Il Papa chiede ai cattolici inglesi una maggiore presenza pubblica

Nell’udienza ai Vescovi d’Inghilterra e Galles in visita “ad limina”

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CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 1° febbraio 2010 (ZENIT.org).- I cattolici hanno diritto a partecipare al dibattito pubblico e a testimoniare la verità del Vangelo. E’ quanto ha sottolineato questo lunedì Benedetto XVI nel suo discorso ai Vescovi di Inghilterra e Galles, ricevuti al termine della loro visita “ad limina Apostolorum”.

Nel rivolgersi ai presuli il Papa ha ricordato come la Gran Bretagna sia bene nota “per il suo saldo impegno nell’assicurare pari opportunità per tutti i membri della società. Tuttavia, come avete giustamente evidenziato, l’effetto di una certa legislazione per raggiungere questo obiettivo è stato l’imposizione di limitazioni ingiuste alla libertà di agire secondo il proprio credo a comunità religiose”.

Il 24 aprile scorso il Governo britannico, attraverso il Ministro Harriet Harman, ha presentato alle Camere l”Equality Bill“, un progetto di legge sull’uguaglianza attualmente al vaglio del Parlamento, il cui scopo è quello di armonizzare le diverse norme approvate a partire del 1965 in materia di discriminazione e di pari opportunità.

Il progetto di legge vieta la discriminazione fondata su fattori quali: età; handicap; sesso, orientamento sessuale; matrimonio e unioni civili; gravidanza e maternità; razza, etnia, religione e credenza.

Il 1° gennaio del 2009 è entrato in vigore in Gran Bretagna una legge che vieta ogni forma di discriminazione sessuale nell’accesso ai servizi pubblici e finanziari offerti dallo Stato e che implica l’obbligo per le agenzie di adozione a considerare come potenziali genitori adottivi anche coppie dello stesso sesso.

Questo ha portato alcune agenzie cattoliche per le adozioni – sul territorio del Regno Unito ce ne sono in tutto una dozzina – a dover chiudere per l’impossibilità di rifiutare l’affidamento di bambini a coppie omosessuali, mentre altre hanno scelto di rinunciare al proprio status di agenzia diocesana.

“Per certi aspetti – ha sottolineato il Papa – essa viola veramente la legge naturale su cui si fonda l’uguaglianza di tutti gli esseri umani e per mezzo della quale essa è garantita”.

Di qui, l’esortazione ai presuli a far sì che “gli insegnamenti morali della Chiesa siano sempre presenti nella loro integralità e siano difesi con convinzione”.

“La fedeltà al Vangelo – ha detto il Papa – non restringe la libertà degli altri in alcun modo”. Anzi, ha precisato, “serve la loro libertà offrendogli la verità”.

I cattolici nel Regno Unito sono poco più di 5 milioni, pari al 8,9 per cento della popolazione. La Chiesa cattolica gode di una forte presenza nel campo educativo, con più di 2.000 scuole di alta qualità, anche se negli ultimi tempi alcune di queste sono state accusate dai mezzi di comunicazione di “discriminare” chi non appartiene alla religione cattolica.

Nel suo discorso il Papa ha incoraggiato i Vescovi a “continuare ad insistere sul diritto di partecipare al dibattito pubblico attraverso un dialogo rispettoso con gli altri elementi della società”.

Così facendo, ha aggiunto, “non state solo conservando le antiche tradizioni britanniche di libertà di espressione e onesto scambio di opinioni”, ma state anche dando voce “alle convinzioni di molte persone che non hanno i mezzi per esprimerle”:

“Quando così tanta gente si proclama cristiana – si chiede il Papa – come può qualcuno criticare il diritto di poter ascoltare il Vangelo?”.

Dunque, ha aggiunto, “se il pieno messaggio salvifico di Cristo deve essere presentato in maniera efficace e convincente al mondo, la comunità cattolica nel vostro Paese deve parlare con voce unita”.

Ciò richiede, ha concluso, un’attenzione particolare “ai suggerimenti dello Spirito, che guida tutta la Chiesa nella verità, la riunisce nell’unità e le instilla zelo missionario”.

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ZENIT Staff

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