Cardinale Antonelli: i bambini hanno diritto a una famiglia

Annotazioni al termine di un incontro sull’infanzia

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ROMA, mercoledì, 10 febbraio 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo le Annotazioni del Cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, al termine dell’incontro di studio dell’Assemblea Plenaria sul tema “I diritti dell’Infanzia”, svoltosi a Roma il 9 e il 10 febbraio.

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Diritti dei bambini ad avere una famiglia

PREMESSA

1.    La “Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia” (20.11.1989) riconosce ai minori importanti diritti riguardanti l’adozione, le cure sanitarie, l’educazione, la tutela dei disabili, la protezione contro la violenza, contro l’abbandono, contro lo sfruttamento sessuale e lavorativo.

2.    Occorre che la coscienza civile condanni senza esitazioni e senza ambiguità le numerosissime violazioni dei diritti dei minori che continuano a commettersi nel mondo: stragi di guerra, impiego dei bambini-soldato, traffico per trapianti di organi, sperimentazioni farmaceutiche, violenze fisiche, rapimenti, insufficiente o cattiva alimentazione, carenza di cure sanitarie, discriminazione dei disabili, privazione dell’istruzione, sfruttamento lavorativo, costrizione a mendicare, a rubare, a spacciare droga, a prostituirsi, pedofilia, abusi sessuali, pornografia, matrimoni imposti precocemente, mutilazioni sessuali, sfruttamento di immagine a fini commerciali, negazione della giustizia dovuta.

3.    La Convenzione riconosce, nel preambolo, che il fanciullo ha diritto ad una protezione e a cure particolari “sia prima che dopo la nascita”. L’aborto contraddice radicalmente il valore della persona e della vita, che sta alla base di questa affermazione.

4.    Non basta condannare le violazioni dei diritti; bisogna vigilare e operare per prevenirle.

5.    Oggi pericolose ideologie influenzano l’interpretazione della Convenzione del 1989 portandola in più punti ad assumere significati in contrasto con i valori ispiratori originari.

PUNTUALIZZAZIONI

1.    Il diritto dei bambini ad avere una famiglia è contenuto nel preambolo della Convenzione dove si afferma che la famiglia “quale nucleo fondamentale della società e quale ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri ed in particolare dei fanciulli, deve ricevere l’assistenza e la protezione necessarie per poter assumere pienamente le sue responsabilità all’interno della collettività” e si riconosce che “il fanciullo ai fini dello sviluppo armonioso e completo della sua personalità deve crescere in un ambiente familiare”.

2.    I diritti dei bambini non sono separabili dai diritti della famiglia.

3.    Il bambino ha diritto ad avere un padre e una madre per potersi relazionare, fin dalla primissima infanzia, con due persone di sesso diverso, che si amano tra loro e lo amano, e potersi così costruire una chiara e solida identità, una personalità definita.

4.    Il bambino ha diritto a crescere insieme al padre e alla madre, a essere amato ed educato da loro.

5.    Il bambino ha diritto ad essere aiutato ad acquistare autostima, fiducia, sicurezza, senso della realtà e del limite, armonia psichica, maturità progressiva.

6.    Il bambino, in caso di adozione, ha diritto ad essere affidato a una coppia formata da un uomo e una donna, uniti in matrimonio, che dia sufficienti garanzie di armonia e stabilità.

7.    Altro è essere padre e madre e altro è fare da padre e da madre; altro ancora è svolgere qualche funzione genitoriale.

8.    L’unità e la coerenza psicofisica del bambino sono un bene da tutelare e sviluppare con una corretta educazione.

9.    Non è accettabile un’educazione dei bambini che miri intenzionalmente a costruire personalità omosessuali o incerte e confuse.

10. Altro è insegnare il doveroso rispetto verso tutte le persone e altro è proporre ai bambini e agli adolescenti l’omosessualità come un ideale alternativo.

11. Le persone omosessuali devono essere rispettate nella loro dignità e nei diritti umani fondamentali.

12. Non ogni desiderio è un diritto.

13. Non i desideri, ma i beni oggettivi devono essere posti a fondamento della legge.

14. Solo la coppia uomo-donna, unita in matrimonio e aperta ai figli, è un fatto di interesse e rilevanza pubblica.

15. Voler istituzionalizzare una forma di affettività, solo perché si tratta di un sentimento, è come voler istituzionalizzare un rapporto tra amici.

16. Ingiustizia è trattare cose diverse allo stesso modo.

17. Altro è provvedere a bisogni e diritti individuali e altro è istituire il rapporto tra omosessuali.

18. E’ paradossale esaltare il pluralismo e le diversità culturali e nello stesso tempo minimizzare le differenze umane fondamentali, quella dei sessi uomo-donna e quella delle generazioni genitori-figli, in nome dell’uguaglianza e della non discriminazione.

19. L’amore crea unità nel rispetto dell’alterità, armonizza e valorizza le differenze, a cominciare da quelle dei sessi e delle generazioni.

20. E’ una triste contraddizione che ognuno dei genitori voglia bene ai figli e nello stesso tempo infligga loro una profonda e intensa sofferenza non amando il coniuge e addirittura arrivando alla separazione e al divorzio.

21. Destabilizzare il matrimonio e la famiglia è accrescere l’individualismo e la conflittualità, compromette la coesione, lo sviluppo e il futuro della società.

22. Le ideologie, che approvano relazioni sessuali fuori del matrimonio indissolubile tra un uomo e una donna sono in evidente contrasto con la parola di Dio, oltre che con il vero bene delle persone (cfr Mt 5, 27.31-32; 15, 19; 19, 3-9; Mc 7, 21; 10, 2-12; Lc 16, 18; Rm 1, 24-32; 1Cor 6, 9.15-20; 7, 10; Gal 5, 19; 1Ts 4, 3-8).

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ZENIT Staff

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