Don Bosco a Rosarno, tra solidarietà e integrazione

di suor Anna Rita Cristaino*

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ROSARNO, martedì, 2 febbraio 2010 (ZENIT.org).- A Rosarno quest’anno la festa di don Bosco ha avuto un sapore diverso. E’ stata preparata e vissuta all’insegna della solidarietà e dell’integrazione.

Rosarno è un comune di circa 16.000 abitanti della provincia di Reggio Calabria. La comunità fma è arrivata a Rosarno nel 1945 e attualmente è composta da 9 suore che si occupano della Scuola materna, del Centro di Formazione Professionale, dell’Oratorio e delle attività parrocchiali.

Nel mese scorso tutti i giornali e le tv del mondo hanno riportato i “fatti di Rosarno” successi il 7 gennaio, giorno in cui c’è stata una rivolta di immigrati che hanno reagito con violenza ad un’aggressione da parte di alcuni abitanti del posto. Per alcuni giorni la cittadina ha vissuto momenti molto forti di tensione. Molti immigrati, che si trovano a Rosarno per il lavoro della raccolta degli agrumi, sono stati mandati via dalla città, gli abitanti di Rosarno hanno vissuto con paura i momenti della rivolta. Dopo però, quando la situazione è sembrata tornare alla calma, c’è chi ha iniziato a riflettere. Ognuno sta cercando di comprendere cosa poteva fare per evitare che si arrivasse allo scontro. I lavoratori immigrati sono a Rosarno da tanti anni. Non c’erano mai state tensioni con gli abitanti del posto, e le istituzioni, tra cui il mondo della scuola, lavorano da tempo con varie iniziative e progetti per l’integrazione. Ma qualcosa non ha funzionato. I lavoratori, abitavano tutti alla “Rognetta”, una sorta di baraccopoli, senza infrastrutture. Ora è stata demolita. La città sta cercando di reagire. Vuole mostrare al mondo di non essere razzista, anzi di operare per l’integrazione e la cooperazione.

Ed è proprio in questa ottica, che il Liceo Statale R. Piria, il comune di Rosarno, i volontari del Servizio civile, i Servizi sociali, con la comunità delle fma, hanno preparato la festa di don Bosco.

Il 30 mattina, nell’auditorium del Liceo è stato organizzato un incontro “Semplicemente insieme” con gli studenti per riflettere su quanto accaduto a Rosarno e cercare di comprendere quali passi si possono fare perchè quello che è accaduto non si ripeta. E’ stata invitata suor Leontine Sonyi, della Repubblica Democratica del Congo, che ha parlato della sua esperienza di vita salesiana, e soprattutto di come è difficile all’inizio per una persona che arriva da un’altra cultura ambientarsi in un Paese straniero, quali sono le cose che fanno problema, ma ha anche presentato il lato positivo dell’integrazione e della multiculturalità.

Suor Leontine, rivolgendosi ai giovani ha detto: “Voi siete il motore della società, voi siete il cuore del mondo, se il cuore non batte forte, tutto si ferma. La speranza per costruire insieme è nelle vostre mani, così come indicava don Bosco a i suoi giovani”. Gli interventi dei rappresentanti delle istituzioni hanno sottolineato che alcuni provvedimenti, come la regolarizzazione dei permessi di soggiorno e dei contratti di lavoro, il rendere salubri le abitazioni dei lavoratori immigrati erano interventi che dovevano già essere stati applicati e che adesso si mostrano ancora più urgenti. I ragazzi della scuola, hanno mostrato con orgoglio quanto hanno fatto, animati dalla loro preside, per cercare strade di integrazione.

Alla fine dell’incontro però non ci si può sentire completamente soddisfatti. Tutti sanno in coscienza che c’è ancora molto da fare. Fino a quando gli immigrati saranno immigrati e non Rosarnesi, non si potrà parlare di vera integrazione. E tutti personalmente, e nel privato, non soltanto nelle manifestazioni pubbliche, devono interrogarsi su quali stereotipi accompagnano il loro percepire gli stranieri nel loro territorio e nella loro vita.

La festa di don Bosco è poi continuata all’oratorio e in parrocchia. Domenica mattina, il parroco don Pino Varrà, durante l’omelia ha detto che i desideri di pace e di solidarietà si possono realizzare nella misura in cui ciascuno mette la propria volontà e le proprie azioni concrete a disposizione dei sogni che ha. Altrimenti i sogni rimangono utopie.

Dopo la messa un lancio di palloncini colorati, a cui i bambini avevano legato un cuore su cui era scritto un impegno e un desiderio, è stato il segno di voler ricominciare, insieme. Nella serata, la festa è continuata con canti e danze in oratorio. Don Bosco, a Rosarno, invita i giovani a farsi portatori di tolleranza e integrazione. Al di là di ogni interesse di parte, al di là di ogni ideologizzazione politica, al di là di ogni minaccia della criminalità organizzata, che in queste terre purtroppo ha molta incidenza.

Ogni storia può essere raccontata da diverse angolature. Si è scritto di Rosarno per denunciarne situazioni oggettivamente carenti riguardo al mondo dei lavoratori stranieri. Noi abbiamo scelto di scrivere di Rosarno per raccontare ciò che gli abitanti di questa città, e buona parte dei giovani, cercano di attuare nella vita quotidiana, senza troppi clamori, ogni giorno condividendo quello che si ha e quello che si è con chi ne ha più bisogno.

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*Suor Anna Rita Cristaino fa parte dell’Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice, Salesiane di don Bosco

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ZENIT Staff

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