India: tre chiese cattoliche attaccate nel Karnataka

Rappresaglie dopo le aggressioni contro gli indiani in Australia

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BHATKAL, mercoledì, 27 gennaio 2010 (ZENIT.org).- Tre chiese cattoliche sono state attaccate nei giorni scorsi nello Stato indiano del Karnataka, ha reso noto l’agenzia delle Missioni Estere di Parigi (MEP), “Eglises d’Asie”.

Gli attacchi sono avvenuti dopo la minaccia di un gruppo induista di ricorrere alla violenza se il Governo federale non avesse reagito contro le aggressioni avvenute in Australia contro cittadini indiani.

Questo martedì l’Unione indiana ha celebrato, tra strette misure di sicurezza, il 60° anniversario della Repubblica.

In questo giorno, il Ministro-Presidente dello Stato del Karnataka, B. S. Yeddyurappa, ha affermato che queste azioni “non hanno altro obiettivo che danneggiare l’immagine del Governo (locale)”.

Il Karnataka è diretto da un Governo dominato dal Bharatiya Janata Party (BJP), il partito nazionalista indù.

Sia i mezzi di comunicazione locali che i rappresentanti cristiani ritengono che questi attacchi siano le rappresaglie annunciate da gruppi estremisti indù, che avevano minacciato di attaccare la Chiesa se il Governo indiano non avesse sanzionato abbastanza le recenti aggressioni, due delle quali mortali, contro la numerosa comunità indiana che lavora o studia in Australia.

Il partito indù di estrema destra Sri Rama Sene (“Esercito del Signor Rama”, SRS) dice di “difendere i valori tradizionali indiani” e ha pubblicato il 19 gennaio una dichiarazione in cui afferma che “i cristiani in India sono parte attiva della cospirazione che colpisce gli indiani induisti in Australia”.

Ha anche segnalato che se Nuova Delhi non avesse agito per prevenire questi attacchi nei due giorni successivi “non sarebbe rimasta una sola chiesa a Bhatkal”.

Il 22 gennaio, scadenza dell’ultimatum, un gruppo di induisti ha cercato di abbattere la croce eretta vicino alla chiesa di Nostra Signora di Lourdes a Mundalli, vicino Bhatkal, nella Diocesi di Karwar.

Secondo il canale televisivo locale Kannada TV 9, la croce è stata danneggiata, ma la resistenza dei fedeli ne ha impedito la distruzione.

Tra gli assalitori, alcuni dei quali sono stati arrestati dalla polizia di Bhatkal, c’era il leader Shankar Naik.

Durante la notte tra il 24 e il 25 gennaio, la grotta di Lourdes della chiesa di Sant’Antonio a Taranmakki, sempre vicino a Bhaktal, è stata saccheggiata, e i vetri che proteggevano la statua della Madonna sono stati frantumati a colpi di pietra.

L’ultimo attacco è avvenuto a Mysore nelle prime ore di lunedì 25 gennaio, quando alcune persone non identificate hanno fatto a pezzi la statua della Madonna della grotta di Nostra Signora di Lourdes, situata davanti la chiesa della Sacra Famiglia nella parrocchia di Inkal.

Il 26 gennaio monsignor Thomas Antony Vazhappilly, Vescovo cattolico di Mysore, ha dichiarato all’agenzia Ucanews che non si poteva evidentemente parlare di un tentativo di furto, come invece affermava la polizia.

L’immagine della Vergine si trovava su una cassetta per le offerte, ma l’incidente sembra inserirsi nella serie di aggressioni anticristiane.

“E’ stato un atto deliberato”, ha dichiarato il presule, ricordando tuttavia che, secondo lui e padre Joseph, parroco della chiesa della Sacra Famiglia, il gruppo di assalitori non poteva venire dalla comunità di Inkal, nella quale gli indù e le circa 250 famiglie cristiane hanno rapporti molto buoni.

Nel febbraio 2002 questa chiesa era già stata assalita da un gruppo di circa 70 estremisti indù.

Armati di spade, coltelli e spranghe di ferro, avevano aggredito i fedeli che stavano celebrando la Messa, donne e bambini inclusi.

L’azione era stata giustificata dicendo che i cristiani operavano conversioni forzate, un’accusa che, pur se regolarmente respinta dalla Chiesa cattolica, è ricorrente, soprattutto negli Stati del Karnataka e dell’Orissa.

Da parte sua monsignor Derek Fernandes, Vescovo cattolico di Karwar, non dubita del fatto che dietro gli attacchi ci siano gli attivisti indù.

Non ha dubbi neanche Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (GCIC), che ha deplorato i “continui attacchi subiti dalla comunità cristiana del Karnataka”, come riporta l’agenzia AsiaNews.

“La più grande tragedia degli attacchi contro cristiani innocenti è la mancata giustizia”, ha denunciato.

Anche monsignor Bernard Moras, Arcivescovo di Bangalore e presidente del Consiglio dei Vescovi cattolici del Karnataka, ha reagito condannando fermamente gli attacchi e chiedendo al Governo di agire per difendere le comunità cristiane.

Le recenti aggressioni richiamano alla mente dei cristiani del Karnataka l’ondata di violenza anticristiana che, con epicentro a Kandhamal, nello Stato dell’Orissa, si è estesa nell’autunno 2008 in vari Stati dell’Unione indiana.

Il Karnataka è uno degli Stati più colpiti, e il suo Governo è stato accusato dai responsabili cristiani di compiacimento nei confronti dei gruppi indù che hanno perpetrato gli atti di violenza.

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ZENIT Staff

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