Al Josp Fest lo stand di Haiti resta vuoto

Si conclude la II edizione del Journeys of the Spirit Festival

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di Chiara Santomiero

ROMA, lunedì, 18 gennaio 2010 (ZENIT.org).- C’è stato uno stand vuoto nel Padiglione World dello Josp Fest: quello dell’ambasciata di Haiti presso la Santa Sede. Nella rassegna di itinerari di spiritualità che si è svolta presso la Nuova Fiera di Roma aveva lo scopo di mostrare ai visitatori un’altra faccia di un Paese tra i più poveri del mondo: quella delle sue bellezze naturali e culturali.

Ma, come ha avvertito nella conferenza stampa di apertura padre Caesar Atuire, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi, ente promotore dell’iniziativa, “le persone incaricate dello stand in questo momento non hanno ancora notizie sui propri familiari dopo il terribile terremoto che ha colpito Haiti”. Solidarietà è stata espressa nello stand accanto dagli addetti dell’Ente turismo della Repubblica Dominicana, Nazione le cui frontiere sono in queste drammatiche giornate affollate dagli scampati provenienti da Haiti.

Espositori di tutti i continenti hanno partecipato al Josp Fest offrendo una panoramica di “tutte le possibili destinazioni per chi è interessato ai viaggi dello Spirito”. In un ideale giro intorno al mondo si passava dal Santuario di Nostra Signora di Lujan, in Argentina, al monastero serbo di Dečani, dagli itinerari di S. Paolo in Turchia e Siria al Santuario della Consolatrice degli afflitti di Kevelaer in Germania, dal monastero di Khor Virap in Armenia agli itinerari sulle tracce di Giovanni Paolo II a Cracovia, in Polonia, senza trascurare le mete più tradizionali: Terra santa, Roma, Lourdes, Fatima, Loreto.

Un’intero “isolato” è stato occupato dall’Ufficio spagnolo del turismo, che ha presentato gli itinerari religiosi delle varie regioni: Andalusia, Aragona, Cantabria, Catalogna, Navarra, Murcia, Paesi Baschi. Il 2010 è l’anno giubilare di Santiago di Compostela e nel Paese iberico sono attese centinaia di migliaia di pellegrini. “L’anno santo compostelano – ha spiegato Juan Luis López Vázquez, responsabile del marketing – ha un ciclo irregolare perché si celebra quando la festa dell’apostolo Giacomo, il 25 luglio, cade di domenica come quest’anno”.

“Per il prossimo anno giubilare occorrerà aspettare il 2021, cioè il ciclo più lungo di 11 anni e per questo si aspetta una particolare affluenza di visitatori”. Nel 2010 ricorre anche l’anno giubilare di Caravaca de la Cruz (Murcia), dove si trova il Santuario della Vera Croce: “E’ una delle cinque città al mondo che possono celebrare l’anno santo permanente con diverse periodicità; Giovanni Paolo II concesse il carattere perpetuo a questo giubileo che si celebra ogni sette anni”.

Inoltre, ha ricordato López Vázquez, “ci sono le manifestazioni religiose che vengono celebrate tutti gli anni come i riti della Settimana santa in Andalusia e Castiglia e le mete costituite dai monasteri della Catalogna, in particolare quello della Madonna di Montserrat”. Quali sono le nazionalità dei viaggiatori che visitano in particolare queste mete? “In ordine di affluenza: Gran Bretagna, Germania, Francia e Italia”.

Il Josp Fest quest’anno ha messo al centro il tema della solidarietà, sviluppato nei diversi seminari, worshop ed eventi che si sono svolti nell’arco dei quattro giorni della rassegna e testimoniato anche dalla presenza di associazioni come Focsiv, la Fondazione Magis, Vis – Volontariato internazionale per lo sviluppo, Operation smile onlus.

Una “new entry” nel mondo dell’associazionismo solidale è stata Chefs Sans Frontières (Csf), nata nel 2007. “Il nostro obiettivo – ha spiegato Francesco Liello, uno dei fondatori e presidente di Csf – è di aprire ristoranti in diverse parti del mondo finalizzati al recupero dei cosiddetti ragazzi di strada, cioè quelli che non hanno fissa dimora perché orfani o abbandonati a se stessi, insegnando loro un mestiere legato alla ristorazione e al mondo alberghiero”.

E’ un discorso che si lega a quello del turismo perché le attività di ristorazione potranno essere aperte in zone dove questo costituisce una delle risorse naturali, con l’obiettivo di valorizzare la cultura generale e culinaria dei diversi paesi.

“Fino ad oggi – ha affermato Liello – già cento chefs ci hanno dato la propria disponibilità e contiamo di iniziare in primavera il primo corso per i ragazzi, in attesa di aprire il ristorante, in Senegal dove gli accordi con le autorità locale sono già ad un livello avanzato”.

Ogni ristorante Csf amministrerà in maniera autonoma i propri ricavi, senza far capo ad un’organizzazione centrale: “gli utili – ha aggiunto Liello, giornalista sportivo – verranno utilizzati a livello locale per l’educazione scolastica e sportiva e l’apprendimento di attività di spettacolo e ricreative”. “Speriamo che con l’aiuto di tanti potremo dare un’occasione di sognare a ragazzi a cui questa opportunità è stata negata”.

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ZENIT Staff

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