Affrontare la violenza richiede una prospettiva di fede

Dichiarazioni del Cardinale Eugenio de Araujo Sales

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di Alexandre Ribeiro

RIO DE JANEIRO, giovedì, 4 febbraio 2010 (ZENIT.org).- L’Arcivescovo emerito di Rio de Janeiro, il Cardinale Eugenio Sales, considera che “affrontare il problema della violenza richiede una prospettiva di Fede”, perché “non può essere risolto in una visione meramente umana, temporale”.

In un articolo diffuso dal portale dell’Arcidiocesi di Rio, monsignor Sales segnala in primo luogo il “principio fondamentale” del “primato della giustizia e del diritto”.

“Qualsiasi trasgressione della legge, qualunque ne sia l’origine, costituisce un germe nocivo, che pregiudica la lotta contro questa piaga che tanto ci affligge. La creatura attaccata nella vita pubblica o in tante altre situazioni è ferita nella sua dignità”.

Il crimine, afferma il Cardinale, deve essere “punito severamente”.

“Ogni criminale deve pagare il suo debito con la comunità, e farlo in modo tale che, una volta liberato, possa essere reinserito. Credere in Gesù Cristo ci porta ad accettare la possibilità di recupero”.

Il porporato considera “necessaria un’adeguata azione repressiva”, anche se “da sola non è sufficiente”.

“Alla base di questo male c’è il progresso materiale senza quello spirituale. Caratterizzato dalla ricerca indefinita del benessere, porta alla valorizzazione indiscriminata del piacere, spalancando le porte al libertinaggio”.

All’origine di ogni violenza, segnala il Cardinale, c’è “la scelta che si fa tra valori e controvalori”.

“Si impiegano mezzi illeciti per soddisfare i desideri, senza sottometterli al criterio dell’etica e del bene comune. Il flagello della violenza sociale si verifica spesso per la mancanza di dialogo, per laceranti disuguaglianze economiche, gravi negligenze e deficienze nel settore sanitario, per il consumo e il traffico di droga o per la corruzione”.

Per il Cardinale, andare alla radice della lotta alla violenza “è valorizzare la vita ed esaltarne la dignità”.

Nella misura in cui cresce il rispetto per la vita, “si crea un ambiente che ostacola l’aggressione al prossimo”. “Sorge allora una forza contraria che agisce all’interno di ogni creatura, anche se indurita da pratiche criminali”.

“Questa concezione presuppone, alla base, i principi religiosi, perché esistono valori e diritti essenziali, collegati alla dignità e al destino supremo della persona umana – a cominciare dal diritto primario alla vita -, che devono essere rispettati”.

“Il Vangelo è esigente, ma è la via per raggiungere la vittoria sulla violenza. Cercare rimedi per correggere una situazione intollerabile deve sempre tener conto dell’insegnamento del Salvatore”, ha concluso.

[Traduzione dal portoghese di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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