 marzo compirà 77 anni e dal 1999 lavora in questo Consiglio, che affonda le sue radici nel segretariato creato da Giovanni XXIII nel 1960.
Tra le proposte concrete sorte da questo incontro, rivela il comunicato vaticano, spicca quella di “stilare una Dichiarazione Comune su ciò che abbiamo conseguito insieme ecumenicamente. Tale dichiarazione potrebbe prendere la forma di un’affermazione comune della nostra fede battesimale, comprendente un commento al Credo apostolico ed al Padre Nostro”.
“Scopo del Simposio non era soltanto prendere atto dei molti elementi di convergenza conseguiti in quarant’anni di dialogo ufficiale, ma anche trovare il modo di comunicare tali importanti risultati ai membri delle varie comunità cristiane, affinché possano esprimere più pienamente nella loro vita di fede il progresso realizzato verso l’unità”.
In questo incontro senza precedenti, sottolinea il Pontificio Consiglio, “è stato menzionato il nuovo e promettente approccio secondo il quale il dialogo ecumenico viene considerato come uno scambio di doni. Si è parlato onestamente anche dei limiti della diversità e del ruolo della gerarchia delle verità”.
“Il Simposio ha anche guardato al futuro, per discernere quella che dovrà essere la configurazione del dialogo ecumenico. Si è ampiamente riflettuto sui passi che dovranno essere intrapresi verso il raggiungimento dell’obiettivo ecumenico, che rimane la piena a visibile comunione”.
Il Cardinale Kasper ha quindi proposto questa considerazione: “Cosa significa comunione nel senso teologico? Non significa comunità in senso orizzontale, ma communio sanctorum, che potremmo definire partecipazione verticale a ciò che è ‘santo’, alle ‘cose sante’- ovvero lo Spirito di Cristo presente nella sua Parola e nei sacramenti amministrati dai ministri, propriamente ordinati”.
I suggerimenti sorti da questo incontro saranno ripresi nell'assemblea plenaria del Pontificio Consiglio, prevista per il prossimo mese di novembre.
I partecipanti, conclude la nota vaticana, “hanno altresì dichiarato che la capacità di organizzare simili incontri è una potenzialità caratteristica di Roma, sottolineando in tal modo l’ampio servizio che il ministero petrino può offrire all’ecumenismo”.