ROMA, venerdì, 12 febbraio 2010 (ZENIT.org).- A un mese dal terremoto che ha sconvolto Haiti il 12 gennaio scorso, il Governo di Haiti ha dichiarato i giorni che vanno da questo venerdì a lunedì 15 febbraio giornate di preghiera.
Il sisma ha provocato almeno 230.000 morti. Delle 500.000 persone rimaste senza un tetto, molte vivono ora in campi improvvisati a Port-au-Prince.
Il Nunzio Apostolico ad Haiti, l’Arcivescovo Bernardito Cleopas Auza, ha ospitato questo giovedì un incontro della Caritas presso l’Ambasciata della Santa Sede a Port-au-Prince per analizzare le operazioni di soccorso e le sfide a lungo termine come l’istruzione, l’agricoltura, la ricostruzione e la preparazione contro i disastri.
“Dobbiamo aiutare gli haitiani a diventare autosufficienti – ha dichiarato –. Haiti ha bisogno di più sostegno strutturato”.
“Ad ogni modo”, ha confessato, “guardo al futuro con fiducia”.
All’incontro hanno partecipato anche il Segretario Generale di Caritas Internationalis, Lesley-Anne Knight, il presidente di Caritas America Latina e Caribe, il Vescovo Fernando Bargallo, le organizzazioni Caritas di tutto il mondo e i direttori diocesani di Caritas Haiti.
“La Caritas si impegna non solo a ricostruire la infrastrutture distrutte, ma anche ad assicurare la dignità e lo sviluppo sostenibile di tutti gli haitiani”, ha detto Lesley-Anne Knight. Finora l’organizzazione ha fornito cibo a più di 200.000 persone, medicinali a 10.000 e altro materiale di base a 60.000.
Il Catholic Relief Services (CRS) ha distribuito riso del Programma Alimentare Mondiale a quasi 200.000 persone e spera di arrivare a 260.000 assistiti.
La Caritas sta fornendo assistenza sanitaria in dieci luoghi e ha formato 40 persone per portare messaggi sulla salute pubblica nei campi. Ha anche sostenuto l’ospedale S. Francesco di Sales effettuando 20-25 interventi chirurgici al giorno.