Cardinale Schönborn: la doppia cittadinanza del cristianesimo

Conferenza all’Università Cattolica d’America

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di Kirsten Evans

WASHINGTON, mercoledì, 10 febbraio 2010 (ZENIT.org).- Il ghiaccio e la neve non gli hanno impedito di andare. Nonostante le sferzate della tempesta di neve, il Cardinale Christoph Schönborn, Arcivescovo di Vienna, è intervenuto davanti a un uditorio gremito di studenti, docenti, ecclesiastici e laici alla Catholic University of America (CUA).

La conferenza, organizzata congiuntamente dalle Facoltà di Teologia e Studi Religiosi, di Filosofia e di Diritto Canonico dell’Università, era aperta al pubblico. E il pubblico si è presentato. L’affluenza è stata così copiosa che alcuni studenti hanno dovuto rinunciare per mancanza anche di posti in piedi.

Il Cardinale Schönborn, religioso domenicano, è stato ordinato sacerdote nel 1970. Prima di essere nominato Arcivescovo di Vienna nel 1995, è stato docente di Teologia dogmatica a Friburgo, in Svizzera. È stato creato Cardinale nel 1998. Nella sua conferenza del 3 febbraio scorso, il porporato ha trattato il tema “Cristianesimo: presenza estranea o fondamento dell’Occidente?”.

Un’alternativa affascinante

Il Cardinale Schönborn ha iniziato il suo intervento delineando tre legati, che ritiene essenziali, che l’Occidente ha ereditato dalla cultura cristiana: un senso di integrità morale, per il quale i cristiani sono spesso riconosciuti non solo per ciò che fanno, ma anche per ciò che non fanno; il concetto di umanità intesa come famiglia unitaria universale; l’idea che la libertà sia ciò che rende l’uomo più simile a Dio e costituisca la più grande ricchezza dell’uomo.

Il Cardinale ha poi proseguito con la domanda: “E’ vero che l’uomo moderno ha conquistato la sua libertà lottando aspramente contro la Chiesa? È vero che è stato l’Illuminismo e non il cristianesimo a dare libertà e dignità all’uomo?”. Questa, a suo avviso, è la grande ipotesi della storia moderna.

Un’ipotesi che non lo convince.

Secondo il porporato, gran parte della Chiesa primitiva nacque ed emerse dal mondo pluralistico greco-romano, 2.000 anni fa, e oggi il cristianesimo si propone ad un mondo secolarizzato come un’alternativa affascinante.

“La posizione del cristianesimo nell’Europa moderna è paradossale”, ha osservato. “È al contempo un corpo estraneo e una radice per l’Europa. Sebbene sia visto come un’entità estranea, comunque evoca un sentimento di casa e di nostalgia per molte persone in Europa.”

“In Europa vi è un numero crescente di persone che, dopo aver vissuto una vita pienamente secolarizzata, si incamminano consapevolmente verso la fede cristiana. E queste persone descrivono la loro scoperta del cristianesimo come un ‘ritorno a casa’, come aver ‘trovato casa’”.

Del cielo e della terra

Alludendo a Sant’Agostino, il Cardinale Schönborn ha poi spiegato che “in questo si trova la caratteristica e inequivocabile forza del cristianesimo: la sua doppia cittadinanza. Ad un tempo terreno e celeste, esso invita ad una leale partecipazione nella società, a prendersi la responsabilità della città dell’uomo, senza volerla rovesciare per creare una sorta di società utopistica. Questo impegno nel mondo temporale si fonda sul fatto di avere un’incrollabile cittadinanza nella città di Dio”.

La convinzione cristiana di essere cittadino sia della terra che del cielo è ciò che rende il Cristianesimo odioso ai sistemi totalitari, in particolare a quelli del XX secolo. “Il cristiano è libero”, ha affermato. “Libero rispetto allo Stato, perché non è mai solo cittadino dello Stato. Questa libertà del cristiano ha avuto la sua più chiara espressione durante il periodo del fascismo, del comunismo e del nazismo del secolo scorso, in cui l’autentica testimonianza cristiana ha portato a milioni e milioni di martiri”.

