Immigrati di Rosarno, vittime della malavita e dell'illegalità

Il presidente delle Acli: il problema dell’Italia sono i mali antichi del nostro Paese

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ROMA, giovedì, 14 gennaio 2010 (ZENIT.org).- “Il problema dell’Italia non sono gli immigrati ma i mali antichi del nostro Paese: l’illegalità, il lavoro nero, la malavita organizzata, l’assenza dello Stato in ampi territori della Penisola”. Ad affermarlo è il presidente nazionale delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani (Acli), Andrea Olivero, intervenendo sui fatti dei giorni scorsi, in Calabria.

“Dove non c’è legalità – ha detto Olivero in una nota diramta dalle Acli – è impossibile la convivenza civile. Quanto accaduto a Rosarno ha posto in evidenza una questione risaputa e irrisolta: la situazione di sfruttamento e illegalità diffusa in ampie zone d’Italia e in molti settori lavorativi, quello agricolo in particolare, che non riguarda solo i lavoratori immigrati”.

“E ancora la presenza radicata della criminalità organizzata, l’assenza dello Stato non solo come presidio di ordine pubblico ma come presidio sociale – ha aggiunto –. Il problema allora non è ‘rimandare a casa gli immigrati’, come si ostina a dire qualcuno, ma favorire la presenza regolare degli stranieri (molti di quelli presenti a Rosarno erano rifugiati o richiedenti asilo), ristabilire finalmente la legalità in quei territori e nel mondo del lavoro”.

“Bene ha fatto oggi il ministro del lavoro Sacconi annunciando tolleranza zero contro il lavoro irregolare in agricoltura – ha commentato Olivero –. Si poteva fare prima, ora speriamo che alle parole seguano i fatti”.

Per quanto riguarda l’immigrazione, il presidente delle Acli ha poi puntato il dito contro chi “diffonde odio e fomenta paure, stravolgendo la realtà di un fenomeno che già oggi rappresenta per l’Italia una grande risorsa economica, sociale e culturale”.

“Per questo motivo – ha concluso – abbiamo voluto dare la nostra adesione alle iniziative che si vanno organizzando a marzo per sottolineare il valore prezioso e insostituibile della presenza degli immigrati nel nostro Paese”.

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ZENIT Staff

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