Card. Scherer: non trascurare la triplice dimensione del sacerdozio

Il porporato parla ai sacerdoti in un incontro nazionale

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SAN PAOLO, giovedì, 11 febbraio 2010 (ZENIT.org).- L’Arcivescovo di San Paolo, il Cardinale Odilo Scherer, ha ricordato domenica ai sacerdoti brasiliani “la triplice dimensione del nostro ministero sacro”.

Il porporato ha parlato a circa 500 sacerdoti riuniti a Itaici (Indaiatuba, San Paolo) per l’Incontro Nazionale dei Presbiteri.

Nel giorno dell’ordinazione sacerdotale, ha segnalato, “siamo stati unti e consacrati dallo Spirito Santo per il servizio del sacerdozio di Gesù Cristo; egli è il Profeta di Dio (Parola di Dio), il Sacerdote dell’Altissimo (santificatore) e il Pastore e la guida dell’umanità”.

Nell’esercizio del munus profetico, “siamo sacerdoti dediti alla Parola di Dio, servendo Cristo, ‘Parola di salvezza’, verità di Dio per la vita del mondo”.

Il Cardinale ha auspicato che attraverso i sacerdoti il popolo “ascolti, accolga, ami e viva la Parola di Dio, fonte di fede, luce per la vita, conforto per l’anima”. “Non deve mancare una buona predicazione, soprattutto nell’omelia domenicale”, ha aggiunto, sottolineando che al popolo bisogna assicurare anche “la formazione nella fede”.

“Come maestri della verità del Vangelo, non dobbiamo tirarci indietro né aver paura di difendere la fede del popolo, quando è necessario, sempre in sintonia con il Magistero della Chiesa. Non siamo predicatori di una verità ‘nostra’, ma servitori della verità di Dio e della Chiesa”, ha dichiarato.

Il Cardinale Scherer ha anche ricordato che i presbiteri sono chiamati ad essere “ministri del sacerdozio di Cristo, per la santificazione del popolo, celebrando con lui e per lui i ‘misteri della vita e della santità’, nei sacramenti”.

In questo contesto, “un luogo di spicco devono averlo l’Eucaristia e la confessione”. Il Cardinale ha infatti insistito sulla necessità della “celebrazione quotidiana dell’Eucaristia, con molte persone o con poche”.

“Celebriamo sempre con tutta la Chiesa, per lei e in suo nome, anche quando a livello visibile essa non è presente. Senza l’Eucaristia quotidiana, il senso stesso dell’essere sacerdote si diluisce”, ha affermato.

“Il servizio sacerdotale, però, ci deve portare anche a insegnare al popolo a pregare per le sue necessità e le sue afflizioni, a incentivare la preghiera personale, le devozioni e la religiosità popolare”.

Per il porporato “sarebbe auspicabile” che in tutte le chiese ci fosse l’adorazione eucaristica una volta a settimana. Bisognerebbe promuovere anche l’iniziazione alla liturgia delle Ore, che “potrebbe essere introdotta la domenica pomeriggio, prima della Messa vespertina”.

Il Cardinale ha quindi chiesto che i sacerdoti siano “buoni pastori del popolo, a esempio di Cristo, Buon Pastore”.

“Non abbandoniamo il bene spirituale del popolo con il pretesto di risolvere prima problemi ‘sociali’ che spettano per dovere d’ufficio ad altri agenti sociali. Il popolo, prima di tutto, spera di ricevere da noi le attenzioni dei ministri di Dio”, ha concluso.

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ZENIT Staff

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