Secondo il Cardinale, proprio questo fondamento di libertà è ciò che il cristianesimo è in grado di offrire all’Europa moderna. “È una libertà dalle pretese della maggioranza, dal politicamente corretto, o semplicemente dalle pressioni dell’ultima moda. Libertà cristiana”, ha commentato.

Una libertà radicale

A testimonianza della forza della libertà cristiana, il Cardinale Schönborn ha ricordato i grandi movimenti spirituali che sono diventati movimenti culturali nella storia occidentale. “Quest’anno segna esattamente 1.100 anni dalla riforma monastica di Cluny”, ha ricordato.

“Questa riforma monastica porto i monasteri in Europa a più di 4.000, nell’arco di 200 anni. Una fantastica rete in tutta Europa, con enormi potenziali economici, sociali, artistici e spirituali”.

Il porporato ha spiegato che con l’inizio del declino di Cluny iniziò a sorgere un altro grande rinnovamento, quello innescato da Bernardo di Chiaravalle, e poi ancora con i cistercensi. E la storia si è poi ripetuta con gli ordini mendicanti di San Francesco e San Domenico. Ognuno di questi rinnovamenti spirituali ha dato enormi contributi alle società culturali e civili dell’epoca.

“È stata data una considerazione sufficiente all’apporto di libertà proveniente da questi movimenti di rinnovamento e a quanto l’Europa sia stata influenzata da questi?”, ha domandato.

“Sin dal suo inizio, il Cristianesimo ha consentito alle persone di fare un passo al di fuori dell’ordine temporale e politico. L’idea che l’uomo debba obbedire a Dio prima che all’uomo ha contribuito enormemente alla libertà nella società”.

Il Cardinale ha quindi sostenuto che nel corso dei secoli la libertà di poter seguire Cristo in modo radicale ha sciolto enormi energie creative in tutto il mondo occidentale, e rappresenta “una delle fonti permanenti della vitalità europea”.

Allo stesso modo, ha manifestato la sua gioia per il risorgere di movimenti spirituali nella Chiesa di oggi. “Perché la storia non dovrebbe ripetersi?”, ha chiesto. “Perché non dovremmo anche noi avere quella sorta di sorpresa, che non ci si sogna nemmeno, che Francesco d’Assisi portò all’Europa 800 anni fa?”.

I movimenti laici della Chiesa di oggi sono “un segno molto vitale”, secondo il Cardinale, e puntano allo stesso Spirito creativo che nei secoli precedenti diede vita ai rinnovamenti cristiani, spirituali e culturali. In particolare l’Opus Dei, i Neocatecumenali e Comunione e Liberazione.

Chiamata alla purificazione

Il porporato non ha mancato di sottolineare che il moderno rapporto tra secolarismo e cristianesimo si pone come un necessario processo di purificazione e maturazione del cristianesimo stesso: “Anche il Cristianesimo ha bisogno della voce critica dell’Europa laica, che faccia domande difficili, talvolta sgradevoli, domande che non dovremmo cercare di evitare o di sfuggire”.

“È bene per il cristianesimo ascoltare le domande della società secolare e accogliere la sfida a darvi risposta. Serve a svegliare i cristiani e a stimolarli. Serve a riconfermare la credibilità del cristianesimo. E il cristianesimo ha bisogno di essere riconfermato.”

“È un bene per noi dover dare conto”.

L’analisi critica del mondo laico, ha spiegato, stimola il cristianesimo ad essere ciò che dovrebbe, e aiuta a purificare le incoerenze tra il dire e il fare. “Perché?”, ha chiesto. “Perché nel profondo, l’Occidente laico desidera un cristianesimo autentico e auspica un cristianesimo che sia credibile nella sua vita”.

Il Cardinale Schönborn ha quindi concluso con un appello alla fede. “La libertà cristiana è una fonte inesauribile. ‘Ecco, io sono con voi fino alla fine del mondo’. Queste parole di Gesù Cristo sono la più potente risorsa del Cristianesimo!”, ha esclamato.

“Solo questo spiega l’inesauribile forza rigeneratrice del cristianesimo, il quale vive ripetutamente la propria risurrezione, nella potenza di Colui che è risorto”.

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ZENIT Staff

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